Italia
L’Agenda digitale rappresenta un insieme di scelte strategiche sulle quali “non si possono commettere errori”, in quanto non si tratta di una ‘politica di settore’, ma di una strategia che avrà ripercussioni sulla crescita di tutto il sistema-Paese. Strategia che sarà presto concretizzata con un apposito piano d’azione. E’ quanto ha affermato il premier Mario Monti aprendo stamani il Forum PA 2012, il cui tema guida è, appunto, “Agenda Digitale, Semplificazione e Sviluppo nell’Open Government”: tre aspetti strettamente legati fra loro e che vedono nell’innovazione, nella digitalizzazione e nello sviluppo dell’economia della rete e della conoscenza la chiave di volta per far ripartire la crescita e l’occupazione nel Paese.
Un ammodernamento che non può prescindere dalla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, come ci chiede l’Europa e come il Governo sta cercando di fare fin dal suo insediamento cercando di mettere a punto un nuovo ‘patto di cittadinanza’ che faccia leva sulle nuove tecnologie per realizzare comunità intelligenti, in cui i nuovi strumenti digitali facciano da ponte tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni.
Non senza rivolgere la sua attenzione a quanto di meritorio già fatto in passato, Mario Monti ha sottolineato l’impegno dei ministri e delle amministrazioni coinvolti nella cabina di regia sull’agenda digitale e l’intenzione di imprimere un’accelerata alla strategia volta a superare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione sia della pubblica amministrazione, sia delle aziende, sia dei cittadini, con la proposta – a breve – di un vero e proprio ‘piano d’azione‘, che potrà essere messo in atto senza troppe spese, grazie proprio alle nuove tecnologie, che consentono di fare “molte cose con meno risorse”.
“Buona parte del lavoro è già stato fatto – ha detto Monti – e si tratta solo di percorrere l’ultimo miglio. Ma i liberalizzatori delle reti sanno quanto questo sia difficile. Il far dialogare cittadini e imprese con la Pubblica Amministrazione in digitale non è un’utopia: si tratta di fare scelte strategiche determinanti per il futuro del Paese e non si possono commettere errori”.
Monti ha quindi sottolineato che la scelta del Ministro Filippo Patroni Griffi è stato sicuramente un elemento di continuità con il lavoro dell’ex Ministro Renato Brunetta, che ha posto al centro dell’azione innovatrice la trasparenza nel rapporto con il cittadino, la dematerializzazione degli atti, una maggiore efficienza e innovazione.
Nei confronti di Brunetta, Monti ha usato parole di stima, affermando che prima di diventare presidente del Consiglio guardava “all’attività del ministro Brunetta sui temi della Pubblica amministrazione e dell’agenda digitale con mal celata ammirazione”.
“La mia stima e la mia ammirazione per il ministro Brunetta – ha aggiunto – non è mai venuta meno ed è per questo che seguo con pari attenzione le osservazioni e le critiche che l’onorevole Brunetta destina copiosamente all’attività del governo, indipendentemente dalla forma in cui sono manifestate”.
‘Il nostro impegno – ha quindi ribadito – è volto ad assicurare l’attuazione piena e completa delle misure normative già vigenti sul merito, valutazione della performance, trasparenza e rafforzare il sistema di responsabilizzazione della dirigenza pubblica. Reclutamento selettivo, poteri e responsabilità, forme di eccellenza, sono gli elementi che devono concorrere ad un’identità’ forte al servizio del Paese e dei suoi cittadini’.
Dopo aver espresso, in apertura del suo discorso, vicinanza e supporto ai dipendenti della PA – in particolare a quelli di Equitalia e Agenzia delle Entrate – “che affrontano in questa fase di difficoltà generale particolari criticità, perfino rischi per la loro incolumità”, il premier ha sottolineato che l’ammodernamento della PA “richiede molto lavoro, quotidiano, costante, tenace, ma siamo impegnati su questo fronte, consapevoli che le risorse liberate attraverso la riduzione degli oneri per cittadini e imprese, concorrono tutte alla crescita”.
Un impegno a cui il Governo non intende sottrarsi e in cui si stanno spendendo molte energie, consapevoli che questa partita “coinvolge quel giacimento di capitale umano presente nelle pubbliche amministrazioni” che Monti vorrebbe “si sentisse coinvolto con un ruolo positivo nella grande sfida per l’ammodernamento del Paese in un momento di difficoltà generale”.
Per questo, ha aggiunto, “è necessario perseverare senza esitazioni sulla strada dell’efficienza: una Pubblica Amministrazione efficiente è essenziale per la competitività del Paese e per garantire ai cittadini il pieno esercizio dei propri diritti e doveri”.
Il premier ha quindi sottolineato come proprio per effetto dell’innovazione tecnologica “formazione e aggiornamento rappresentano un imperativo per tutti, indipendentemente dall’età anagrafica e dal tipo di attività professionale svolte”.
Soffermandosi, invece, sulla crisi in atto, il professore ha spiegato che l’Italia affronta ancora la fase 1 “con accenti di emergenza” ma ha anche compiuto notevoli passi avanti rispetto a novembre quando l’Italia stessa era fonte di crisi.
“L’Italia si trova in due situazioni profondamente diverse – ha precisato Monti – oggi di nostro non contribuiamo alla crisi, ma ciò non toglie che se, malgrado il contributo che Stati Uniti, Italia e diversi Paesi europei stanno fornendo per risolvere la crisi questa dovesse tracimare, l’Italia si troverebbe con la coscienza pulita ma con i mercati finanziari molto turbati. Quindi è una fase 1 che continua”, ha aggiunto Monti precisando “che la fase 2 dedicata alla crescita è iniziata fin dal primo giorno dell’attività di governo”.