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Soglia record per il mercato mondiale dell’High Performance Computing (HPC) che supera per la prima volta i 10 miliardi di dollari di entrate.
Stando a un Report pubblicato da IDC, lo scorso anno le vendite di questi calcolatori superpotenti hanno fatto un balzo dell’8,4% a 10,3 miliardi di dollari, superando le previsioni che si fermavano al 7,2%.
Questa tecnologia ha preso una nuova direzione, adesso è in fase di democratizzazione, mentre prima era confinata all’universo della ricerca.
Queste macchine, che consentono di effettuare milioni di miliardi d’operazioni al secondo, e possono occupare fino a 1.000 mq di superficie, permettono alle aziende di rivoluzionare i loro processi di R&D e simulazione digitale.
L’industria sta progredendo nell’uso di questa tecnologia. Il mese scorso, Total ha annunciato l’acquisizione di un server di calcolo di 2,3 petaflop (2,3 milioni di miliardi di operazioni al secondo) per l’unità che si occupa di ricerca e produzione.
Obiettivo: sostenere i ricercatori nell’individuazione di nuovi giacimenti petroliferi, in modo da migliorare la simulazione digitale per ottimizzare il lavoro in questo comparto. Parliamo di uno dei più grossi supercalcolatori mai acquistati da una società privata.
Ma si possono fare anche altri esempi: Airbus s’è fatto consegnare a settembre un supercalcolatore che raggruppa 2.016 server per progettare i suoi futuri aerei, i produttori di automobili se ne servono per simulare la realizzazione dei loro veicoli.
La novità sta, invece, nel fatto che adesso anche le società di servizi cominciano a servirsi di HPC.
Anche banche come la Société Générale, Crédit Agricole o JP Morgan – che usano queste tecnologie per accelerare i tempi di calcolo dei rischi su finanziamenti e investimenti – possiedono diversi supercalcolatori.
Le PMI, invece, sono ancora poco presenti, perché sprovviste dei mezzi economici per comprare macchine il cui prezzo è superiore ai 500 mila dollari.
In realtà sono state avviate diverse iniziative che, in particolare, consentono alle aziende di sfruttare le potenzialità di queste tecnologie attraverso sistemi cloud, come sta avvenendo in Francia con il progetto ‘Iniziativa HPC-PMI’, che raggruppa Genci (Grand équipement national de calcul intensif), Inria e Oséo, che consente di mettere a disposizione delle piccole aziende le infrastrutture necessarie.
Per incentivare ancora di più questo mercato, sarà però necessario un sostegno dei poteri pubblici.
“E’ in gioco il posto di un Paese come la Francia in un settore ad altissima tecnologia“, ha sottolineato Philippe Miltin, vicepresidente di Bull.
Il 15 febbraio, la Commissione Ue ha annunciato che da qui al 2020 raddoppierà gli investimenti dedicati all’HPC, da 630 milioni di euro a 1,2 miliardi di euro (Leggi Articolo Key4biz).
Sarà sufficiente per competere con Stati Uniti, Giappone e Cina, le altre tre potenze impegnate nelle tecnologie di supercalcolo?