Europa
“Certezza, coerenza, concorrenza”: sono queste le tre ‘C’ che i politici europei devono assicurare al settore delle telecomunicazioni per garantire un mercato in cui gli operatori siano incentivati a investire e innovare.
E sono questi gli ingredienti che il Commissario Ue perla Digital AgendaNeelie Kroes intende amalgamare per fare in modo che ogni europeo abbia a disposizione una connessione a banda larga da qui al 2020 – così come prevede, appunto, l’Agenda digitale europea – e per stimolare la nascita di un vero e proprio mercato unico, connesso e competitivo.
Intervenendo a una conferenza organizzata dalla European Competitive Telecommunication Association (ECTA),la Kroes ha ricordato che tra gli strumenti che permettono alla Commissione di garantire a cittadini i benefici del mercato unico, c’è uno strumento spesso sottovalutato, ossia la cosiddetta “procedura dell’articolo7”. Nella pratica, sela Commissione ritiene che una misura relativa alla concorrenza notificata, in fase di progetto, da un organismo nazionale di regolamentazione rischi di creare barriere al mercato unico dei servizi di telecomunicazioni, essa può svolgere una valutazione approfondita e, in consultazione con il BEREC, emettere una raccomandazione all’organismo nazionale di regolamentazione per modificare o ritirare la misura programmata. Le autorità nazionali di regolamentazione devono tenere in massima considerazione tali raccomandazioni.
Da un anno a questa partela Ueha a disposizione un nuovo strumento – il cosiddetto ‘Articolo 7a’ o ‘seconda fase’ – che permette alla Commissione di aprire indagini approfondite sulle proposte di rimedi apportate a livello nazionale.
Nell’ultimo anno, sono state aperte 16 indagini sulla base dell’art 7a, sei volte in più rispetto all’anno precedente e senza contare le volte in cui i regolatori nazionali hanno deciso di ritirare il loro progetto prima dell’apertura formale della seconda fase dell’indagine.
In 11 casi su 16, le misure riguardavano le tariffe di terminazione mobile: nona caso, nel 2013 queste tariffe dovranno essere basate sui costi – così come previsto da una raccomandazione del 2009 – e ultimamente diverse autorità nazionali hanno proposto rimedi la cui portata si espandeva oltre quella data.
Grazie ai nuovi poteri basati sull’articolo 7a, ha ricordatola Kroes, i risultati possono essere molto più collegati agli obiettivi: una volta lanciata una raccomandazione,la Uenon si limita a vederla giungere in porto o ad aspettare un paio d’anni per poi adottare una decisione di armonizzazione se le cose non vanno come dovrebbero, ma può monitorare e verificare in corso d’opera che le pratiche di regolamentazione continuino a corrispondere agli obiettivi iniziali. Obbiettivi quali la promozione della concorrenza e degli investimenti o lo sviluppo di un mercato interno coerente.
In alcuni casi, l’intervento della Ue ha riguardato le reti di accesso di nuova generazione: un campo politicamente molto importante e in cui il dialogo con i regolatori nazionali è a volte estremamente complesso.
“Ci siamo concentrati sui casi che ponevano serie preoccupazioni per la creazione di un mercato interno competitivo per la banda ultra larga. In particolare nel caso in cui veniva proposta una libertà nelle tariffe all’ingrosso senza le adeguate salvaguardie o quando non eravamo d’accordo circa l’assenza di potere di mercato, che implica un’astensione dalla maggior parte dei rimedi regolamentari”, ha chiaritola Kroes.
Il Commissario ha quindi sottolineato che grazie ai nuovi poteri,la Commissionenon è più solo un commentatore, ma ha un ruolo attivo che uò essere esercitato nella seconda fase dei procedimenti: questo è un fatto positivo per tutti quei casi in cui la ‘moral suasion’ non è abbastanza per convincere i regolatori a cambiare direzione.
In tutto questo, comunque,la Kroesci tiene a dimostrare chela Commissioneè sempre aperta al dialogo, con la volontà di usare i suoi poteri in maniera ‘cooperativa e flessibile’ così da tenere conto delle differenze a livello nazionale.
“Lavoriamo con i regolatori nazionali e siamo abbastanza aperti e flessibili da adattarci alle differenti circostanze nazionali…nella maggior parte dei casi di ‘seconda fase’ infatti, siamo giunti a una soluzione di compromesso, senza dover usare la ‘mano pesante'”, ha aggiuntola Kroes.
“Abbiamo dimostrato che possiamo difendere gli obiettivi del quadro regolamentare delle telecomunicazioni in maniera rapida, collaborativa ed equa per tutti i concorrenti”.
“Questo – ha concluso – è il mercato che abbiamo costruito e che garantisce vantaggi ai consumatori mobili e agli utenti internet, nuove opportunità a chi cerca accesso al mercato e in cui è possibile pianificare un business case solido e stabile per investire in nuove infrastrutture, che si tratti di un’antenna per cellulari o di reti in fibra ottica”.