Stati Uniti
Apple prende ufficialmente posizione contro le accuse mosse dal Dipartimento di Giustizia USA, sul presunto cartello con gli editori sul mercato eBook.
La società di Cupertino, dopo mesi di silenzio, è uscita allo scoperto per dire che si tratta di insinuazioni “semplicemente false“.
Natalie Kerris, portavoce del gruppo, ha dichiarato che “il lancio dell’iBookstore nel 2010 ha supportato l’innovazione e la concorrenza, ponendo fine al monopolio di Amazon nel settore dell’editoria”.
Ma l’Antitrust statunitense, così come quello europeo, sostengono diversamente che la strategia messa in piedi da Apple, che permetteva agli editori di stabilire i loro prezzi, richiedendo però che essi non vendessero i loro eBook a prezzi inferiori altrove, abbia costretto i consumatori a pagare cifre molto più alte di quelle che in realtà avrebbero dovuto corrisponde (Leggi Articolo Key4biz).
Il responsabile per la concorrenza presso il Ministero USA di Giustizia, Sharis Pozen, ha spiegato che “La cospirazione ha avuto l’effetto di alzare il prezzo dei libri digitali dall’oggi al domani”, portando gli utenti a pagare da 2 a 3 dollari in più per titolo digitale.
“Insieme, Apple e gli editori, hanno raggiunto un accordo che ha consentito di annullare la concorrenza (quello che volevano tutti), alzare nettamente i prezzi dei libri digitali (quello che volevano gli editori), e fissare un 30% fisso per Apple su ogni eBook venduto (quello che voleva Apple)”.
Kerris ha difeso l’attuale modello di pricing, sostenendo che questo è uguale a quello dello store dell’azienda: “Allo stesso modo in cui abbiamo lasciato stabilire i prezzi nell’App Store agli sviluppatori, così gli editori possono determinare i prezzi nell’iBookstore“.
Ricordiamo che insieme ad Apple, sono stati citati in giudizio gli editori Penguin e Macmillan. Mentre Hachette, Harper Collins e Simon & Schuster hanno raggiunto un accordo stragiudiziale con il DOJ per evitare il processo.
I tre editori si sono impegnati “ad accordare ai retailer, come Amazon e Barnes & Noble, la libertà di fissare il prezzo dei loro titoli digitali“, ha detto il Ministro USA della Giustizia Eric Holder che l’ha definita “una grande vittoria per i proprietari del Kindle”.
Dovranno inoltre porre fine agli accordi siglati con Apple, che garantivano all’azienda di Cupertino le tariffe più basse sul mercato.
Hachette e Harper Collins si sono, inoltre, impegnati a risarcire i consumatori del Texas e del Connecticut con oltre 51 milioni di dollari. Il Dipartimento ha stimato i danni in decine di milioni di dollari.
“Siamo felici d’essere autorizzati ad abbassare il prezzo sulla maggior parte dei libri“, ha commentato Amazon.
Secondo alcuni osservatori le prossime mosse del grande distributore online non dovrebbero farsi attendere. E’ infatti possibili che abbatta il prezzo dei propri bestseller da 14,99 a 9,99 dollari, lo stesso del periodo precedente l’arrivo dell’iPad.
All’epoca Amazon controllava il 90% del mercato eBook. L’arrivo nel 2010 del tablet di Apple ha scombinato le carte, determinando l’arretramento del proprio eReader Kindle e l’erosione della propria posizione dominante.
Oggi l’azienda guidata da Jeff Bezos controlla il 60% del mercato, mentre il Nook di Barnes&Noble il 25% e Apple dal 10 al 15%.
Secondo le stime di Peter Cohan, pubblicate da Forbes Magazine, se Amazon decidesse di giocare questa carta, il prezzo dei libri digitali cadrebbe del 33% e costerebbe 252 milioni di dollari ad Apple da qui al 2015.
Con una quota minoritaria sul mercato eBook valutata in 1 miliardo di dollari, l’azienda di Cupertino non potrebbe che seguire il proprio competitor e abbassare a sua volta i prezzi, sperando di recuperare terreno.
Anche se i consumatori saranno i primi beneficiari di questa situazione, alcuni si chiedono se il Dipartimento di Giustizia statunitense non si sia sbagliato.
Il mese scorso Scott Turow, presidente di Authors Guild, ha espresso i propri timori in una lettera aperta al DOJ, commentando: “Il nostro governo sarebbe sul punto di uccidere la vera concorrenza per preservare la concorrenza apparente” (Leggi Articolo Key4biz).
In altre parole, consolidare il monopolio di Amazon.
L’American Booksellers Association ha reagito all’annuncio del processo, criticandone la logica di contestazione di un business model che “ha contribuito a diversificare e rendere più competitiva la distribuzione dei libri”.