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La sostenibilità dell’attuale modello internet e la necessità di regole uguali per tutti gli operatori delle comunicazioni elettroniche. Sono questi i temi che, autorità europee ed americane dovrebbero mettere al centro del dibattito sul futuro dell’ICT.
Lo ha ribadito il presidente del board ETNO Luigi Gambardella, nell’ambito degli incontri della Transatlantic Week, organizzata a Washington dalla Transatlantic Policy Network and European Internet Foundation.
“Stati Uniti e Unione europea dovrebbero promuovere gli investimenti nelle infrastrutture a banda larga”, ha detto Gambardella, ricordando l’importanza di garantire agli operatori tlc un “equo compenso per il traffico trasportato sulle loro reti” e di assicurare che “i ricavi non siano scollegati dai costi sostenuti”.
Al centro del dibattito, quindi, il confronto tra gli operatori telefonici e gli ‘over-the-top’, come Google, Facebook o Amazon: questi ultimi, coi loro servizi voraci di banda sono alla base dell’esplosione di internet mobile, ma anche dell’erosione dei ricavi delle telco, non partecipando in alcun modo ai costi per il mantenimento e l’aggiornamento delle reti.
Pur essendo in competizione sui mercati europei, infatti, telco e OTT non sono soggetti ai medesimi obblighi fiscali e legali e questo genera una profonda distorsione del mercato.
Per questo, gli operatori europei chiedono a gran voce una modifica degli attuali squilibri economici nel settore sottolineando che, se gli OTT non accogliessero le loro ragioni, sarebbe a rischio lo sviluppo futuro di internet.
“Usa e Ue – ha affermato ancora Gambardella – devono sostenere nuove politiche di interconnessione IP che garantiscano la massima diligenza nella fornitura e nella qualità del servizio”. Solo con queste premesse “potranno essere implementati nuovi servizi e migliorata la user experience dei servizi OTT”, ha aggiunto Gambardella.
Un primo passo avanti in questo senso, fortemente sostenuto da ETNO, è la recente proposta di regolamento della Commissione europea sulla protezione dei dati, che – facendo in modo che tutti gli operatori che offrono servizi online ai cittadini europei siano soggetti alle stesse regole sul data protection indipendentemente dalla loro posizione geografica – rappresenta un buon inizio verso la creazione di una concorrenza veramente equa.
Come dimostrato da un recente report stilato da ETNO e IDATE, nel 2010 il fatturato complessivo degli operatori europei di telefonia si è attestato a 274,9 miliardi di euro, in discesa dell’1,4% rispetto all’anno precedente e nonostante la crescita del Pil europeo di quell’anno si fosse attestata al 3,5%.
Con la chiusura del 2011 in negativo, il settore europeo delle telecomunicazioni si è trovato quindi a fronteggiare il terzo anno consecutivo di discesa dei ricavi e le prospettive future non sono delle migliori visto che da qui al 2015 è previsto un ulteriore calo dei ricavi del 2% l’anno. Una tendenza che mette a rischio la capacità di investimento a lungo termine e il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea.
“E’ pertanto urgente e necessaria un’attenta riflessione sulla sostenibilità dell’attuale modello di sviluppo di internet”, ha concluso Gambardella che a Washington, insieme al vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, sta tenendo una serie di incontri con i rappresentanti delle istituzioni e dell’industria per sollecitare maggiore attenzione sulle problematiche del settore, dal quale dipende – come è stato più volte sottolineato – gran parte della futura crescita economica e sociale su entrambe le sponde dell’oceano.