Italia
Una “classe politica in cerca di consenso” e, pertanto, non impegnata in una lotta attiva all’evasione del canone. E’ quanto commenta il presidente della Rai, Paolo Garimberti, in occasione della presentazione di ‘Cenerentola’ di Andrea Andermann, per la regia di Carlo Verdone, per richiamare l’attenzione sulla necessità imprescindibile di risorse per permettere di fare prodotti televisivi come questo.
“Oggi – ha detto – sono molto orgoglioso di presiedere la Rai”, aggiungendo però “non ancora per molto, visto che siamo in un momento di grande incertezza”.
A preoccupare Garimberti è il futuro dell’azienda perché, quale che sarà il presidente, i consiglieri o i dirigenti, sarà difficile impegnarsi in produzioni di qualità “se non arriveranno provvedimenti che ci facciano avere quello che ci spetta, ovvero il canone”.
Il presidente Rai ha ricordato come l’evasione in Italia arrivi al “27,4%, che in euro significa tra i 5 e i 600 milioni di euro che non arrivano alla Rai e che dovrebbero servire a fare produzioni di grande livello. Si tratta dell’evasione più alta d’Europa – ha proseguito – e questo ci obbliga anche ad essere una televisione commerciale. Non sto chiedendo soldi al Parlamento, né al Governo, né alla Commissione Bilancio, dove per altro c’è qualcuno che dice che non si deve pagare il canone; noi vogliamo quello che ci spetta”.
E’ intanto stato approvato venerdì il bilancio 2011 che ha incassato l’ok dell’assemblea dei soci con 4,1 milioni di attivo, atto che sancisce la scadenza del Cda. Per il secondo, però, bisognerà attendere il 6 giugno: solo allora, forse, si conosceranno i nuovi vertici della tv pubblica. Un mese di tempo per consentire al Governo e alle forze politiche di trovare un’intesa sulla governance.
“E’ di tutta evidenza – ha spiegato Garimberti – che l’azienda continuerà a essere gestita collegialmente dagli attuali amministratori e dal dg (secondo le regole della governance indicate dalla legge speciale Rai), fin quando interverranno le determinazioni degli azionisti ai sensi del codice civile”.
Secondo l’iter, una volta approvato il bilancio, il presidente della commissione di vigilanza convoca la commissione per avviare le procedure di rinnovo dei membri di sua competenza del Cda (l’altra parte compete all’azionista, cioè al ministro dell’Economia).
Zavoli ha però preso tempo in attesa delle mosse del governo, che ha cominciato a valutare i curricula ricevuti (Leggi Articolo Key4biz).
L’ufficio di presidenza della Vigilanza ha, infatti, dato mandato al presidente di prendere contatti con il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda ed eventualmente con Mario Monti per conoscere le indicazioni dell’esecutivo.
Sperando che nel frattempo si riesca a uscire da questa situazione di stallo determinata da un lato del Pd, fermamente convinto della necessità di modificare la legge vigente e approvare un minidecreto che tagli anche il numero dei consiglieri da nove a cinque oltre a rafforzare i poteri del presidente, e dall’altro il Pdl vorrebbe che le nomine fossero fatte in ottemperanza dell’attuale legge Gasparri.
Già circolano i primi nomi, Francesco Caio, Rocco Sabelli, Claudio Cappon, Giancarlo Leone, Giulio Anselmi, ai quali si sono aggiunte le auto-candidature di Michele Santoro e Carlo Freccero, rispettivamente a direttore generale e presidente della Rai.
Nelle ultime ore s’è fatto anche il nome del direttore del Corsera, Ferruccio De Bortoli, e della giornalista Rai Milena Gabanelli, che ha però stoppato ogni rumors.
I sindacati sono intanto sul piede di guerra: Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Snate avvieranno dal 7 maggio un referendum tra i lavoratori ‘per sfiduciare’ i vertici Rai e due giorni dopo fermeranno la produzione televisiva e radiofonica dalle 19 alle 21.