Italia
Ma perchè una città deve parlare di Remix? Perchè una città è fatta di Remix. Questa la conclusione che porta Reggio Emilia, la capitale della cooperazione, a proporsi come terminale e raccolta delle esperienze del remix digitale. Stiamo parlando di quel linguaggio che ormai attraversa tutta la rete, basato sul riuso, reimpaginazione, adattamento e combinazione di prodotti, competenze e servizi altrui.
Il Remix è la lezione che la rete ci sta impartendo da anni: in regime di abbondanza, quando la partecipazione alla produzione coincide con il consumo, allora la selezione e la contestualizzazione di quello che è già stato prodotto prevale sulla creazione ex novo. Come diceva Roland Barthes “tutta la letteratura non è altro che un’unica citazione”.
Oggi potremmo parafrasare, affermando che tutte le città altro non sono che un’ottimizzazione di quanto è stato pensato e realizzato: nei servizi, nelle relazioni, nei progetti. Cosà è la pianificazione urbanistica, se non un continuo remix del territorio? Cosa è la partecipazione amministrativa, se non l’opportunità di utilizzare le risorse e le capacità dei cittadini per organizzare il territorio? Da questo partiamo a Reggio Emilia negli ultimi due week end di Aprile per l’Anteprima dell’Atelier Internazionale del Remix.
In due tornate saranno illustrati i temi e le soluzioni che verranno sviluppate nel corso dell’evento che si terrà il prossimo autunno.
Tre le direttrici di marcia: comunicazione, educazione, territorio. Tre temi che si basano costantemente sull’esperienza di una ormai diffusa e articolata sussidiarietà sociale. Con Derrik De Kerchove, i dirigenti dell’Anci, le web Tv regionali, il sistema dell’informazione radiotelevisiva, discuteremo di come oggi la notizia sia una continua conversazione fra il giornalista e l’utente, e di come l’ente territoriale – comune o regione – adotti l’informazione come linguaggio per riorganizzare ed erogare i servizi comuni. Nella seconda tornata, al centro del confronto l’educazione, intesa come terreno su cui sperimentare una progressivo coinvolgimento delle famiglie nella gestione dei servizi formativi. Un esperimento che verrà collocato proprio a Reggio Emilia, la città accreditata delle migliori scuole dell’obbligo del mondo, secondo la storica inchiesta di Newsweek.
A rendere più succoso il progetto sarà un continuo confronto fra mondo della rete e la ramificazione del sistema cooperativo, che oggi, con l’esplodere delle pratiche di social network, basate proprio su un’istintiva collaborazione fra individui, perde l’esclusiva sociale di essere l’unico soggetto economico basato sulla cooperazione come capitale aziendale.
Come ripensare le cooperative al tempo di Facebook? È la provocazione che terrà aperto il cantiere di lavoro fino al prossimo autunno. E Reggio arriva al confronto forte anche di una vocazione storica per l’innovazione, che è stata confermata proprio in questi giorni con la decisione, prima città europea, di dedicare una piazza a Steve Jobs. Una scelta non gratuita o di pura immagine. Steve Jobs è parte della storia della città del tricolore. Infatti proprio Reggio fu la prima città al mondo nel 1978 a commercializzare con un concessionario il famoso AppleII.
E Lo stesso Steve Jobs proprio a Reggio Emilia, nel 1984 iniziò il suo primo viaggio europeo. Proprio il caso di dire che la classe non è acqua.
Il programma dell’evento Atelier Internazionale del Remix