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Slitta al 20 aprile la data ultima per poter registrare un nuovo dominio internet personalizzato invece dei classici suffissi come .com o .org.
A causa di un guasto informatico, infatti, l’ICANN, organizzazione internazionale non profit, ha spostato di otto giorni la deadline inizialmente fissata al 12 aprile, per ‘motivi di sicurezza’.
“Abbiamo appreso dell’esistenza di un potenziale problema col software di registrazione (…) che ha permesso a un limitato numero di utenti di vedere i nomi dei file e le username di chi usava questo programma“, ha spiegato Akram Atallah, direttore dell’ufficio informatico dell’ICANN.
Aggiungendo: “Per precauzione e per proteggere i dati dei candidati, abbiamo deciso di bloccare la pubblicazione del sistema”.
Da gennaio, infatti, l’ICANN ha aperto l’iter per depositare la candidatura volta a ottenere un dominio personalizzato: al posto dei classici .com, .net, .org o .it, gli indirizzi potranno adesso terminare con, ad esempio, .apple, .sony, .milano.
Un ampliamento necessario, ha detto l’ICANN, per via dell’esplosione del numero degli utenti internet, 2 miliardi di persone nel mondo, di cui la metà in Asia.
Attualmente, i domini sono limitati a singoli paesi, come .uk (Gran Bretagna) o .it (Italia), al commercio (.com), e alle organizzazioni istituzionali (.net o .org), ma, a partire da quest’anno, ogni persona fisica potrà registrare un dominio sulla base del proprio nome, mentre le compagnie potranno registrare facilmente indirizzi legati al contenuto del settore in cui operano.
La lista di chi ha inoltrato una domanda sarà resa nota il 30 aprile. Alcune aziende hanno già segnalato di aver inviato la loro proposta. Canon, ad esempio, vuole ricevere “.canon”. Google ha dichiarato di aver partecipato, ma non ha specificato per quali suffissi.
Sicuramente anche Apple non si lascerà sfuggire l’occasione di capitalizzare il suo patrimonio d’immagine con un bel numero di domini privati.
Anche se l’ICANN l’ha presentata come una ‘rivoluzione’, non sono mancate le critiche alle nuove estensioni, di cui probabilmente potranno avvantaggiarsi solo le grandi aziende. Esiste infatti un’importante barriera economica perché, per ottenere un nome di dominio personalizzato, bisognerà pagare 185 mila dollari più 25 mila dollari all’anno. Secondo le prime stime, si parla di una spesa che per il primo anno potrebbe attestarsi tra 300 mila e 400 mila euro per il primo anno, per poi attestarsi su una cifra di decine di migliaia di euro l’anno.
Una seconda difficoltà è rappresentata dai prerequisiti tecnici e finanziari imposti dall’ICANN, che chiede alle aziende impegni precisi a garanzia del mantenimento dell’estensione, dal momento che a differenza dei classici nomi di dominio, le nuove estensioni verranno inserite nella ‘root’ del web e diventeranno quindi una vera e propria ‘parte di internet’.
I titolari dei grandi marchi, inoltre, hanno espresso forti dubbi soprattutto per il fatto che molti suffissi potrebbero creare contrasti tra i vari aventi diritto dando vita a nuovi abusi della proprietà intellettuale. Per evitare controversie, in questi casi l’ICANN ha previsto la messa all’asta del suffisso conteso.