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Cellulari: vendite in calo per la prima volta in 3 anni. Gartner rivede al ribasso le stime 2012 e conferma la supremazia di Samsung

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Le vendite mondiali di telefonini hanno registrato una diminuzione del 2% a 419,1 milioni di unità al primo trimestre 2012. È la prima volta dal secondo trimestre del 2009 che il settore mostra segni di declino, secondo la società di ricerca Gartner.

Questo è dovuto, secondo l’analista Anshul Gupta, a un calo della domanda più forte del previsto nella regione Asia/Pacifico, dove in genere il primo trimestre rappresenta quello in cui le vendite sono più forti, trainate dal capodanno cinese.

“Le vendite – ha spiegato Gupta – sono state frenate dalla mancanza di nuovi prodotti e dal rinvio degli acquisti in attesa di offerte più convenienti più in là nel corso dell’anno”.

 

A subire maggiormente l’impatto di questa contrazione delle vendite sono sicuramente i produttori cosiddetti ‘white-box‘ (ossia, ‘non firmati’), che si sono ritrovati con un forte accumulo di scorte invendute.

 

Questi risultati hanno comunque spinto gli analisti a una maggiore cautela sulle previsioni per l’intero anno: il lancio di nuovi smartphone da parte di produttori locali – come Huawei, ZTE, Lenovo, Yulong e TCL – aiuteranno la ripresa della domanda in Cina. L’arrivo di nuovi prodotti sui mercati maturi – basati sulle nuove versioni di Android e di Windows Phone – e il lancio del nuovo iPhone 5 contribuiranno al rilancio delle vendite sui mercati dell’Europa occidentale e del Nord America.

“Tuttavia – spiega l’analista Gartner Annette Zimmermannstiamo aggiornando le previsioni al ribasso nel range di almeno 20 milioni di unità”.

 

Come già confermato da recenti valutazioni, Samsung è ormai il primo vendor mondiale di telefonini: la società coreana, con 86,6 milioni di unità vendute (in aumento del 25,9% su base annua), controlla il 20,7% del mercato mondiale e ha spodestato Nokia dal primo gradino del podio. Con 38 milioni di smartphone venduti, quindi, Samsung toglie a Apple la corona di primo produttore mondiale e si afferma, inoltre, come principale produttore di dispositivi Android, con una quota del 40%. Nessun altro vendor Android, spiega Gartner, raggiunge una quota di mercato superiore al 10%.

 

“Le vendite di smartphone stanno diventando di fondamentale importanza a livello mondiale e hanno rappresentato il 43,9% delle vendite Samsung, contro il 16% di quelle Nokia”, ha spiegato Gupta.

 

Complessivamente, nel primo trimestre, sono stati venduti 144,4 milioni di smartphone, in crescita del 44,7% rispetto allo scorso anno.

I due top vendor – Apple e Samsung – controllano insieme il 49,3% del mercato, da una market share del 29,3% dello stesso periodo 2011, e allargano il distacco su Nokia, che vede la sua quota di mercato nel segmento smartphone scendere al 9,2%.

La società finlandese ha venduto 83,3 milioni di dispositivi, in calo del 22,7% rispetto al primo trimestre 2011.

Le vendite di Apple, trascinate dal continuo successo dell’iPhone 4S, sono cresciute del 96,2% a 33 milioni di unità, con performance particolarmente forti in Cina, che con 5 milioni di unità vendute, si conferma il secondo maggior mercato per la società californiana, dopo gli Usa.

 

Continua invece il declino di RIM, che con 9,9 milioni di BlackBerry venduti vede la propria market share scendere del 2,4%.

 

Per quanto riguarda, invece, i sistemi operativi, Android si conferma quello più venduto, con una quota del 56,1%: l’Os Google è presente in 81 milioni dei 144 milioni di smartphone venduti nel trimestre. segue iOs con una quota del 22% e Symbian con 12,4 milioni di unità vendute e una quota di mercato dell’8,6%.

 

Gartner sottolinea infine che la sfida, per i produttori di smartphone, sarà quella della differenziazione dei propri prodotti. “Questo è vero, in particolare, per i produttori Android, che hanno forte difficoltà a ‘rompere gli schemi'”, spiega Gupta, che aggiunge: “Nella fascia alta del mercato, la differenziazione è facilitata dalle caratteristiche hardware associate alle applicazioni e ai servizi, ma questa possibilità è appannaggio dei player più importanti, che dispongono di forti portfoli di proprietà intellettuale”.

“Nel segmento medio e basso della categoria, tuttavia, il prezzo è al momento l’unico elemento di differenziazione e questa situazione non potrà che peggiorare con l’ingresso nel mercato di nuovi player, soprattutto cinesi, che porteranno più concorrenza, meno redditività e un’ulteriore dispersione delle quote di mercato”, ha concluso.

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