Unione Europea
La domanda europea di digitale dovrebbe essere tale da assicurare alla Ue una crescita economica durevole. Purtroppo questo potenziale è limitato dall’insufficienza dei mezzi messi in atto per far crescere le connessioni a banda larga, la fornitura di contenuti online, la ricerca e le competenze necessarie.
Il settore ICT, che oggi dà lavoro a 8 milioni di persone e rappresenta il 6% del PIL, è attualmente contrassegnato da un forte consumo di dati generato dal crescente utilizzo di dispositivi mobili (come smartphone e tablet) e di servizi come musica in streaming e webmail. Il valore aggiunto del mercato è cresciuto dal 2007 al 2010 dell’8%, risentendo molto della crisi del debito fra il 2008 e il 2009.
E’ quanto emerge dalla Digital Agenda Scoreboard, l’annuale rapporto sullo stato del settore dell’economia digitale in Europa, pubblicato oggi dalla Commissione Ue, che offre diversi dati sullo sviluppo dell’industria delle tlc nell’ultimo anno.
Neelie Kroes, Commissario Ue per la Digital Agenda e Vicepresidente della Commissione Ue, ha dichiarato che “Gli europei sono affamati di tecnologie digitali e desiderano avere una maggiore scelta, ma i governi e le aziende di settore hanno difficoltà a tenere il passo. Questo attaccamento a una mentalità politica e a business model del XX secolo sta danneggiando l’economia europea. E’ una terribile vergogna. Investendo così poco, ci stiamo dando la zappa sui piedi e l’Europa, se continuerà ad essere così arrendevole rischia, di essere schiacciata dalla concorrenza mondiale“.
I principali risultati della Digital Agenda europea:
Sviluppi positivi
- La banda larga copre quasi tutta l’Europa. Il 95% degli europei dispone di una connessione a banda larga da rete fissa.
- Consumatori e aziende stanno passando rapidamente al mobile. I collegamenti wireless hanno registrato una crescita del 62% e si contano 217 milioni di abbonati alla banda larga mobile.
- Nel 2011 ci sono stati 15 milioni di nuovi utenti internet. Oggi, il 68% degli europei ha una regolare attività online e 170 milioni di persone usano i social network. Per la prima volta, la percentuale d’uso di internet nelle categorie sociali svantaggiate ha superato il 50%, ma un europeo su quattro non ha ancora mai usato il web.
- Grecia, Portogallo e Irlanda hanno introdotto servizi di eGovernment per offrire servizi pubblici di qualità. Per quanto riguarda la fornitura e l’uso, i maggiori sviluppi si sono avuti, eccetto che per la Repubblica Ceca, in quei Paesi con difficoltà finanziarie, segno di quanto l’amministrazione digitale possa contribuire al successo delle riforme strutturali.
La Commissione europea registra che vi è un calo degli investimenti del settore, ma l’Italia rimane in posizione di leadership rispetto ai grandi paesi europei. Infatti, l’Italia è al di sopra della media UE per investimenti ed è la prima tra i 5 grandi paesi europei davanti a Francia, Spagna, Germania ed UK. La media UE è infatti pari al 12,2%. L’Italia è avanti di oltre 2 punti percentuali al 14,6%, seguono la Francia al 13,5% la Spagna all’11%, la Germania al10% chiude la classifica dei 5 big gli UK al 5,5%. L’Italia è leader indiscusso nella penetrazione della banda larga mobile, dove si registra una penetrazione del 59,14% superiore alla media europea di circa 10 punti percentuali ed una copertura che raggiunge il 96% della popolazione. Questi i dati più rilevanti che emergono sull’andamento dell’economia digitale nell’UE.
La copertura a banda larga sta aumentando. Ora, il 48,8% dei nuclei familiari ha accesso ad internet veloce o ultra-veloce, rispetto al 28,7% dello scorso anno.
