Italia
Scriviamo questa lettera perché qualche mese fa le parole del Presidente del Consiglio, che considerava “indifferibile” assicurare “la piena inclusione delle donne in ogni ambito della vita lavorativa, ma anche sociale e civile del Paese“, avevano suscitato grandi speranze e aperto prospettive nuove.
Siamo infatti convinte che il recupero di competitività economica, attraverso l’utilizzo delle qualità e delle capacità sottostimate e sottoutilizzate delle donne, possa diventare quel valore aggiunto che ancora manca alla crescita del Paese. Da qui nasce la nostra iniziativa: fornire alle S.V. i curricula di tante donne eccellenti da tempo impegnate nel contesto culturale, economico e sociale del paese.
Riteniamo che in Italia molte siano le donne autorevoli che operano in tali ambiti e spiccano per competenze, impegno, passione, capacità relazionali, rapporti con le istituzioni europee ed internazionali e per l’efficacia, l’efficienza e anche la trasparenza delle iniziative intraprese in vista dell’equità sociale. Principi, questi ultimi, che fondano e caratterizzano le politiche sociali ed economiche di genere.
In questi giorni si è molto parlato di curricula (inviati e letti): finalmente un termine, così consueto per quelle di noi che operano nell’Università, è entrato nel linguaggio dei media.
Manifestiamo pertanto il nostro compiacimento: forse tra le nebbie si fa strada il merito e le capacità di tutti e di tutte.
Di tutte, appunto.
Chiediamo, quindi, che i curricula delle tante donne preparate, che primeggiano sul campo per capacità e competenze, siano esaminati sia in vista di prossime decisioni in relazione a posti vacanti (Consiglio d’amministrazione Rai, Authority varie, Cda delle Aziende in genere etc.), che ovunque sia necessaria la presenza di persone qualificate, che sappiano coniugare, attraverso le loro competenze e il loro specifico punto di vista, creatività, efficienza e trasparenza (tanto nell’agire pubblico quanto privato).
In questo modo non solo si darà attuazione alla legge 12 luglio 2011 n. 120 (senza dimenticare l’art.51 della Costituzione), nota come legge Golfo-Mosca sulle quote di genere negli organi societari di direzione e controllo, che sarà operativa, per le società quotate, il 28 luglio 2012, ma anche si realizzerà finalmente la partecipazione dinamica e costruttiva delle donne alla vita della polis.
Riteniamo, infatti, un grave errore politico, che va a discapito di tutta la società civile, la scarsa valorizzazione del talento femminile, tanto più che è noto come tante siano le laureate in economia, in giurisprudenza, nelle materie scientifiche, oltre che nelle materie umanistiche. Laureate, che non solo nelle statistiche puntualmente risultano in numero maggiore dei loro colleghi uomini, ma si laureano prima e spesso con voti migliori.
Mentre in Italia sorgono ogni giorno di più iniziative per chiedere una democrazia veramente rappresentativa, cioè una rappresentanza paritaria, che sarebbe il segno di un rinnovamento politico e sociale, nel contempo dobbiamo assistere a una politica travolta dagli scandali e segnata dalla propria incapacità di dare una prospettiva al Paese, di rimettere in discussione i vecchi equilibri nella gestione del potere, di dare impulso e sostegno alle energie tese al rinnovamento verso il futuro.
In unione ideale con quei movimenti che mirano al miglioramento, proponiamo un’azione più circoscritta il cui fine è “portare ai vertici anche le donne“: non vogliamo, tuttavia, donne purché siano, ma donne che rispondano a caratteristiche accertate, che del resto dovrebbero possedere anche gli uomini (onestà, cultura, preparazione, competenza, senso etico della res publica, appunto).
Le donne, in tal modo, potranno essere protagoniste della nuova stagione politica che si deve necessariamente aprire, partecipando attivamente a quel processo di cambiamento ormai indifferibile e assumendo responsabilità dirette, assieme agli uomini.
La necessità e l’urgenza di adottare misure atte a conseguire il mainstreaming di genere, vale a dire la considerazione e l’inserimento del punto di vista femminile in tutte le politiche e azioni, potrà consentire all’Italia di corrispondere alle direttive europee e allo stesso tempo di evolversi in politiche che rendano competitive, oltre che eque, le attività sociali ed economiche.
Come si può riscontrare dai risultati ottenuti dagli Stati che hanno adottato politiche favorevoli alla partecipazione delle donne ai processi decisionali, tali azioni consentono, di superare meglio rispetto agli altri paesi (e comunque meglio dell’Italia), le problematicità della crisi globalizzata e di raggiungere, e talvolta superare, gli obiettivi fissati dal trattato di Lisbona e le contingenze internazionali.
Certe dell’attenzione, confidando nella considerazione della proposta e nella presa in esame dei curricula, restando a disposizione per ogni forma di collaborazione che si rendesse necessaria, inviamo cordiali saluti.
Prof. Francesca Brezzi, Presidente di GIO (Gender Interuniversity Observatory) (Università Roma Tre)
Prof. Marisa Ferrari Occhionero, Comitato scientifico GIO (Università La Sapienza, Roma)
Prof. Laura Silvestri, Comitato scientifico GIO (Università Tor Vergata, Roma)
Prof. Elisabetta Strickland Comitato scientifico GIO (Università Tor Vergata, Roma)
Prof. Laura Moschini, Comitato scientifico GIO (Università Roma Tre)
Prof. Mariella Nocenzi Comitato scientifico GIO (Università La Sapienza, Roma)