Stati Uniti
Dopo l’Antitrust europeo, anche quello americano fa sentire la sua pressione su Google, al centro – anche oltreoceano – di un’indagine volta ad appurare se la società abbia o meno utilizzato pratiche lesive della concorrenza.
La Federal Trade Commission, dando un’accelerazione a un’indagine avviata un anno fa, ha inviato delle istanze a diversi siti – tra cui eBay, Yelp, NexTag e TheFind – per capire se Google abbia penalizzato o meno i loro servizi nei risultati di ricerca.
L’indagine verte anche sulle pratiche utilizzate da Google in ambito pubblicitario e sui cambiamenti apportati dalla società nel febbraio 2011 alle formule matematiche sulla base delle quali vengono classificati i risultati delle ricerche effettuate dagli utenti.
Il nuovo algoritmo è stato ideato per valorizzare i siti di alta qualità e ridurre il ranking, ossia la visibilità nei risultati di ricerca, dei siti di bassa qualità, ossia i siti che non contengono contenuti di valore aggiunto o che copiano il contenuto di altri siti o ancora siti che semplicemente non risultano troppo utili.
In seguito a questi cambiamenti, però, molti concorrenti hanno denunciato di aver visto crollare gli accessi ai loro siti.
La FTCsta indagando anche sulla denuncia di Yelp, secondo cui Google includerebbe i contenuti di altri siti nei suoi risultati di ricerca senza permesso e – secondo quanto riportato dal Wall Street Journal – potrebbe decidere di estendere l’indagine anche al sistema operativo mobile Android.
Gary Reback, il legale di diverse delle aziende internet che hanno denunciato queste presunte pratiche anti concorrenziali, ha affermato che queste richieste di informazioni inviate dalla FTC sono “un grande passo avanti nella giusta direzione”.
Il mese scorso, la FTCha ingaggiato Beth Wilkinson, un noto civilista di Washington, per gestire l’indagine antitrust, segno che l’agenzia si starebbe preparando a citare in giudizio Google, mentre anche l’Antitrust europeo nei giorni scorsi ha dato ‘l’ultimatum’ alla società di Mountain View, che ha ora qualche settimana per proporre i suoi ‘rimedi’ e convincere la Ue a non aprire un’inchiesta formale che potrebbe sfociare in una pesante multa per comportamenti anticoncorrenziali (Leggi articolo Key4biz).