Sebbene l’implementazione e l’adozione della banda larga ultraveloce sia ancora bassa, la quota di linee fisse che forniscono velocità di 30 Mbps è passata da 5,1% a quasi 8,5% in un anno. Le connessioni superveloci superiori a 100 Mbps restano molto esigue, ma sono quasi raddoppiate, passando dallo 0,8% all’1,3%.
La percentuale di popolazione che usa regolarmente internet continua ad aumentare, anche se un po’ più lentamente rispetto a prima: dal 61% del 2009 al 65% del 2012 ed ora il 68% nel 2011. Al contrario, la percentuale di non utenti ha continuato a diminuire dal 30% al 27% al 24%. La crescita più rapida di utenti regolari rispetto al numero totale di utenti indica che la quota di utenti regolari tra gli utenti esistenti è anche in aumento.
L’uso regolare di internet tra i gruppi svantaggiati continua a crescere più velocemente rispetto alla popolazione in generale, ma ha ancora qualche ritardo da recuperare: i tassi di utilizzo sono passati dal 42% nel 2009 al 46% del 2010 al 51% nel 2011. La penetrazione in banda larga fissa in Europa al 2011 è pari al 27,8% della popolazione; l’Italia si attesta al 22,2%,. Per la penetrazione della banda larga mobile, il valore medio europeo si attesta al 49,2%, di cui 41,3% con palmari e smartphone e solo il 7,9% legato a laptop e pc.
La percentuale di popolazione che usa regolarmente internet continua ad aumentare, anche se un po’ più lentamente rispetto a prima: dal 61% del 2009 al 65% del 2012 ed ora il 68% nel 2011. Al contrario, la percentuale di non utenti ha continuato a diminuire dal 30% al 27% al 24%. La crescita più rapida di utenti regolari rispetto al numero totale di utenti indica che la quota di utenti regolari tra gli utenti esistenti è anche in aumento.
L’uso regolare di internet tra i gruppi svantaggiati continua a crescere più velocemente rispetto alla popolazione in generale, ma ha ancora qualche ritardo da recuperare: i tassi di utilizzo sono passati dal 42% nel 2009 al 46% del 2010 al 51% nel 2011.
Le dimensioni di questo risultato diventano chiare quando la R&D nelle ICT pubblica viene paragonata alla R&D nelle ICT commerciale, la quale è diminuita del 7,4% dal 2008 al 2009. Tuttavia, data la diminuzione del valore aggiunto del settore ICTdel 7% al fondo della recessione, l’indebolimento della R&D è stata moderata; infatti, l’intensità della R&D è rimasta pressoché stabile dal 2008 al 2009 con solo una lieve diminuzione dal 5,35% al 5,33%. Tuttavia, questa percentuale è ancora meno della metà dell’intensità della R&D nel settore delle ICT degli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Italia, questi i dati più interessanti:
Si registra una contrazione complessiva dei ricavi (-1,9%) e, meno marcata, degli investimenti (-1,2%) nel 2011; tuttavia si segnala il mobile in contro tendenza con un aumento degli investimenti (+50milioni di ). La sofferenza del settore mobile per la significativa riduzione dei ricavi, dovuta alla combinazione di una spiccata decrescita dell’ARPU (da 240 a 180) con un forte incremento del traffico dati; a questi dati si aggiunge l’evidenza data ai ricavi medi al minuto (ARPM) stabile a 0,09 (comunque è il livello più basso dei big 5 con Spagna a 0,15, Germania a 0,12, Francia a 0,11 e UK a 0,10);
Sulla situazione di mercato del broadband, ad una relativa staticità del settore fisso (sia nella domanda di servizi che nella market share di TI) si contrappone la dinamicità del mobile, con una grande diffusione, in particolare, di smartphone e tablet;
Si segnalano buoni progressi nella diffusione delle connessioni BB di base (2Mbps); tuttavia la situazione è meno positiva per quanto riguarda le connessioni high-speed (tra i 10 e i 30 Mbps) e ancora meno sulle connessioni very high-speed (tra il 30 e i 100Mbps)
Il forte rallentamento del tasso di penetrazione BB fisso è, almeno in parte, bilanciato dal consistente aumento del traffico dati da mobile la cui penetrazione a gennaio 2012 è riportata al 59,1% a fronte di una media Ue del 49,2%.
