Italia
Sabato 5 maggio Poste Italiane festeggeranno i 150 anni di attività. Un’azienda che è cresciuta nel tempo e che oggi rappresenta il primo datore di lavoro in Italia con circa 150 mila addetti.
Il segreto? Aver saputo raccogliere le sfide del cambiamento, sposando le nuove tecnologie dotando i dipendenti di palmari, introducendo nuovi servizi online di mPayment e formando un team di esperti contro le frodi online, dallo spamming al phishing.
Massimo Sarmi è a capo del gruppo da 10 anni, una posizione privilegiata per osservare e analizzare le due facce della medaglia: da una parte la crisi economica (-5% nel 2011 per i servizi tradizionali) e dall’altra il potenziale dell’innovazione (+1,2% nel 2011 per i servizi finanziari).
“Le attività tradizionali di corrispondenza sono ormai circa il 30% di Poste Italiane – ha dichiarato Sarmi in un’intervista al Sole24Ore – ora puntiamo sui prodotti finanziari di innovazione. Vogliamo restare sul territorio, come marchio forte e credibile, creando nuovi profili di lavoro”.
Grazie a un mix che mette insieme business tradizionale e servizi tecnologici (questi ultimi pesano il 12% sul fatturato), oggi Poste difende un profitto netto di 846 milioni di euro, sebbene in calo rispetto al miliardo del 2010.
Nonostante la flessione del mercato, ha sottolineato Sarmi, “Poste Italiane è riuscita e riesce a guadagnare quote e a far crescere i volumi”.
Non a caso la Bocconi nella ricerca “Innovazione e diversificazione nei servizi pubblici: il caso di Poste Italiane“, presenta l’azienda come case history nel panorama economico internazionale.
I ricercatori dell’Ateneo milanese hanno individuato i punti di forza e hanno messo in luce quelli che sono gli indicatori delle buone performance di Poste Italiane: la capacità di diversificazione dei suoi business, che la rende un caso per l’intera Europa, e il forte impulso per l’innovazione tecnologica applicata a diverse categorie di servizi.
E al centro della strategia di Poste c’è il connubio con le PMI e la promozione della tecnologie di cloud computing. “E’ uno dei nostri obiettivi prioritari”, ha detto Sarmi al Sole24Ore, spiegando che “Le piccole imprese usano tradizionalmente i normali software gestionali e amministrativi, mentre il ‘sistema cloud’ di Poste Italiane consentirebbe alle aziende di condividere programmi sofisticati di business continuity, di disaster recovery altrimenti impossibili per le compatibilità dei bilanci delle microimprese”.
Con l’appoggio sulla piattaforma cloud di Poste Italiane aumenta, invece, enormemente la capacità di computing e di memoria operativa senza contare che si può sempre fare affidamento sulle tecnologie di garanzia delle identificazioni e di comunicazione sicura di Poste Italiane.
Pagamenti tra persone e tra impresa e amministrazione pubblica, piattaforma di pagamento e per la gestione dei servizi finanziari di base completano le potenzialità del sistema ‘a nuvola’ tagliato su misura per le Pmi.
A luglio Poste lancerà un’offerta per le PMI con i sistemi di borsellino elettronico via Poste Mobile e con la cyber-security. Inoltre con il Crm, si può aprire un conto facendo tutta la modulistica online.
Sarmi è convinto che la logica cloud, finora usata per grandi progetti, avrà successo anche con clienti molto dispersi sul territorio e poco “informatizzati”.
“Finora – ha detto ancora l’ad di Poste al Sole24Ore – abbiamo usato questa piattaforma per grandi operazioni come la gestione integrata con Viminale e ministero dell’Economia dei permessi di soggiorno. Ne abbiamo protocollati 6 milioni, uno sforzo che non ha pari in Europa. Quanto alle Pmi, in estate inaugureremo il nostro nuovo data center a Torino: si tratta di una infrastruttura di quarta generazione che avrà la possibilità di erogare tutti i servizi cloud e sarà in grado di “misurarli” e “tariffarli” su scala anche molto piccola”.
Per quanto riguarda l’integrazione telefono-sportello, l’azienda è la prima la mondo: chi ha una sim di Poste Mobile può accedere da solo alla moneta elettronica e avere un borsellino elettronico facendo anche a meno della carta di plastica. Finora sono state registrate 60-70 milioni di piccole transazioni.
All’Avaya Cloud di Roma, Pietro Pacini, Responsabile Governo della tecnologia di Poste Italiane, ricordava come la sua azienda avesse da tempo messo su un private cloud system con 5 data center che gestiscono dati provenienti da 14 mila uffici postali: “Un sistema che ci consente un time market da primato, un elevato livello di sicurezza, una gestione più efficiente delle infrastrutture e dei flussi di dati che vi transitano, calcolabili in 20 milioni di bollettini postali al giorno”.