Europa
Il processo di riduzione dei costi del roaming dati all’ingrosso, in corso in Europa, potrebbe aprire la porta all’ingresso di Apple e Google nel mercato della telefonia mobile? Probabilmente sì, stando a un’analisi di Mark Newman di Informa Telecoms and Media, secondo cui questa possibilità sta “togliendo il sonno” a molti Ceo del settore, che potrebbero perdere il contatto coi loro clienti e, ovviamente, una buona parte dei loro ricavi.
Al momento, sottolinea l’analista, il mercato MVNO – degli operatori mobili virtuali – è frenato dalle alte tariffe dati all’ingrosso: i prezzi wholesale, infatti, non sono regolamentati e gli operatori tendono a mantenerli su livelli abbastanza alti da scoraggiare l’offerta, da parte degli operatori virtuali, di piani dati e offerte voce e sms competitive.
Ma le cose potrebbero cambiare in seguito all’approvazione dei tetti ai prezzi del roaming all’ingrosso per il periodo 2012-2017, che potrebbe avvenire nelle prossime settimane dopo l’accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea (leggi articolo Key4biz).
Dal primo luglio, in base alle nuove tariffe, il traffico dati – quindi la navigazione web – costerà al dettaglio 70 centesimi a megabyte, per poi scendere a 45 centesimi a megabyte da luglio 2013 e a 20 centesimi a megabyte da luglio 2014. All’ingrosso, nel 2014, il prezzo per megabyte del traffico dati non potrà superare 0,05 euro.
Questi tetti sono interessanti per due motivi, spiega Newman: primo perchè la differenza tra quelli all’ingrosso e quelli al dettaglio significa che c’è un ampio margine di competizione nel mercato del roaming dati, tale da giustificare l’investimento per la creazione di un MVNO. In secondo luogo, il prezzo di 0,05 euro per megabyte è, secondo i dati di Informa Telecoms & Media, all’incirca lo stesso praticato dagli operatori ai MVNO per i servizi dati nazionali.
Le nuove ‘eurotariffe’ sul roaming – che dovrebbero essere ratificate nelle prossime settimane – sono designate per aiutare sia gli operatori virtuali ‘nazionali’ che i futuri MVNO “roaming-only” a competere nell’offerta di servizi roaming agli utenti finali.
Allo stesso modo in cui gli operatori virtuali nazionali acquistano servizi sms e voce a un prezzo ‘scontato’ di circa il 50% rispetto ai prezzi al dettaglio, così potranno acquistare servizi roaming a un prezzo scontato del 50-70%.
Gli operatori virtuali ‘roaming-only’ potranno entrare nel mercato dal 2014 offrendo agli utenti contratti separati dai contratti nazionali ma sullo stesso numero di telefono.
I regolatori europei sono ancora alle prese con le questioni ‘tecniche’, che permetteranno agli operatori virtuali che offriranno il servizio di fatturarlo sul conto dell’operatore domestico dell’utente.
C’è infatti la preoccupazione che i costi legati all’attuazione di questo modelli possano superare i benefici per gli utenti finali.
Ma la vera domanda è: esiste un operatore con la popolarità e la portata tale da ritagliarsi uno spazio consistente nei servizi roaming virtuali? Attualmente non sembrano in tanti ed è qui che, secondo Newman, possono entrare in scena i produttori di smartphone, attraverso i loro store di applicazioni.
Per evitare brutte sorprese in bolletta al rientro di un viaggio, sono molti gli utenti che disattivano i servizi dati quando varcano i confini del proprio paese privandosi quindi della possibilità di usare internet in mobilità proprio nel momento in cui ne avrebbero maggiormente bisogno.
Una situazione frustrante per molti: per Google ad esempio, la disattivazione dei servizi dati significa l’azzeramento dei profitti pubblicitari.
Per player come Google ed Apple, dunque, il roaming data potrebbe essere un’opportunità da non sottovalutare, dice Newman, innanzitutto perchè il profilo dell’utente tipo di queste due aziende è quello del perfetto ‘roamer’, ossia una persona benestante che viaggia e usa lo smartphone anche per lavoro. Entrambe, inoltre, potrebbero vendere il servizio sui loro negozi virtuali (l’App Store per Apple e Google Play).
Le due società, che già stanno creando non pochi problemi agli operatori mobili, potrebbero dunque mettere in piedi un MVNO e poi negoziare con gli operatori di ogni paese, oppure, cosa più probabile, lavorare con un operatore virtuale che ha già accordi di roaming in essere.
Se Apple e Google entrassero nel mercato roaming e avessero successo, il passo successivo sarebbe l’ingresso nei mercati nazionali?
Forse è ancora presto per dirlo, ma – nota infine Newman – in diversi mercati europei il livello di competizione è talmente alto che, ragionando opportunisticamente, un operatore potrebbe giungere alla conclusione che avrebbe più da guadagnare che da perdere nel diventare partner all’ingrosso di un produttore. E quando e se questo succederà, “Google ed Apple potranno diventare operatori mobili a pieno titolo”.