Tlc: ricavi in calo dell’1,8% l’anno per i prossimi tre anni. Le telco cambino modello di business per sopravvivere

di Alessandra Talarico |

Condizioni macroeconomiche sfavorevoli, interventi regolamentari e rafforzamento della concorrenza degli operatori OTT metteranno a dura le telco. Ma nulla è perduto. Un report di Arthur D. Little ed Exane BNP Paribas fa il punto.

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I ricavi delle telecomunicazioni e della Pay-Tv scenderanno in media dell’1,8% l’anno da qui al 2015, spingendo i player del settore verso nuovi modelli economici e creando le basi per una nuova concentrazione nel settore.

È quanto emerge da uno studio di Arthur D. Little ed Exane BNP Paribas, secondo cui il passaggio a un “mondo all-IP, in cui ogni cosa è connessa” rappresenta sì una minaccia per i ricavi ‘core’ legati alla voce e agli sms, ma anche un’opportunità significativa per “estrarre valore dai mercati adiacenti”.

 

Il report, dal titolo emblematico ‘Telecom Operators: Let’s Face It‘,  sottolinea che questo declino sostanziale e costante dei ricavi principali è dovuto alla nefasta combinazione di diversi fattori: “condizioni macroeconomiche sfavorevoli, interventi regolamentari e rafforzamento della concorrenza degli operatori OTT” come Google, Apple e Skype.

 

Le telco, in particolare, dovranno aspettarsi una più forte cannibalizzazione dei ricavi da parte degli OTT nel segmento mobile (voce e sms) ma potranno avvantaggiarsi di una crescita nel segmento del fisso, trainata dall’accelerazione dell’adozione della fibra ottica e delle tecnologie via cavo, e della possibilità di lanciare contenuti propri o in partnership con altre aziende.

 

La nuova realtà ‘all-IP’, inoltre, crea importanti opportunità per le telco, che possono entrare in mercati ‘adiacenti’, quali i servizi finanziari, l’energia, le utilities, il comparto automobilistico.

I ricavi potenziali, secondo gli analisti, potrebbero raggiungere il 4-9% del fatturato dei grandi operatori telefonici entro il 2015. “una cifra significativa ma non abbastanza per invertire la generale tendenza negativa”.

 

In questo contesto, suggerisce il report, gli operatori devono quindi intraprendere programmi di trasformazione sia dei costi operativi – puntando su un modello di business  ‘online-centrico’ – che degli investimenti (consolidamento della rete, condivisione).

Tuttavia, saranno richiesti cambiamenti più incisivi che – prevede il report – modificheranno l’attuale assetto del mercato, portando alla nascita di mega operatori, specialisti locali e operatori delle infrastrutture. Di conseguenza, il mercato sarà caratterizzato da un fase di trasformazione organizzativa e da una serie di fusioni e acquisizioni che permetteranno di affrontare in maniera adeguata questi cambiamenti.

 

“A fronte del declino dei ricavi core e delle forti sfide poste in essere dagli over-the-top, gli operatori europei dovranno progettare e realizzare nuovi modelli di business, nonché esaminare le opportunità dei ricavi nei mercati adiacenti”, ha dichiarato Didier Levy, di Arthur D. Little.

“Prevediamo un trend negativo dei ricavi per gli operatori di telecomunicazioni, il che aumenta la necessità di ristrutturare la struttura dei costi anche attraverso la condivisione delle reti per ridurre la pressione sul free cash flows”, ha concluso Antoine Pradayrol di Exane BNP Paribas.

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