Alla fine del 2011, l’Italia si stava muovendo verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, volti ad assicurare una connessione a banda larga basica (nell’ordine di 2 Mbps) per tutti i nuclei familiari dell’UE entro il 2012, con una riduzione significativa delle connessioni a banda stretta e con alcuni fondi messi a disposizione per le aree urbane.
L’aggiunta di spettro disponibile per la banda larga mobile sostiene l’aumento consistente del traffico dati mobile, contribuendo allo stesso tempo a ridurre il divario digitale.
Il mercato italiano della telefonia mobile presenta alcune caratteristiche costanti, unite ad un tasso di penetrazione molto elevato (il secondo in Europa con il 159% nell’ottobre 2011, con aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2010; la penetrazione di tutti gli utenti attivi è duplicata passando dal 28,2% al 59,1% con una media UE del 39%; e il traffico dati è aumentato del 53,6%) con una grande predominanza di carte prepagate, che costituiscono l’83% degli abbonamenti complessivi. Mentre la copertura delle reti 3G di tutti gli operatori è estesa, e sarà ulteriormente migliorata dal processo di riassetto in corso, gli operatori hanno in programma di testare per la prima volta la rete 4G nel 2012, in vista del suo lancio commerciale a fine 2012 e nel 2013.
Tornando al mercato Ue dell’ICT, dalla Digital Agenda Scoreboard emergono anche alcuni settori problematici.
La metà della forza lavoro europea non ha competenze sufficienti per poter trovare o cambiare lavoro. Se il 43% della popolazione dell’UE possiede competenze digitali di livello medio o elevato e può, ad esempio, utilizzare internet per telefonare o creare una pagina web, circa la metà della forza lavoro non ritiene sufficienti le proprie competenze in fatto di computer e di internet, nell’attuale mercato del lavoro. Quasi il 25% non ha competenze in materia di ICT. Questi problemi rendono difficile soddisfare le offerte di lavoro, che saranno dell’ordine di 700 mila entro il 2015.
Gli acquisti online rappresentano ancora un’attività nazionale. Il 58% degli utenti di internet nell’UE effettua acquisti online ma soltanto uno su dieci lo ha fatto su un sito web con sede in un altro Stato membro dell’UE. Le barriere linguistiche e le formalità burocratiche (come il rifiuto di consegna e le complicazioni in materia di diritti d’autore) rappresentano i maggiori problemi.
L’utilizzazione del commercio elettronico da parte delle PMI non è progredita. La maggior parte delle PMI non fa acquisti, né vende online e limita così le proprie esportazioni e le entrate potenziali.
Gli investimenti nella ricerca non tengono il passo di quelli dei nostri concorrenti. La ricerca pubblica è stata risparmiata dalle misure di austerità, ma la crescita della spesa è nettamente inferiore al 6% annuo necessario per raddoppiare gli investimenti pubblici entro il 2020. Gli investimenti nella ricerca commerciale sono in calo. L’intensità di R&D nel settore dell’ICT nell’UE è attualmente pari a meno della metà dell’intensità di R&D nello stesso settore degli USA.
Le società di telecomunicazioni continuano ad addebitare ai loro clienti tariffe di roaming mobile eccessive. Nel biennio 2011-2012 altre società hanno interrotto questa pratica e hanno offerto pacchetti di prezzi o tariffe di roaming che rispecchiano i prezzi nazionali. Tuttavia in media i consumatori continuano a pagare per le chiamate in roaming tre volte e mezzo il prezzo delle chiamate nazionali.
Delle 101 azioni dell’Agenda digitale, 34 sono completate, 52 sono a buon punto e 15 sono in ritardo o rischiano di essere in ritardo. Nella valutazione dell’Agenda digitale vengono esaminate anche la situazione del mercato europeo delle telecomunicazioni e la competitività digitale europea.
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