Agcom: Risoluzione del Pd, ‘Confronto pubblico e trasparente sulle nuove nomine’

di Raffaella Natale |

Il PD chiede al governo di favorire, inoltre, la scelta di personalità molto competenti in tutti i settori di intervento delle medesime Autorità, e non soltanto in campo giuridico-amministrativo, garantendone l’effettiva indipendenza.

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Stringono i tempi e si avvicina la scadenza dell’attuale Consiglio Agcom (metà maggio), mentre monta la protesta sui criteri di nomina dei consiglieri di questo organo che, appena insediato, avrà da prendere importanti decisioni, dall’asta delle frequenze al futuro mercato della banda larga mobile.

 

In una Risoluzione il Gruppo PD nella Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera ha domandato al governo di impegnarsi a promuovere un confronto pubblico e trasparente con il Parlamento che preveda la presentazione dei curricula dei candidati alle Autorità di regolazione e controllo, delle specifiche audizioni atte a delineare la competenza e l’autonomia di ciascun candidato, al fine di effettuare una scelta propedeutica per la crescita dell’economia del Paese e per garantire la tutela dei diritti del consumatore.

E ancora, a favorire la scelta di personalità molto competenti in tutti i settori di intervento delle medesime Autorità, e non soltanto in campo giuridico-amministrativo, garantendone l’effettiva indipendenza, con rigorose incompatibilità sia in relazione alla politica ma anche alle grandi forze economiche del settore, evitando, quindi, situazioni di conflitto di interesse legati a incarichi ricoperti nella magistratura amministrativa – competente a giudicare sui ricorsi contro le decisioni delle Autorità – o nelle imprese – ora regolate e vigilate – e in politica.

 

La Risoluzione porta la firma di Paolo Gentiloni, Mario Lovelli, Michele Meta, Costantino Boffa, Fulvio Bonavitacola, Daniela Cardinale, Enrico Gasbarra, Dario Ginefra, Franco Laratta, Pierdomenico Martino, Giorgio Merlo, Mario Tullo, Silvia Velo e Sandra Zampa.

 

L’articolo 23 del decreto “Salva Italia”, approvato dalle Camere lo scorso dicembre, prevede la riduzione dei commissari Agcom da otto a quattro, lasciando però inalterati i criteri per la loro nomina. Così se prima ogni parlamentare poteva esprimere il voto indicando due nominativi, ora potrà votarne, sempre a maggioranza semplice, solo uno. Il risultato è che, escluso il presidente, di nomina governativa, almeno due dei quattro nuovi membri dell’organismo saranno diretta espressione del gruppo parlamentare più forte, il Pdl (Leggi Articolo Key4biz).

 

Una questione su cui già il commissario Agcom Nicola D’Angelo e il senatore del Pd Luigi Zanda hanno puntato il dito. Lo stesso D’angelo sul proprio blog ha pubblicato il link alla petizione ‘Vogliamo trasparenza‘ sulle nuove nomine dell’Agcom, del Cda Rai e del Garante Privacy e in un post di ieri ha illustrato i cambiamenti dentro l’Autorità con le nuove norme.

 

Riuscirà, con questi criteri di nomina, la nuova Autorità a garantire quel pluralismo e quella libera concorrenza necessari per l’asta delle frequenze televisive?

 

Un argomento sul quale Marco Orofino, Ricercatore di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano, ha offerto una dettagliata analisi evidenziandone le problematiche intrinseche (Leggi Articolo Key4biz).

La possibilità per la maggioranza di Governo di scegliere tutti i membri del collegio, scrive Orofino, rischia di porre a rischio l’indipendenza dell’Agcom, aprendo anche un contenzioso con l’Unione Europea.

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