Facebook: donne e giovanissimi a rischio dipendenza

di Alessandra Talarico |

Uno studio dell’Università della California, inoltre, rivela che le email possono influenzare la frequenza cardiaca e aumentare il grado di stress dei lavoratori.

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La rapida crescita dell’utilizzo dei social network ha generato una nuova forma di dipendenza da internet che colpisce, prevalentemente, le donne e i più giovani. E’ questa la conclusione cui giunge uno studio condotto dalla psicologa Cecilie Schou Andreassen dell’Università di Bergen e pubblicato sull’autorevole rivista Psychological Reports.

 

Si tratta del primo studio di questo tipo ed è stato condotto su 423 studenti – 227 donne e 196 uomini – sulla base del Bergen Facebook Addiction Scale (BFAS) che racchiude 18 elementi, 3 per ognuna delle sei condizioni fondamentali della dipendenza (salienza, modifica dell’umore, tolleranza, ritiro, conflitto e ricaduta), insieme ad altri parametri di autovalutazione

 

Sulla base di questi parametri di valutazione, la ricercatrice è riuscita ad avere una visione chiara del perchè alcune persone sviluppano dipendenza da Facebook, collegando il pericolo dipendenza al livello di estroversione dell’utente e a eventuali disturbi del ciclo sonno-veglia.

 

Innanzitutto, spiega, accade più regolarmente fra i più giovani. “Abbiamo anche riscontrato che le persone ansiose e socialmente insicure usano Facebook più delle altre, probabilmente perchè trovano più facile la comunicazione via social media che quella faccia a faccia”.

Allo stesso modo, le persone organizzate e ambiziose sono meno a rischio di diventare Facebook-dipendenti e utilizzano il social network come parte integrante delle attività lavorative e della navigazione internet in generale.

 

Dalla ricerca emerge dunque che le donne sono più a rischio degli uomini di diventare dipendenti.

 

Facebook, spiega ancora la Andreassen, è ormai onnipresente nelle nostre case come la Tv e diventa quindi sempre più difficile capire se si è sviluppata o meno una forma di dipendenza. Lo studio mostra che i sintomi sono uguali a quelli riscontrabili in chi soffre di dipendenza da alcol, droghe o sostanze chimiche.

Sei i segnali che dovrebbero essere considerati preoccupanti: passare molto tempo a pensare a Facebook o pianificarne l’utilizzo; sentire l’urgenza di collegarsi al sito: utilizzarlo per non pensare ai problemi personali; aver tentato di diminuire la frequenza delle visite al sito senza esserci riusciti; diventare irrequieto al pensiero di non poterlo usare; utilizzarlo così tanto da avere ripercussioni negative sullo studio o sul lavoro.

 

I social network non sono comunque l’unico strumento di comunicazione a interessare la comunità accademica: l’Università della California, ad esempio, ha indagato sugli effetti della posta elettronica sul benessere psicofisico dei lavoratori.

I risultati sono molto interessanti, anche se decisamente inquietanti, perchè – oltre alle ‘classiche’ ripercussioni sulla concentrazione e sulla dedizione al lavoro – è stato appurato che le email possano influenzare la frequenza cardiaca e aumentare il grado di stress.

A questa conclusione i ricercatori sono giunti privando per un periodo di 5 giorni alcuni impiegati civili dell’esercito dell’accesso alla posta e lasciando gli altri partecipanti allo studio liberi di controllare le email liberamente. Ebbene, questi ultimi hanno cambiato mediamente la finestra sul pc 37 volte all’ora – contro le 18 volte dei primi – e hanno mostrato una frequenza cardiaca più alta, come se fossero in guardia contro qualcosa.

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