Italia
Occhi puntati in Borsa su Telecom Italia Media che mercoledì dovrebbe iniziare il processo di vendita con il via libera da parte del Cda dell’azionista Telecom Italia.
L’obiettivo è esaminare “le diverse opzioni strategiche riguardanti la partecipazione di controllo“, come confermato stamani alla Consob, per cedere l’asset della Tv entro l’anno. Stamani il titolo di TI Media è stato sospeso per eccesso di rialzo, avendo raggiunto quasi il 15%.
A La7, che secondo i dati Agcom possiede oggi il 4% dello share medio giornaliero mentre Rai e Mediaset circa il 67% e Sky oltre il 5%, potrebbero essere interessati Carlo De Benedetti, patron del gruppo L’Espresso, che ha detto esplicitamente di essere pronto a entrare nella trattativa, ma anche Urbano Cairo di Cairo Communication (Leggi Articolo Key4biz), già concessionaria di pubblicità per La7, e il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar. Ma questi ultimi hanno entrambi smentito le indiscrezioni circolate (Leggi Articolo Ke4biz).
Nel bilancio 2011 Telecom ha svalutato per 45 milioni la partecipazione in TI Media (77,71%), portando il valore di carico a 176 milioni, ancora superiore al valore di mercato (poco più di 160 milioni di euro, considerando che TI Media capitalizza 208 milioni circa). TI Media ha chiuso il 2011 con un una perdita da 83 milioni, in crescita dai 54,4 milioni del 2010.
Valorizzare la partecipazione, cioè venderla, sarebbe negli interessi degli azionisti a monte di Telecom, soprattutto di Mediobanca, che quest’anno si sono dovuti accontentare di dividendi risicati causa crisi, proprio quando ne avrebbero avuto più bisogno.
Secondo indiscrezioni, per la La7 ci sarebbero diversi pretendenti, questo spiegherebbe perché Telecom abbia atteso tanto per un’operazione di cui si parla ormai da diverso tempo.
Riguardo a Cairo Communication, per Mediobanca l’ipotesi “suona abbastanza strana e difficile da realizzare, visto che Urbano Cairo è solito avere un ruolo diretto nei business in cui investe”. “Certamente – proseguono gli analisti – per Cairo l’ingresso in TI Media come azionista significherebbe un aumento ulteriore della visibilità del contratto pubblicitario in essere con La7. Aggiungiamo, inoltre, che sarebbe interessante vedere Stella (Ad di TI Media, ndr) e Cairo lavorare assieme, i risultati potrebbero essere brillanti”.
Cairo, che già raccoglie la pubblicità per i canali di TI Media, ha una solida posizione di cassa, nota lo studio, che cita i 59 milioni risalenti a settembre 2011.
L’altro pretendente, magari da a affiancare a Cairo, è Tarak Ben Ammar, amico e socio di Silvio Berlusconi, da anni anche uomo Mediobanca (siede nel Cda) e quindi perfetto per l’operazione.
Ma il finanziere ha fatto sapere a più riprese di non essere interessato: “Smentisco ogni notizia relativa a un mio coinvolgimento nell’operazione di acquisto di Telecom Italia Media, come già ho fatto in numerose altre occasioni” (Leggi Articolo Ke4biz).
La novità di queste ore, però, è che Carlo De Benedetti ha detto esplicitamente di essere pronto a entrare nella trattativa: “Un anno fa ci pensavo ma Bernabè preferì tenere il giocattolo anche se la sua azienda si occupa di telefonia. Oggi la crisi ha mutato lo scenario. Credo che oggi dovrebbe essere Bernabè a venirmi a pregare“, ha spiegato in un dibattito pubblico con Gianni Minoli.
De Benedetti ha infatti sempre detto di voler comprare La7, ma era infatti Franco Bernabè a non voler vendere, più orientato invece a trovare un partner strategico (Leggi Articolo Key4biz).
A novembre il presidente di Telecom Italia dichiarava: “Noi abbiamo sempre detto che la tv è un settore nel quale vogliamo mantenere delle competenze, vogliamo mantenere una presenza, perché la crescita del traffico dati si sviluppa sui video. Però la tv non fa integralmente parte del nostro core business, questo non vuol dire che vogliamo dismettere ma vogliamo trovare una partnership per trovare quelle sinergie che permetterà a Ti Media, a La7 di crescere ancora di più”.
Oggi però sono cambiate tante cose e serve denaro fresco: la banda larga mobile, l’asta per le frequenze televisive, sono solo alcune delle operazioni che necessitano di nuove risorse.
Da parte sua, Giovanni Stella, intervenendo il 24 aprile scorso all’assemblea annuale degli azionisti non ha confermato né smentito la circostanza di probabili acquirenti: “Se avessi i soldi anch’io la comprerei, per La7 è un momento magico. Quello di oggi è un mercato in cui è più facile competere”.
Secondo il direttore del tg La7, Enrico Mentana, “…ben venga De Benedetti, ma anche un altro socio con altrettanta solvibilità. Ciò che conta è che abbia una strategia editoriale a breve, medio e lungo termine, che finora non ha potuto esserci, causa le continue voci di vendita”.
Le indiscrezioni parlano comunque di due soci potenziali e Mentana ha commentato: “Cairo ha la pubblicità, l’Ingegnere avrebbe le torri di trasmissione: in entrambi i casi può prodursi un circuito virtuoso. Ma l’affare è appetibile anche per altri imprenditori interessati a lasciare il proprio marchio nel sistema italiano”.
Diversa l’opinione di un altro noto conduttore di La7, Gad Lerner, per il quale l’emittente televisiva e L’Espresso sono due entità “non facilmente integrabili“.
Aggiungendo: “Altra questione è la nascita di una nuova società di infrastrutture televisive con i multiplex di TI Media e altri azionisti, tra cui anche De Benedetti“.
Per Lerner, “qualsiasi imprenditore animato da un autentico spirito televisivo non potrebbe trovare migliore piattaforma della nostra per investire in Italia”.
E ha snocciolato alcuni dati: la pubblicità nel 2011 ha fruttato per la Tv di Telecom Italia 184 milioni di euro e nel primo trimestre del 2012 c’è stato un fortissimo incremento nonostante il mercato registrasse alcune significative flessioni.
Il giornalista arriva addirittura a sostenere che in futuro la proprietà potrebbe restare a Telecom: “Siamo sopravvissuti a stagioni ben più difficili di questa”.