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Dopo Instagram, Facebook mette le mani su un’app made in Italy: si chiama Glancee ed è stata ideata da Andrea Vaccari, Alberto Tretti e Gabriel Grise.
L’app, disponibile sia per iOs che per Android, è stata lanciata nel 2010 e consentiva agli utenti di scoprire se nelle vicinanze ci sono amici o persone che condividono i loro stessi interessi.
L’obiettivo di Glancee è quello di coinvolgere gli utenti attorno a un evento o a un’iniziativa, consentendo a chi li organizza di avere un quadro del target dei partecipanti in tempo reale e a chi utilizza l’app di entrare in contatto con il brand e con le persone che partecipano allo stesso evento.
Si apprende intanto che l’acquisizione di Instagram da parte di Facebook aveva scatenato la corsa all’inseguimento da parte dei concorrenti e pare che anche Twitter fosse orientato ad acquisire un’applicazione per il photo-sharing – Camera+ – ma le trattative non sarebbero andate a buon fine.
Mentre Facebook si apprestava a preparare il ‘roadshow’ in vista di quella che sarà la principale quotazione della storia della Silicon Valley dopo quella di Google, nel 2004 – e che renderà Mark Zuckerberg più ricco del Ceo di Microsoft Steve Ballmer – Twitter avviava le trattative per l’acquisizione lo sviluppatore di Camera+ – Tap Tap Tap.
Secondo alcuni insider, le trattative sarebbero sfumate perchè i dipendenti della società – una ventina dei quali dislocati tra l’Austria, la Nuova Zelanda e la Spagna – non avrebbero accettato di trasferirsi a San Francisco, dove già sono stanziati una decina di loro colleghi.
Come Instagram, Camera+ permette agli utenti di scattare foto, modificarne i colori e condividerle su un social network. Una semplice app per la condivisione di foto, se non fosse che dopo il miliardo sborsato da Facebook per Instagram tutto ha assunto un valore diverso.
Anche Twitter, secondo quanto rivelato di recente dal New York Times, era interessato ad acquisire Instagram: il cofondatore Jack Dorsey era solito postare foto scattate con l’app e ha recentemente affermato che Instagram ha molte più cose in comune con Twitter che con Facebook.
L’app Camera+ per iPhone costa 99 centesimi ed è stata scaricata 7,5 milioni di volte. Instagram, che pure ha debuttato 4 mesi dopo, conta 50 milioni di utenti.
Inizia oggi, intanto, il roadshow di Facebook, che porterà i dirigenti della società in un giro di incontri e conferenze volti ad attrarre gli investitori ad aderire all’IPO.
Facebook venderà 337,3 milioni di azioni a un prezzo di 28-35 dollari ciascuno, di cui il 47% saranno cedute dagli attuali azionisti (dipendenti e grandi investitori), compreso il fondatore: secondo i documenti depositati alla SEC, Zuckerberg venderà quasi 30,2 milioni di azioni, che gli garantiranno quasi 951 milioni di dollari al prezzo medio annunciato.
Secondo le prime valutazioni, il social network – che oggi vanta 900 milioni di iscritti – potrebbe arrivare a raccogliere fino a 13,6 miliardi di dollari, con una valutazione vicina a 100 miliardi di dollari.
Dall’IPO, secondo il Bloomberg Billionaires Index, Zuckerberg potrebbe dunque racimolare la ragguardevole cifra di 17,6 miliardi, che lo renderebbe più ricco del Ceo Microsoft Steve Ballmer e del magnate russo dell’acciaio Vladimir Lisin, entrambi decisamente più anziani del giovane fondatore di Facebook, che però ora dovrà dimostrare di avere la capacità di guidare la crescita dell’azienda a livelli tali da giustificare l’investimento.
La vera domanda, ha sottolineato l’analista Paul Saffo di Discern Analytics, è “Mark riuscirà a crescere velocemente quanto la sua azienda?. E potrà crescere più velocemente di quanto è cresciuta la sua azienda? Perchè – aggiunge – è questo che un leader deve fare”.