ICT e ambiente: anche l’Italia nel progetto EARTH. Obiettivo, ridurre le emissioni delle reti 4G

di Alessandra Talarico |

I risultati arriveranno sul mercato nel 2014 e contribuiranno a ridurre la bolletta energetica degli operatori, a mantenere bassi i costi dei servizi e a limitare l’inquinamento e le emissioni di CO2, aprendo la strada all’utilizzo di fonti rinnovabili.

Europa


progetto EARTH

Smartphone e tablet saranno sempre più onnipresenti nelle nostre vite e saranno presto gli strumenti più utilizzati per navigare in internet: già oggi, 1,2 miliardi di persone nel mondo accedono al web da un dispositivo mobile e la cifra è destinata a crescere di centinaia di milioni di unità all’anno.

Un trend positivo, non solo per le casse delle società produttrici di device, ma anche per la gente che li utilizza, che ha più servizi a portata di mano e – in un futuro si spera non troppo lontano – potrà interloquire con le pubbliche amministrazioni anche attraverso questi strumenti, risparmiando tempo e denaro.

 

Esistono però, eccome, anche i risvolti preoccupanti di questo sviluppo, soprattutto in termini di impatto ambientale: i video mobili e i tanti altri servizi dati consumano più energia delle ‘vecchie’ chiamate e degli sms e questo genera non solo costi aggiuntivi per gli operatori – che si riflettono, poi, sui consumatori – ma anche un forte aumento delle emissioni di anidride carbonica.

Dal 2007 al 2020, calcola la Ue, le emissioni del settore mobile saranno il triplo di quelle attuali e corrisponderanno a quelle prodotte in un anno dal Lussemburgo.

 

In questo contesto si inserisce il progetto EARTH: finanziato dalla Ue con 10 milioni dei 15 complessivi, ha ricevuto il premio ‘Future Internet Award‘ 2012 per l’apporto fornito alle soluzioni per il risparmio energetico nel settore della telefonia mobile, in particolare per quanto riguarda l’ottimizzazione dei consumi delle base station 4G/LTE, che rappresentano gli elementi più voraci di energia della rete. Nel mondo ci sono attualmente circa 5 milioni di base station e saranno almeno 11 milioni da qui al 2020.

 

Al progetto hanno partecipato Alcatel-Lucent, Ericsson, Telecom Italia, DoCoMo e le università di Belgio, Francia, Finlandia, Germania, Ungheria, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito.

 

I risultati di questo progetto arriveranno sul mercato nel 2014 e contribuiranno a ridurre la bolletta energetica degli operatori, a mantenere i costi dei servizi su livelli accettabili e a limitare l’inquinamento e le emissioni di carbonio, il tutto aprendo la strada all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

Il settore dell’Information and Communication Technology rappresenta circa il 2% delle emissioni globali di CO2. Tra i target dell’Agenda digitale anche il taglio del 20% dei gas a effetto serra e del consumo di energia primaria, , più un aumento del 20% dell’uso di energie rinnovabili.

 

Per il Commissario Ue Neelie Kroes “Il settore ICT sta crescendo ma le sue emissioni non devono seguire lo stesso trend. Mi congratulo con i partner del progetto EARTH che hanno trovato nuovi metodi per ridurre le emissioni di CO2 dei servizi di cui tutti abbiamo bisogno”.

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