Italia
Da più parti sono stato contattato nella mia presunta qualità di candidato all’AGCOM per rispondere a questionari nei quali viene chiesto di prendere posizione in ordine ad importanti tematiche di attualità.
In realtà io non sono né posso essere “candidato” .
All’opposto – com’è a tutti noto – avendo io partecipato alla congiura di Catilina ed essendo l’estensore occulto della “legge truffa” – sono tutt’altro che “candido”, anzi, sono “l’uomo nero”.
Celie a parte, sia consentito esprimere qualche considerazione sull’idea di “questionare” i candidati.
Ritengo che sia sacrosanto chiedere di conoscere le competenze specifiche di chi aspira a un posto di responsabilità e che queste siano ampiamente pubblicizzate.
Ma ritengo PROFONDAMENTE SBAGLIATO che un candidato al posto di commissario presso un’autorità amministrativa indipendente – quale che essa sia – prenda posizione sui suoi futuri impegni.
Ho l’impressione che si confonda il ruolo politico con quello amministrativo.
Il candidato politico deve prendere posizione, deve guadagnarsi i consensi, deve superare i concorrenti.
Chi deve amministrare – tanto più in un’amministrazione indipendente – non deve assumere alcun impegno, non deve promettere alcunchè o fare qualsiasi dichiarazione che ne evidenzi in partenza la parzialità.
Sempre, se mi è consentito, ritengo che coloro i quali rispondono a questo o ad altri questionari stanno sbagliando mestiere; fanno bene a presentarsi alle elezioni, non all’AGCOM o altra autorità.
E a questo proposito mi permetto di dubitare che il criterio in base al quale scegliere i futuri commissari sia quello del sostegno che ricevono dalla “rete”: a voler essere coerenti ciò porta diritto alla scelta di un parlamentare appartenente ad un partito che attraverso procedure pubbliche e certificate ha ricevuto milioni di voti.
E questo non perchè si debba essere neutrali e indifferenti rispetto alle domande poste nei questionari, ma perchè all’interno di organi collegiali le decisioni devono essere assunte prendendo in considerazione i tanti interessi coinvolti (le imprese, gli utenti, la collettività in generale) senza il vincolo di un qualche mandato o di un (non molto originale) “contratto con gli italiani (digitali)”.
Ho sempre espresso le mie posizioni a favore della libertà della rete; ma ho sempre detto che tanto più si è liberi tanto più si deve essere responsabili.
Mi rendo conto che promettere ed esaltare i “diritti digitali” paga in termini elettorali.
Ma non essendo io interessato a vicende elettorali, non mi dispiace evidenziare come vi sono anche dei doveri digitali che andrebbero con eguale fermezza indicati e fatti rispettare.
Nomine Agcom: la lista aggiornata dei nomi indicati dalla stampa e delle autocandidature
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Sono disponibili impianti di connessione a internet via satellite, destinati a uffici pubblici e imprese.
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