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Fastweb: i lavoratori critici sull’intesa. ‘Diversi punti discutibili da prendere in esame’

Italia


Tira aria pesante tra i lavoratori dei due rami d’azienda Fastweb “Customer Care & Customer Base Management” (call center) e “Field Network Creation & Operation” (manutenzione delle reti) che stanno per essere ceduti, rispettivamente, a Visiant e Huawei.

I 720 lavoratori coinvolti nelle cessioni – 600 lavoratori del customer care esternalizzati a favore di Visiant Next SpA, 120 occupati nel settore rete ceduti a Huawei – ritengono infatti che le garanzie ottenute non siano affatto positive come si è voluto fare credere con le prime comunicazioni ufficiali sull’intesa, anzi. Ed esprimono forte preoccupazione per il fatto che la capogruppo di una delle aziende cui verranno ceduti – la Visiant – sia già in amministrazione controllata, e l’altra – Huawei – sia priva di una rappresentanza sindacale.

Lamentano inoltre l’atteggiamento ambiguo di Fastweb, che a poche settimane dall’ufficializzazione della cessione e all’indomani di uno sciopero indetto per il 16 marzo e a  cui hanno aderito in massa la maggioranza dei lavoratori, aveva tranquillizzato sulla solidità dell’azienda fornendo garanzie che poi non si sono rivelate veritiere.

In quell’occasione, attraverso un’email inviata a tutti i suoi circa 3.300 dipendenti e nella quale venivano ribadite tutte le garanzie e tutele occupazionali, l’azienda si era preoccupata di smentire categoricamente qualunque voce che potesse circolare in merito ad eventuali tagli.

Dopo appena 4 settimane, però, la stessa Fastweb, sotto mandato di Swisscom, ha formalmente annunciato la cessione dei 2 rami d’azienda, per un totale di 720 persone distribuite su tutte le sedi Fastweb in Italia, a partire dal 1° Luglio 2012.

Un ‘sacrificio’ che a detta di Fastweb avrebbe lo scopo di poter concentrare le proprie risorse sul Core business.

Ma non sono forse i lavoratori uno dei pilastri di un’azienda? O anche in questo caso, questi diventano soltanto ‘vittime sacrificali’ di progetti fallimentari?

Sono molte le domande e i dubbi che attanagliano i lavoratori di un’azienda pioniera nel suo campo – la prima a portare la fibra ottica in Italia – e che, soprattutto, denunciano come in Fastweb, vi sia un dirigente ogni 24 dipendenti – un rapporto che non esiste in altre realtà aziendali – e, dopo l’esternalizzazione ci sarà comunque un dirigente ogni 20 dipendenti.

 

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, i lavoratori hanno portato avanti diverse iniziative, coinvolgendo anche l’agente di George Clooney (testimonial dell’azienda con lo slogan “immagina… puoi”), contando sulla sensibilità ed onesta attenzione già dimostrata dall’attore in occasione di diversi casi certo più gravi (come nel caso del terremoto in Abruzzo o del Darfur).

Ma ciò non toglie che anche in questo caso, ne va di mezzo la dignità, la vita, il futuro di oltre 700 persone che non chiedono altro di poter continuare a lavorare ed essere tutelati e che il prossimo 18 maggio saranno chiamati ad approvare un’intesa che presenta diversi punti oscuri.

 

Ma quali sono i punti contestati dell’intesa?

 

In merito all’accordo siglato, spiegano i lavoratori, ci sono diversi punti discutibili da prendere in esame.

Innanzitutto, denunciano, le tanto sbandierate garanzie non sono affatto tali: l’Art 8 dell’intesa recita che “al fine di individuare ulteriori garanzie per il consolidamento dell’iniziativa stessa FASTWEB nel caso di risoluzione o cessazione anticipata del contratto di appalto di servizio in essere, in considerazione della necessità di garantire la continuità delle attività oggetto del contratto di appalto di servizio e la salvaguardia dei livelli occupazionali del personale originariamente trasferito ed addetto a tale attività, provvederà alla ricerca di un nuovo Partner al quale trasferire le attività ed i lavoratori che al momento della risoluzione o della cessazione anticipata staranno ancora lavorando alla commessa fastweb ed appartenenti al ramo precedentemente ceduto”

Ciò vuol dire che quanto sopra non è garantito a chi sia stato spostato dalla commessa FASTWEB per essere assegnato ad altre attività, come puntualizzato all’Art. 12.

 

Lo stesso vale per il punto in cui si specifica che Visiant Next SpA si impegnerà a mantenere le garanzie del presente accordo nei confronti dei lavoratori che sono stati originariamente trasferiti e che, al momento della risoluzione anticipata, “non faranno più parte della commessa in oggetto” del contratto di appalto del servizio.

 

L’Art. 9 prevede quindi che “nella remota ipotesi di fallimento di Visiant Contact o di Visiant Next […] FASTWEB selezionerà un nuovo Partner a cui trasferire senza soluzione di continuità, le attività e i rapporti delle attività e dei lavoratori appartenenti al ramo d’azienda ed ancora in forza in Visiant Next Spa, garantendo il mantenimento delle condizioni stabilite dal presente accordo ovvero, da ultimo, qualora quanto precede non si fosse realizzato, attraverso la reinternalizzazione in FASTWEB”.

 

Questa, spiegano, sembra una garanzia, salvo non si verificasse il seguente scenario: “FASTWEB cede la commessa con i lavoratori; Visiant sposta i lavoratori su altre commesse; FASTWEB ritira la commessa (senza più lavoratori dentro) e la cede a un nuovo Partner a più buon mercato; L’accordo decade e i lavoratori precedentemente ceduti rimangono in Visiant; Visiant affonda e i lavoratori con lei”.

Quindi qualunque cosa promessa dall’azienda decadrebbe qualora si verificasse quanto sopra.

 

Sempre nell’art. 9 viene specificato nel terzultimo rigo solo il nome di Visiant Next: significa che se entro i 6 anni (quindi se anche dopo 2 mesi) si è passati sotto la Contact (così come vuole l’accordo), non si ha diritto proprio a nulla.

Passare sotto Contact significa lavorare sotto le commesse della Contact, quindi da un giorno all’altro, spiegano i lavoratori, “potremmo ritrovarci a vendere Olio Carli al telefono. Questo sarebbe il core business di Fastweb”?.

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