Italia
Sono cinque le urgenze indispensabili per garantire il futuro dell’esercizio cinematografico: una legge contro la pirateria; l’allungamento della stagione cinematografica; la diversa e più moderna dinamica dei rapporti con il noleggio; la digitalizzazione delle sale; la riattivazione dei contributi in conto capitale e in conto interesse.
Ad affermarlo è il consiglio generale dell’Anec, l’associazione nazionale esercenti cinema, che si è riunito nei giorni scorsi a Pratolino nel Mugello (Firenze), con Fice, Acec e Anem.
Ad evidenziare il periodo di crisi profonda dell’esercizio, ma in generale di tutta l’industria cinematografica, sono i dati del primo quadrimestre del 2012. Malgrado il risultato molto positivo del mese di aprile, questi vedono una diminuzione del 12,14% delle presenze e dell’8,25% degli incassi. Altro dato rilevato è quello relativo al drastico impoverimento del parco sale, soprattutto per quanto riguarda le mono-sale nei centri urbani: 812 schermi chiusi dal 2001 al 2011, ai quali si aggiungono i 77 chiusi nei primi quattro mesi del 2012.
Nel corso del consiglio dell’Anec è stata sottolineata la funzione fondamentale della sala, non solo dal punto di vista economico, rappresentando il luogo dove si definisce il successo del film nei successivi segmenti di diffusione, ma anche dal punto di vista culturale e sociale in termini di offerta e di luogo di incontro, elemento di vitalità dei centri urbani. Perché la sala possa continuare a svolgere questi ruoli è fondamentale che le istituzioni intervengano per garantire non solo la sopravvivenza del settore, ma il processo di adeguamento alle più moderne tecnologie e di rilancio.
Analogamente importante è – si legge nel comunicato – la mobilitazione all’interno dello stesso settore cinematografico, attraverso iniziative per favorire la crescita professionale delle categorie e il dialogo tra i diversi protagonisti delle filiera cinema, per l’individuazione di obiettivi comuni e soprattutto in linea con i rapidi cambiamenti del mercato e della società.
Oltre ad analizzare le criticità del mercato, il consiglio generale Anec ha affrontato il tema dell’apertura sale, affermando che il settore, anche in base a quanto stabilito dalle normative europee, non può rientrare nell’ambito delle “liberalizzazioni tout court” e che quindi è necessario mantenere, aggiornandolo, il sistema delle autorizzazioni amministrative, confermando la competenza territoriale delle regioni. Non bisogna nel contempo chiudere al nuovo, superando la rigidità di alcune normative regionali; mentre occorre rimuovere le deroghe previste per l’apertura delle sale nei centri commerciali che sono dirompenti in quanto distorsive del mercato.