Stati Uniti
Oltre seicento investitori hanno partecipato, allo Sheraton Hotel di New York, alla prima tappa del roadshow avviato da Mark Zuckerberg in vista della quotazione di Facebook, che dovrebbe avvenire il prossimo 18 maggio al Nasdaq col simbolo FB. Il prossimo appuntamento è fissato nella città di Boston e poi si passerà a Chicago e San Francisco.
E per chi non parteciperà al roadshow, la compagnia ha realizzato un video per descrivere obiettivi, prodotti e prospettive future. Il messaggio di 30 minuti rivela nuovi dettagli sul suo business pubblicitario.
Ieri agli investitori il giovane CEO s’è presentato con look all’insegna dell’understatement, felpa, jeans e scarpe da ginnastica, ma il mezzo di trasporto scelto per arrivare all’appuntamento è stato un lussuoso suv blindato, il numero uno di Facebook ha scelto di mettere la sua faccia per convincere gli investitori a scommettere su di lui.
Con lo sbarco in Borsa il gruppo potrebbe arrivare a raccogliere fino a 13,6 miliardi di dollari, con una valutazione compresa fra i 77 e i 96 miliardi di dollari, al di sotto dei 100 miliardi che erano stati evocati dal social network che oggi vanta 900 milioni di iscritti.
E’ quanto emerge dalla documentazione presentata alla Sec, la Consob americana, nella quale si fissa a 28-35 dollari per azione il prezzo dell’IPO. Facebook venderà 337,3 milioni di azioni, di cui il 47% saranno cedute dagli attuali azionisti (dipendenti e grandi investitori), compreso il giovane fondatore, mentre il restante da Digital Sky Technologies.
Dopo la quotazione in Borsa, il numero uno della società manterrà o avrà la possibilità di mantenere il controllo del 57,3% circa delle azioni con diritto di voto di Facebook.
Secondo i documenti depositati ieri, Zuckerberg venderà quasi 30,2 milioni di azioni, che gli garantiranno quasi 951 milioni di dollari al prezzo medio annunciato. La gran parte di questi soldi verrà utilizzata per spese fiscali.
Si legge anche che Zuckerberg, il cui attuale stipendio è di 500 mila dollari, senza contare i premi di produzione, a partire dal primo gennaio 2013 percepirà solo un dollaro l’anno.
Quella di Facebook sarà l’11esima più grossa quotazione in Borsa di tutti i tempi, secondo una classifica stilata da Renaissance Capital, società specializzata nelle IPO.
L’attuale valorizzazione della compagnia la rende anche l’azienda di net-economy a più forte capitalizzazione nel momento del suo ingresso sul mercato, eclissando di gran lunga anche i 23 miliardi di dollari che valeva Google al momento della sua IPO nel 2004.
La società ha chiuso il 2011 con un fatturato di 3,8 miliardi di dollari e utili per 1,5 miliardi.
La scorsa settimana, ha fatto sapere che per il primo trimestre 2012 ha registrato una perdita sull’anno degli utili del 10% a 137 milioni di dollari e un rallentamento del fatturato in crescita tuttavia del 45% a 1,06 miliardi di dollari.
Lo scorso anno il fatturato annuo erano quasi raddoppiato (+88%) rispetto al 2010 a 3,71 miliardi di dollari.
Ma intorno a Facebook ci sono anche molte perplessità. A non convincere c’è il fatto che la società per continuare a crescere non solo deve mantenere stabile la sua quota di iscritti, ma anche consolidare la sua raccolta pubblicitaria. Un settore questo in crisi in tutto il mondo ma che nel caso di Facebook è strettamente legato alle politiche di privacy del social network.
Recentemente il gruppo ha annunciato due importanti acquisizioni: la start-up Instagram per 1 miliardo di dollari (Leggi Articolo Key4biz) e un lotto di brevetti da Microsoft (550 milioni di dollari) (Leggi Articolo Key4biz).Ultima in ordine di tempo, l’acquisto di un’app made in Italy: Glancee, ideata da Andrea Vaccari, Alberto Tretti e Gabriel Grise (Leggi Articolo Key4biz). Anche queste operazioni non sono state ben viste da alcuni investitori.
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