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Rapporto Assinform 2012, Giancarlo Capitani (NetConsulting): ‘Il mercato italiano ICT continua a dare segnali negativi, ma cresce il digitale’

Italia


Dall’ICT al Global Digital Market, questo il tema centrale del Rapporto Assinform 2012, giunto alla 43esima edizione, presentato oggi a Milano, elaborato come sempre in collaborazione con NetConsulting.

Appuntamento fondamentale per operatori e istituzioni per ricevere direttamente dagli addetti ai lavori, indicazioni e trends del mercato italiano delle nuove tecnologie.

 

Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting, ha dichiarato a Key4biz che “Il mercato ICT continua a dare in Italia segnali negativi”.

Dopo avere chiuso il 2011 con un calo del 3,6% ha continuato questo trend negativo, diminuendo ulteriormente del 3,2% nel 1° trimestre del 2012, tassi simili per informatica (-3,4%) e telecomunicazioni (-3,2%). Questi andamenti scontano l’ancora bassa propensione agli investimenti in ICT da parte delle PMI, la riduzione dei budget da parte delle imprese maggiori e degli Enti della PA Centrale e Locale e la pesante riduzione delle tariffe nelle telecomunicazioni”.

 

Il mercato dell’IT (Servizi, Softwarem Assistenza tecnica, Hardware) nei principali Paesi, variazioni 2010 e 2011: USA 3,1%, Giappone -3,9%, Europa 0,5%, Regno Unito -0,7%, Germania 2,3%, Francia 0,3%, Spagna -5,3%. L’Italia segna un calo del 4,1% a oltre 17 mld di euro.

Andamento del mercato delle TLC in Italia per segmento fisso e mobile: nel 2011 si registra un -3,4% a più di 40 mld di euro.

 

“A fronte di questo scenario negativo – ha sottolineato Capitani a Key4biz –  sta, tuttavia, emergendo una componente nuova del mercato che fa riferimento al mondo digitale (tablet, smartphone, Internet, e-content ecc.) che cresce in controtendenza e sta assumendo un valore consistente anche in Italia”.

 

Il Rapporto Assinform di quest’anno presenta una riclassificazione del mercato includendovi queste nuove componenti.

 

 “Il Global Digital Market così riclassificato – ha concluso Capitani – è stimato essere pari nel 2011 a 68,6 miliardi di euro in Italia, aggiungendo circa 12 miliardi di euro al tradizionale mercato dell’ICT”.

 

Nel Rapporto Assinform emerge che, oltre alla restrizione della spesa pubblica in ICT che perdura da anni, sono state le imprese, che sostengono più del 90% della domanda d’informatica, a dover rivedere in modo consistente gli investimenti in innovazione IT, operando tagli dell’ordine mediamente del 4,3%. Per il 2012 le previsioni Assinform indicano un settore ICT ancora in sofferenza, se pur in recupero con un trend intorno al -2,2%, che declinato per l’IT dovrebbe segnare -2,3% e per le TLC attestarsi a -2,1%.

 

“Queste stime – ha osservato Paolo Angelucci, presidente di Assinform – potrebbero tuttavia essere rapidamente riviste al rialzo, qualora il Paese riuscisse a cogliere a pieno l’opportunità di attuare l’Agenda digitale come agenda per la crescita, dotandosi di un piano operativo che detti regole e tempi certi per realizzare lo switch-off digitale della Pa e valorizzare, anche con adeguate politiche fiscali, quei segmenti emergenti di economia collegati all’uso del web e alla diffusione dei servizi e dei contenuti digitali, che già oggi in Italia stanno creando nuovi modelli di business, start-up innovative, nuove occasioni di lavoro”.

 

Riteniamo – ha continuato Angelucci – che questo scenario, frutto di una lettura tradizionale dell’ICT, oggi rappresenti una parte, anche se ancora largamente maggioritaria, della realtà digitale. Da questa lettura, infatti, rimangono fuori i cambiamenti che sta generando nel settore la convergenza sempre più stretta fra IT e TLC: l’economia digitale, basata sulla leggerezza dei budget e delle tecnologie propri del web e del cloud”.

 

Perciò, quest’anno il Rapporto Assinform, ha spiegato Angelucci, presenta un’assoluta novità analitica, proponendo la visione del “Global Digital Market”, basata su una riclassificazione, più ampia e diversificata, del settore ICT italiano, capace di osservare e misurare le nuove componenti della domanda digitale. Da qui emerge non solo che vi sono segmenti del mercato Ict in crescita, ma anche che questa crescita è indirizzata soprattutto a cogliere le grandi opportunità del web tramite servizi offerti in modalità digitale, grazie a tecnologie di tipo smart.

 

La nuova classificazione del mercato Ict come Global Digital attenua la tendenza verso il basso con un trend di -2,2% nel 2011/10. Ciò grazie al segmento del “software e soluzioni Ict” che cresce al ritmo annuo di + 1,2% (+0,9% nel 2010/09) fatturando oltre 5 mld e a quello dei i contenuti digitali e pubblicità online che, con un volume d’affari di quasi 7 miliardi di euro, è in salita del +7,1% (+10,1%).

