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Acceso disaggregato: Agcom chiede parere a Bruxelles. La ‘patata bollente’ ai nuovi consiglieri

Italia


Come era prevedibile, visti i tempi strettissimi, non sarà l’Agcom presieduta da Corrado Calabrò a decidere nel merito della separazione di servizi e manutenzione dell’ultimo miglio della rete. Il mandato sta infatti per scadere – terminerà il prossimo 19 maggio – e sarà quindi il nuovo consiglio a decidere su questo e altri spinosi argomenti, quali l’assegnazione delle frequenze e il diritto d’autore online.

 

Secondo l’agenzia di stampa Radiocor, nell’ultima riunione del Consiglio Agcom si è deciso infatti di proseguire nello studio della questione chiedendo parere agli uffici dell’Unione europea ma non è stata aperta né un’istruttoria né un’analisi di mercato.

La prossima riunione, che dovrebbe svolgersi il prossimo lunedì, ha all’ordine del giorno l’offerta di riferimento per il WLR (Wholesale Line Rental), ossia il prezzo all’ingrosso che i competitor pagano a Telecom Italia per collegarsi alla sua rete.

 

Chi saranno i membri del prossimo Consiglio e chi sarà il presidente, ancora non è dato sapere. Al momento si sa soltanto che ci sono state due importanti smentite: quella di Roberto Viola e quella dell’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà (Leggi articolo Key4biz).

 

La questione dell’accesso disaggregato, introdotta da una norma contenuta nella Legge Semplificazioni, è soltanto uno dei dossier ‘caldi’ che l’Authority di nuova nomina si troverà a gestire. Proprio per questo è sempre più ampia la schiera di chi chiede nomine trasparenti e indipendenti dalla politica e dalle forze economiche e, soprattutto, pretenderebbe la nomina di persone veramente competenti. Una mission impossibile visto che anche se il decreto Salva Italia ha introdotto la riduzione dei commissari da otto a quattro, ha lasciato inalterati i criteri per la loro nomina, col risultato che, escluso il presidente, di nomina governativa, almeno due dei quattro nuovi membri dell’organismo saranno diretta espressione del gruppo parlamentare più forte, il Pdl.

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