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Yahoo!: il Ceo si scusa ma i dipendenti sono infuriati

Stati Uniti


Dopo un imbarazzato silenzio che durava dal 3 maggio, il Ceo di Yahoo!, Scott Thompson, ha inviato un’email ai dipendenti dell’azienda, per scusarsi delle ripercussioni del caso che lo vede protagonista per aver ‘abbellito’ il proprio curriculum.

“Come sapete, il consiglio sta esaminando la questione e avrà la mia massima collaborazione. Nel frattempo voglio che sappiate quanto sono rammaricato per l’impatto di questo caso sull’azienda e su tutti voi”, ha scritto Thompson.

“Abbiamo tutti lavorato sodo per la crescita dell’azienda e questo affaire ha avuto l’effetto contrario. Me ne assumo la piena responsabilità e intendo scusarmi con voi”, prosegue l’email.

“Spero che questo problema si risolva rapidamente“, ha aggiunto, dopo aver affermato di “rispettare” la decisione dell’azienda di aprire un’inchiesta interna “approfondita e indipendente” sull’accaduto.

 

“Nel frattempo – ha concluso – abbiamo un sacco di lavoro da fare. Dobbiamo continuare a comportarci come una squadra per realizzare il potenziale dell’azienda e continuare a crescere. Avete la mia parola che tutta la mia energia e la mia attenzione saranno concentrate su questa missione”.

 

L’email, secondo quanto si apprende, sarebbe stata inviata qualche ora dopo una lettera inviata all’indirizzo di Yahoo! da Daniel Loeb, l’agguerrito direttore generale del fondo d’investimenti Third Point, lo stesso che ha portato all’attenzione internazionale le contraddizioni del percorso universitario descritto nel CV di Thompson.

 

Secondo quanto rivelato da Loeb, Thompson non è laureato in ‘contabilità e informatica’ come recita il suo curriculum, ma soltanto in contabilità. Errore? Abbellimento volontario? Questo ancora non è dato saperlo.

 

Nella sua missiva, intanto, Loeb ha chiesto formalmente accesso ai documenti relativi all’assunzione del Ceo e auspicato che l’inchiesta venga condotta nella massima trasparenza: “Gli azionisti meritano la completa trasparenza”, ha affermato.

 

I dipendenti, intanto, si dicono furiosi per l’accaduto e non riservano commenti lusinghieri al loro Ceo: “Questo c*****e è arrivato da PayPal coi suoi inutili compari…non ha saputo far di meglio che mettersi in combutta con Boston Consulting Group e licenziare 2.000 persone“, dice uno.

Un collega rincara la dose: “Dico di costruire una ghigliottina nel cortile e tagliargli la testa. Prima se ne va, meglio è per il nostro futuro, arrogante impenitente che non è altro”.

“E’ un truffatore bugiardo, lo odiano tutti”, spiega un altro.

 

Qualcuno si dimostra più moderato col Ceo ma accusa pesantemente il board: “Chi conosce Thompson sa che non ha mentito volutamente. Il problema principale, qui, è il processo di valutazione del board. Non vagliare attentamente il curriculum è ridicolo e segno di grande incompetenza”.

C’è quindi chi trova ironico che il giorno in cui la gente chiedeva le dimissioni del Ceo fosse l’ultimo giorno di lavoro per molti dipendenti, da lui licenziati nelle scorse settimane.

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