RIM: nuove perdite in vista. La società si affida alle banche d’affari per ‘vagliare opzioni strategiche’

di Alessandra Talarico |

A poche ore dall’annuncio di circa 2.000 licenziamenti in tutto il mondo, il gruppo lancia un nuovo allarme. Anche il prossimo trimestre si chiuderà in perdita, annuncia il Ceo, a causa della competitività e della volatilità dei prezzi.

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Un ulteriore deterioramento del business genererà probabilmente perdite anche per questo trimestre – sarebbe il secondo di fila – e RIM, in cerca di una soluzione per salvare l’azienda, ha annunciato di aver ingaggiato due banche d’affari (JPMorgan Chase e RBC Capital Markets) per valutare possibili azioni strategiche.

Il lancio del nuovo BB10, atteso per rilanciare le sorti dell’azienda in un contesto di mercato sempre più competitivo, non è ancora stato fissato e RIM ha annunciato di attendere per questo trimestre – che si chiuderà il 2 giugno – una “perdita operativa”, sorprendendo gli analisti che, pur avendo abbassato le prospettive sui ricavi del gruppo nelle ultime settimane, attendevano comunque un profitto di circa 260 milioni di dollari.

Nello stesso periodo dell’anno scorso, RIM ha registrato un utile di 930 milioni di dollari e non chiude un anno in perdita dal 2004.

 

“La nostre performance finanziarie continueranno ad essere difficili per i prossimi trimestri”, ha affermato il Ceo Thorsten Heins sottolineando che la prossima trimestrale rifletterà “i bassi volumi e l’elevata volatilità nelle dinamiche di prezzo presenti sul mercato”.

 

Per vagliare le opportunità di rilancio del business, dunque, RIM ha deciso di affidarsi alle due banche d’affari, che “valuteranno la fattibilità di diverse opzioni finanziarie, comprese partnership, vendita di licenze e altre alternative strategiche del modello di business”, ha indicato il gruppo in una nota.

 

Il declino di RIM è iniziato con l’arrivo dell’iPhone e degli smartphone Android, che si sono dimostrati una valida e attraente alternativa al BlackBerry anche nel segmento business, fino ad allora appannaggio del device diventato sinonimo di email in mobilità’.

Le azioni del gruppo hanno iniziato a perdere terreno e la capitalizzazione della compagnia è passata dai 39 miliardi dell’inizio del 2011 ai 6 miliardi attuali.

La quota di mercato è del 6,4%, rispetto al 59% di Android e al 23% di Apple.

 

Per invertire la tendenza, è stato messo in atto un ampio piano di riduzione dei costi – inclusi circa 2 mila licenziamenti – che dovrebbe generare risparmi per 1 miliardo di euro entro la fine di quest’anno fiscale.

 

Sullo sfondo, una feroce contestazione degli azionisti che hanno chiesto a gran voce la cacciata dei due co-chief Mike Lazaridis e Jim Balsillie, ottenuta all’inizio dell’anno, accusati di essere incapaci di guidare l’azienda e di averla portata al dissesto attuale. Ad abbandonare la compagnia diversi dirigenti e, nelle scorse settimane, anche il Chief Legal Officer Karima Bawa e il responsabile delle vendite globali, Patrick Spence.

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