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YouTube perde causa su diritto d’autore in Germania. Intanto Google chiude il servizio One Pass per gli editori

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I giudici tedeschi hanno chiesto a YouTube  di rimuovere dai suoi server 12 video musicali i cui diritti appartengono alla società GEMA, equivalente alla nostra SIAE, che aveva presentato una denuncia presso il tribunale di Amburgo.

La sentenza di primo grado – molto attesa dall’industria della musica e di internet e contro la quale comunque si potrà ricorrere in appello  – riguarda però solo 7 tracce perché le altre 5 sono ormai introvabili sulla piattaforma di video-sharing di Google.

YouTube adesso rischia una multa fino a 250 mila euro per ogni video che continuerà a rendere disponibile sulla propria piattaforma senza autorizzazione da parte della GEMA.

Le due società avevano stipulato un accordo scaduto nel 2009 e non rinnovato. Adesso la GEMA chiede un risarcimento calcolato in 12 centesimi a click per ogni video. Una somma che però YouTube reputa spropositata e spera di poter riaprire le trattative con la società di gestione collettiva dei diritti d’autore, consapevole che se il tribunale decidesse di accogliere la richiesta di indennizzo della GEMA, questo creerebbe un precedente importante sui diritti dei video postati sul proprio sito.

“Spero che la GEMA torni a negoziare”, ha commentato Kay Oberbeck, portavoce di Google Deutschland.

Il legale di GEMA, Kerstin Bäcker, ha chiesto alla web company di prendere tutte le misure necessarie atte ad evitare che in futuro possano esserci altre violazioni dei diritti d’autore.

 

Intanto Google, stando ad alcune informazioni pubblicate ieri sul blog, ha deciso di abbandonare il proprio servizio One Pass che offriva agli editori della stampa un sistema di pagamento per consentirgli di vendere contenuti online (Leggi Articolo Key4biz).

“One Pass è stato chiuso“, ha indicato Google, annunciando che l’azienda sta lavorando con i suoi attuali partner per assicurare il passaggio da One Pass verso altre piattaforme.

“Continueremo a lavorare con gli editori per predisporre nuovi strumenti” che possano essere utili, ha detto ancora il gruppo, senza tuttavia spiegare precisamente quali sono le ragioni di questa decisione.

Si tratta di un intervento, ha indicato Google, che precede una profonda ‘pulizia’ che riguarderà diversi prodotti e consentirà alla compagnia di concentrarsi su un certo numero di progetti per evitare dispersioni.

 

One Pass era stato lanciato nel febbraio 2011 e proponeva agli editori di vendere contenuti in cambio di una commissione del 10%. Il servizio era nato per poter concorrere con Apple che fattura cifre nettamente superiori con un’offerta simile.

Con One Pass viene anche meno Google Sync for BlacBerry. A partire dal 1 giugno 2012 terminerà, infatti, il supporto per gli smartphone di casa RIM. Cessa anche l’aggiornamento del programma Picasa per Linux.

 

Altra novità è che Google lancerà questa settimana ‘Adwords for Video‘, sistema di link sponsorizzati che verrà adattato a YouTube.

In pratica gli inserzionisti potranno scaricare i loro video pubblicitari con la loro interfaccia Adwords, fissare il prezzo massimo che intendono pagare per ogni video visto, il target a cui rivolgersi, la dimensione dell’annuncio, o il supporto desiderato (web, cellulare, tablet…).

La pubblicità-video verrà, poi, integrata ai contenuti di YouTube secondo lo stesso principio di Adwords.

 

La pubblicità viene fatturata solo quando viene guardata dall’utente. Google può, infatti, garantire all’inserzionista che lo spot venga visto per intero grazie a TrueView, sistema che consente di chiudere la pubblicità che parte prima di un video.

Se l’utente non clicca su ‘chiudi’ allora il costo della pubblicità verrà addebitato all’inserzionista. Secondo Google, gli utenti guarderanno su YouTube tra il 15% e il 45% delle pubblicità trasmesse.

Per la web company la sfida è monetizzare il successo di YouTube che registra 800 milioni di visitatori unici al mese nel mondo.

Le revenue generate dalla piattaforma sono però ancora minoritarie per il gruppo. Per Citi Investment Research, quest’anno dovrebbero superare il miliardo di dollari.

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