 

Continua, tuttavia, il calo dei “Servizi ICT” che valgono poco più di 40 miliardi di euro e nel 2011 sono scesi di -3,8% (-3,3% 2010/09), così come dei “dispositivi e sistemi digitali”, segmento che vale oltre 17 mld di euro, con un trend in discesa di -2,6% (-2,1% 2010/09).

 

Entrando in dettaglio emerge lo spostamento della domanda verso le tecnologie che valorizzano il web e contenuti: a fronte del calo di Pc, laptop e cellulari, si registra, infatti, una crescita del 92% delle smart tv, del 125% dei tablet (che corrisponde a una crescita del 100% delle unità, passando dalle 428.570 unità vendute nel 2010 alle 858.000 unità del 2011), fino al boom degli e-reader il cui mercato è aumentato quasi del 719%, raggiungendo un valore di 131 milioni di euro.

 

Così il software applicativo, che cresce complessivamente di +1,7% grazie alla spinta del +9,9% dovuta alle piattaforme di gestione web e al +11,9% dell’Internet delle cose, mentre le soluzioni verticali e orizzontali calano di -1,6%. Così la domanda di servizi Ict che, se decresce complessivamente, registra l’aumento di + 34,6% del cloud computing per un valore di 175 milioni di euro.

 

“I segmenti emergenti della domanda digitale hanno un valore di mercato ancora troppo basso, affinché la loro crescita, se pur molto vivace, possa compensare il calo delle componenti strutturali dell’Ict – ha precisato il presidente di Assinform– Tuttavia la nuova visione del mercato Ict ha importanti implicazioni di politica industriale per le imprese del settore che devono adottare i loro modelli di business e innovare l’offerta, così come deve avere un peso significativo nella progettualità delle misure per la crescita e lo sviluppo”.

 

Angelucci ha concluso, sostenendo che “L’Italia è in forte ritardo sull’attuazione dell’Agenda digitale. Ma ormai vi sono tutti i presupposti per farla decollare, dalla Cabina di regia del Governo, alle numerose iniziative di enti locali, all’emergere di importanti attività di economia e infrastrutturazione digitali sul territorio. Per questo occorre avere subito sul tappeto un piano operativo/esecutivo che coordini e detti regole e tempi certi entro cui procedere allo switch-off digitale del Paese. E’ questa la cornice strategica che potrà offrire all’Italia nuove opportunità di crescita e di sviluppo“.

Ritardi importanti da colmare, le dinamiche viste accrescono il ritardo tecnologico del nostro Sistema-Paese:

• E’ quasi trascurabile il numero di PMI italiane  che vendono on-line (Europa: 12-13%)
• Le imprese italiane che acquistano on-line sono meno del 20% ( Europa: quasi 30%)
• La popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54% (Europa:oltre 71%)
• La popolazione italiana  che usa l’-on line banking non supera  il 20% (Europa 35-40%)
• I cittadini che usano i servizi di e-goverment  non superano il 23% (Europa: circa 40%)
• Le famiglie con accesso alla banda larga non sono più del 53% (Europa 68%)
• La popolazione che acquista on-line è meno del 15% (Europa: oltre 40%)

Nel proprio intervento, l’on. Paolo Gentiloni (Pd),  Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, ha ribadito la necessità che, per dare piena attuazione all’Agenda digitale in Italia, ci sia “un clima di forte collaborazione tra Parlamento e Governo“. In modo da consentire all’esecutivo prendere posizione, “sapendo di avere alle spalle il consenso parlamentare”.

 

L’on. Del Pdl Antonio Palmieri, ha parlato dell’allentamento del fiscal compact, proposto da Mario Monti a sostegno dell’innovazione digitale, come di un nodo cruciale da porre rapidamente all’attenzione della Ue.

Palmieri ha detto di condividere con Maurizio Dècina, da poco nominato commissario Agcom, la richiesta inoltrata alla Cabina di regia per l’Agenda digitale di avere informazioni dettagliate in merito all’attuale avanzamento della fibra ottica in Italia, pensando magari alla costituzione di un catasto per sapere esattamente in che condizioni ci troviamo.

 

Paolo Donzelli, Dipartimento per la digitalizzazione della PA e l’innovazione tecnologica, ha illustrato la mission della Cabina di regia, soffermandosi sull’importanza di investire maggiormente nelle Smart City e nel Cloud.

Donzelli ha poi fatto riferimento a un eventuale catasto delle infrastrutture digitali, per capire dove ci sono impedimenti tecnici, sui quali si potrebbe intervenire con un piccolo decreto o un micro-progetto. Ha poi sottolineato che una delle ragioni del calo degli investimenti in IT è stata la mancanza di linee guida, fondamentali, invece, se si vuole accelerare nella crescita del sistema Paese.

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