Italia
Dopo il terremoto che ha colpito molte regioni del Nord Italia, appare quanto mai evidente la necessità di garantire una maggiore resistenza delle reti ‘strategiche’ – dalle tlc ai trasporti e all’energia. Key4biz vuole dare il suo apporto al dibattito con una serie di interventi dei principali player del settore. Di seguito il parere di Francesco Vatalaro, Professore ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Tor Vergata e Presidente IEEE.
Di fronte a eventi imprevedibili quali terremoti o altre catastrofi naturali, le reti di telecomunicazioni mostrano tutta la loro fragilità, proprio quando invece l’affidabilità di queste infrastrutture sarebbe essenziale per dare l’allarme e garantire soccorsi tempestivi alle popolazioni colpite.
Nelle scorse settimane, il terremoto in Emilia ci ha offerto, purtroppo, un esempio di queste criticità , con notevoli disagi creati dal black out nelle comunicazioni, anche nelle regioni limitrofe; sovraccarico delle comunicazioni cellulari – in tilt anche le linee dei Vigili del Fuoco per le troppe telefonate – collasso dei server internet e conseguenti ripercussioni anche sul traffico ferroviario.
Ci si interroga, quindi, sulle iniziative che pubblico e privato dovrebbero mettere in atto per garantire una maggiore sicurezza e resilienza delle reti di fronte a fenomeni naturali di tale entità, anche alla luce del ruolo che siti come Twitter e Facebook assumono presso i cittadini come fonte di informazione affidabile e ‘real time’.
Key4biz ha deciso di approfondire queste tematiche chiedendo parere alle aziende impegnate nel settore su come migliorare i servizi, sul ruolo delle telecomunicazioni in occasione di calamità come quelle che hanno colpito territorio attivo e operoso come quello emiliano, sul ruolo delle imprese e, più in generale, sul livello di preparazione del paese di fronte a fenomeni naturali di tale entità.
Il primo contributo che proponiamo ai nostri lettori è quello di Francesco Vatalaro (Università Tor Vergata, Presidente IEEE), che ha evidenziato a Key4biz innanzitutto la necessità di considerare “gli eventi catastrofici, non tanto come fenomeni limite ed imprevedibili, quanto piuttosto come un elemento di progettazione sistemica delle nostre infrastrutture, intese in senso lato”.
Non solo terremoti, ma qualsiasi altro tipo di calamità, che in Italia può essere anche una forte e imprevista nevicata. E non solo reti di telecomunicazioni e internet, ma qualsiasi infrastruttura che può essere considerata strategica per il paese, – dalle reti elettriche a quelle dei trasporti, fino alle reti idriche – dovrebbe essere progettata inserendo fra gli elementi di base considerazioni sui livelli di integrità del servizio. In questo contesto, potrebbe essere considerata l’opportunità, anche a livello europeo, di aggiornare, eventualmente lo stesso concetto di “servizio universale” che oggi è centrato unicamente sul problema del digital divide ma che, in prospettiva, potrebbe includere le telecomunicazioni come elemento portante per la prevenzione e l’assistenza in materia di catastrofi nazionali.
“Quest’anno l’Italia ha dovuto affrontare due situazioni di estrema gravità: alcune settimane invernali con nevicate eccezionali, interi paesi isolati, molti disagi e danni a persone e cose; e, naturalmente, in questi giorni la gravissima situazione determinata dal terremoto in corso in Emilia Romagna, con perdita di molte vite umane, danni rilevanti al patrimonio storico, interi paesi danneggiati e popolazioni sotto choc. E non è finita, purtroppo”, ha affermato Vatalaro.
“Se l’evento isolato – il terremoto, l’inondazione, la neve e il gelo oltre la norma – non è di per sé prevedibile nel tempo e nel luogo in cui avviene, il verificarsi di queste calamità in un paese come l’Italia dovrebbe indurre a dimensionare le reti di telecomunicazione assumendone “la certezza” e non l’aleatorietà”.
“Nel caso della calamità dell’inverno 2012, interi paesi sono rimasti isolati perché i black-out della rete elettrica hanno determinato il fuori servizio delle stazioni base dei gestori mobili, a causa dell’insufficiente autonomia delle batterie in centrale. L’assenza di sufficienti requisiti di continuità sul sistema di alimentazione è dovuto all’eccesso di attenzione alla riduzione dei costi. Nel caso della ben più grave calamità dell’estate 2012, il terremoto ancora in corso, ci siamo trovati di fronte a più classici fenomeni di sovraccarico delle reti e, ancora una volta, all’insufficiente risposta a condizioni eccezionali da parte delle reti mobili che sempre più, a causa della loro capillarità, dovrebbero essere considerate un elemento “strategico” nell’interesse del paese”.
“Le reti mobili ma anche quelle fisse e Internet – ha spiegato ancora Vatalaro –dovrebbero essere trattate come infrastrutture critiche ma ciò non è possibile finchè si pone un’enfasi eccessiva sulle dinamiche competitive che inducono, inevitabilmente, gli operatori a fare attenzione al contenimento dei costi quale unico elemento prioritario. Occorre, piuttosto, inserire considerazioni sui livelli di integrità del servizio fra gli elementi di base della progettazione dei sistemi, in modo non discriminatorio fra i soggetti economici privati in concorrenza per non creare distorsioni. Si potrebbe persino pensare ad interventi non distorcenti del mercato da parte dello Stato per non fare gravare il requisito di integrità delle reti sul sistema degli operatori”.
“Facendo le dovute valutazioni quantitative, tenuto conto della “certezza” della calamità naturale e dei suoi enormi danni, ossia abbandonando lo sconsiderato approccio mentale della sua “imprevedibilità” (una grande sciagura qualsiasi in un luogo qualsiasi di certo, purtroppo, avverrà), il dimensionamento delle reti di telecomunicazioni che includa un più alto livello di integrità come specifica di base, in un’ottica sistemica finirà per dare luogo a risparmi”, ha concluso Vatalaro.