Apple: il titolo sotto pressione. Gli operatori pronti ad abbandonare le sovvenzioni sull’iPhone?

di Alessandra Talarico |

Martedì prossimo la società presenterà i risultati. Intanto, sulla scia dei timori per il dietrofront degli operatori Usa e per la contrazione delle vendite di tablet, la società ha chiuso 5 sedute consecutive in negativo. Non accadeva da sei mesi.

Stati Uniti


Apple

Quanti iPhone ha venduto Apple tra gennaio e marzo? Fortune ha interpellato 48 analisti che si sono cimentati nel tentativo di prevedere quello che è il parametro fondamentale per l’azienda di Cupertino, che nel frattempo sta registrando in Borsa performance negative, che hanno riportato il titolo al di sotto della barra dei 600 dollari.

Secondo gli analisti di Wall Street, Apple ha venduto nel trimestre appena archiviato tra 26 e 33,1 milioni di iPhone: una media di 30,5 milioni rappresenterebbe un incremento annuale del 63,8%.

 

Stando invece agli analisti indipendenti, il range è compreso tra 31,5 e 44 milioni. Una media di 37,2 milioni di iPhone rappresenterebbe un aumento del 99,9% rispetto allo scorso anno.

 

Tenendo conto dei pareri dei 6 analisti che hanno rilasciato le stime più precise negli ultimi 5 trimestri, Apple dovrebbe vendere 35,1 milioni di iPhone, in aumento dell’88,5% su base annua.

 

Ma cosa sta succedendo in Borsa? La società ha messo a segno 5 sedute consecutive in negativo e questo non accadeva da sei mesi. Lunedì, l’azione ha perso il 4,15% e da martedì scorso ha lasciato sul terreno l’8,5% mentre il Nasdaq ha perso solo il 3%. Il titolo vale attualmente 580 dollari dopo che martedì scorso aveva toccato la soglia dei 600, impresa che era riuscita solo a Microsoft nel 1999, facendo credere a molti – incluso l’influente analista Gene Munster di Piper Jaffray – che l’azienda era sulla buona strada per arrivare in fretta a una capitalizzazione da 1.000 miliardi di dollari.

 

Ma a cosa è dovuto questo nervosismo? Due gli analisti che hanno innescato la miccia dell’allarme: Walter Piecyk di BTIG ha abbassato il rating sul titolo, passandolo a ‘neutro’. Una decisione basata sulla convinzione che gli operatori mobili si stiano avviando verso una diminuzione delle sovvenzioni per l’acquisto degli iPhone e degli smartphone in generale, che hanno un forte impatto sui loro margini di guadagno. La settimana scorsa, in effetti, Verizon – il primo operatore americano – ha annunciato l’intenzione di applicare un supplemento di 30 dollari per gli utenti che decidono di cambiare dispositivo.

 

Gli analisti di Wadge Partners hanno quindi sottolineato che le vendite di iPad cominciano a calare prevedendo anche la possibilità che le vendite siano nettamente inferiori alle attese di Wall Street nel trimestre. I rumors sulla prossima uscita di un mini-iPad che dovrebbe contrastare il Kindle Fire di Amazon e il Nook Tablet di Barnes & Noble, hanno quindi alimentato le speculazioni sui margini dell’azienda.

 

Apple pubblicherà i risultati relativi al secondo trimestre dell’anno fiscale martedì, dopo la chiusura delle Borse.

Gli analisti attendono un utile per azione di 9,89 dollari, pari a un profitto di 9,2 miliardi. Il fatturato è previsto in crescita del 47% a 36,3 miliardi di dollari.

A fine dicembre, Apple disponeva di liquidità per 97 miliardi di dollari e sempre secondo le stime degli analisti, questo parametro ha ormai superato i 110 miliardi. Nei prossimi tre anni, la società verserà dividendi per 45 miliardi.

 

“Apple ha bisogno di respirare”, ha affermato l’analista Rick Bensignor di Merlin Securities. Dall’inizio dell’anno. il titolo ha iniziato una progressione storica: dai 411 dollari del 3 gennaio è arrivata in men che non si dica a 500 e poi a 600 dollari. Martedì mattina, toccando i 644 dollari, l’azione registrava una crescita del 57% dall’inizio dell’anno permettendo al Nasdaq di superare nettamente gli altri indici americani.

Una correzione non è dunque così sorprendente. Sempre gli analisti di Wadge Partners, infatti, sottolineano che senza dubbio Apple rappresenta ancora la migliore azienda hi-tech: “Il prezzo delle azioni – dicono – è già crollato in passato” e potrebbe ripetersi un rallentamento delle performance in questo trimestre, eventualità che non farebbe altro che “riportare il titolo sulla terra”.

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