Stati Uniti
Apple e i più grossi editori del mondo sono stati citati in giudizio dal Dipartimento di Giustizia USA, con l’accusa di aver fatto cartello sul mercato dell’eBook.
A parte il colosso di Cupertino, l’inchiesta coinvolge Hachette (Lagardère), Harper Collins (News Corp) e Simon & Schuster (CBS), Penguin (Pearson) e Macmillan (Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck) (Leggi Articolo Key4biz).
La denuncia arriva un giorno dopo la notizia che Apple ha superato la soglia dei 600 miliardi di dollari, consolidando la sua posizione di leadership globale.
Al centro del fascicolo aperto dal Dipartimento USA, ma anche dall’Antitrust Ue, le differenti modalità con cui viene fissato il prezzo dei libri digitali rispetto a quelli cartacei.
Per i libri fisici gli editori fissano un prezzo all’ingrosso, di solito la metà di quello di copertina, e lasciano liberi i rivenditori di scegliere a quanto vendere quel titolo.
Inizialmente questa formula era stata adottata anche per gli eBook per poi essere sostituita da un contratto di agenzia.
Secondo questo schema, gli editori stabiliscono il prezzo di un libro che l’agente vende trattenendo per sé il 30%. Questo modello è stato ampiamente adottato grazie soprattutto alla spinta di Apple che, come garanzia, chiede solo che gli eBook non vengano venduti a prezzi più bassi ad altri retailer.
Ma le Autorità hanno visto in questo passaggio al nuovo modello, una misura protettiva per ostacolare l’avanzata di Amazon sul mercato dei libri digitali che ha praticato una politica molto aggressiva di tagli sui prezzi per incentivare le vendite del proprio eReader Kindle.
Il modello imposto da Apple s’è rapidamente esteso. Gli editori ritengono che sia stato benefico perché ha consentito l’emergere di nuovi venditori di libri elettronici.
Ma le Autorità antitrust non la pensano così, anzi, per loro ha l’effetto di tirare i prezzi al rialzo.
Dalla sua, Bruxelles vuole capire se i cinque editori e Apple “abbiano stipulato accordi illegali o si siano impegnati in pratiche con lo scopo o l’effetto di restringere la concorrenza”.
La Commissione Ue ha fatto sapere che indagherà anche sulla natura e le clausole dei contratti di agenzia conclusi tra i cinque editori e i rivenditori per quel che riguarda la vendita di libri elettronici.
L’esecutivo europeo teme, infatti, che queste pratiche violino le regole Ue che vietano cartelli e pratiche commerciali anticoncorrenziali (Art. 101 del Trattato Ue).
Nel marzo 2011 la Commissione ha ordinato una serie di ispezioni nelle principali case editrici europee, sospettate d’aver costituito un cartello sul mercato dell’eBook, violando le norme che vietano pratiche anticoncorrenziali (Leggi Articolo Key4biz).
La questione è altamente importante e necessita di una pronta soluzione anche alla luce dei recenti dati che indicano come stia crescendo la passione per i libri digitali.
Il 21% degli americani ha letto un eBook lo scorso anno anche grazie alla forte impennata degli acquisti di device mobili: tablet ma soprattutto eReader come il Kindle di Amazon o il Nook di Barnes & Noble.
Si tratta, però, di un mercato ancora alla ricerca di un valido modello di business e dove manca un quadro regolamentare certo e chiaro.
Strettamente correlata al decollo del mercato eBook è anche la questione dell’IVA molto più alta rispetto a quella applicata ai libri di carta.
In Francia è, infatti, in atto una dura battaglia, sostenuta da Nicolas Sarkozy, per la riduzione dell’IVA sugli eBook, atta a contrastare l’avanzata dei giganti americani del web in questo comparto (Leggi Articolo Key4biz).
Questione alquanto complessa sulla quale dovrà pronunciarsi la Ue e che implica ripercussioni importanti per tutta l’industria dell’editoria.