eBook: Google lancia anche in Italia il servizio libri su Google Play

di Raffaella Natale |

Il servizio sfrutta il cloud. Gli eBook si potranno leggere da diversi device mobili che supportano il sistema operativo Android, ma presto sarà disponibile l’app anche per i dispositivi Apple.

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“Un paio di mesi fa abbiamo lanciato Google Play, la piattaforma di intrattenimento digitale nella quale potete trovare le vostre app preferite per smartphone e tablet Android. Oggi per gli utenti italiani aggiungiamo Libri su Google Play”.

E’ con queste parole che Chiara De Servi, Strategic Partner Manager di Google Italia, annuncia con un post sul blog ufficiale l’arrivo anche in Italia del servizio.

Aggiungendo che “Sarà il più grande ebookstore italiano, con una scelta di migliaia di titoli in italiano, molti dei quali bestseller, e oltre due milioni di libri disponibili”.

Tra gli autori italiani troviamo Roberto Saviano, Alessandro Baricco, Umberto Eco, Niccolò Ammaniti e Massimo Gramellini. Centinaia gli editori italiani, tra i quali Mondadori, Einaudi, Piemme, Rizzoli, Bompiani, Adelphi, Longanesi, Guanda, Garzanti e Feltrinelli

 

Caratteristica del servizio è che sfrutta la tecnologia cloud computing e gli eBook si possono leggere da diversi device mobili come smartphone, tablet, pc, eReader che supportano il sistema operativo Android.

La compagnia ha però informato che sta lavorando per rendere disponibile anche in Italia l’applicazione che permetterà l’accesso anche ai dispositivi marchiati Apple.

 

Massimo riserbo sugli accordi firmati tra gli editori e Google a proposito, in particolare, delle commissioni.

In Francia, l’azienda americana ha invitato gli editori partner del suo progetto, a sottoscrivere un addendum sui contratti di vendita per i libri digitali sulla sua piattaforma eBooks Store.

A rivelarlo è Livres Hebdo, che ha detto d’essere venuto a conoscenza di una lettera inviata dalla società agli editori che aderiscono al suo programma Google Books (Leggi Articolo Key4biz).

“Gli utenti che visiteranno il sito eBooks Store di Google accederanno automaticamente alla piattaforma Google Play dove potranno comprare libri digitali ma anche applicazioni Android”, ha spiegato il motore di ricerca che invita gli editori a firmare l’addendum al contratto iniziale concluso per l’inserimento dei loro libri su Google eBooks.

“Grazie a un’applicazione, gli utenti potranno anche accedere a Google Play dal loro telefonino o dal loro tablet”, ha aggiunto la compagnia nella lettera inviata agli editori.

 

Il contratto proposto verrà sottoscritto con la divisione europea di Google, che ha sede in Irlanda per motivi fiscali.

 

Nella versione standard del contratto, Google conserva un margine del 48% quando vende direttamente al cliente finale. Se, invece, commercializza i libri attraverso un altro rivenditore, trattiene il 52% sul prezzo, che divide con la libreria in questione, secondo una proporzione non ben precisata nell’addendum proposto agli editori, sottolinea ancora Livres Hebdo.

 

Tornando in Italia, grazie all’impostazione cloud del nuovo servizio, i libri digitali, salvo che nel caso di lettura attraverso un eBook reader, non dovranno neanche essere ‘scaricati’. Basta avere un account Google, aggiungere i dati della propria carta di credito, e da quel momento si può aprire la propria libreria virtuale.

Oltre alle migliaia di titoli messi a disposizione dai principali editori italiani, soprattutto narrativa di genere, sono a disposizione quelli in altre lingue più i testi di pubblico dominio già digitalizzati e messi online attraverso il servizio Google Books. I testi sono leggibili sui diversi dispositivi, anche offline, e ricordano il punto in cui si è arrivati indipendentemente della piattaforma.

Sul mercato delle app, Google sta marcando stretto Apple. Secondo uno Studio di Distimo, ci sono molte più nuove applicazioni che entrano nel catalogo di Google Play che nello Store di Cupertino.  In quattro mesi, Google Play s’è arricchito di 100 mila app aggiuntive contro le 63 mila dell’App Store di Apple.

In totale, quest’ultimo propone 600 mila applicazioni, ma Google lo tallona con 500 mila servizi disponibili in downloading.

Le due compagnie si lasciano molto dietro il MarketPlace di Windows e il BlackBerry App di RIM.

Sono due gli elementi di forte persuasione per gli utenti: sono sempre di più gli smartphone che funzionano su Android e direttamente collegati a Play; solo il 28% delle app disponibili su Play è a pagamento.

 

Ma se l’offerta di Google, di raggruppare in uno stesso spazio tutte le sue offerte, sembra attirare molto gli sviluppatori, l’azienda ha invece molta strada da fare in materia di redditività: un Report di Flurry evidenzia che un’app distribuita da Apple sarà quattro volte più remunerativa per il suo sviluppatore che un’applicazione Android scaricata da Play.

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