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Mediaset ha venduto la propria quota nella società olandese di forma televisivi Endemol.
In un comunicato molto stringato (due righe), la società di Cologno Monzese ha annunciato di aver posto fine a quest’avventura durata cinque anni.
“Mediaset ha venduto sul mercato il 6% circa del debito senior di Endemol (convertibile in azioni secondo i termini dell’accordo di rinegoziazione del debito di Endemol), che rappresenta la totalità della quota detenuta dal gruppo”.
L’incasso per la quota, inserita nel bilancio 2011 tra i titoli disponibili per la vendita, dovrebbe essere pari a circa 72 milioni di euro. Valore che gli analisti di Equita giudicano positivamente in quanto permette di ridurre il leverage della società. L’incasso per gli esperti di Intermonte dovrebbe in realtà essere intorno a 65-69 milioni, con un piccolo capital gain.
Mediaset ha rifiutato di commentare la notizia, non offrendo dettagli sull’acquirente che, probabilmente, è uno dei grandi fondi ancora partner, forse Apollo.
Secondo alcune fonti, interpellate dal Sole24Ore, la cessione è avvenuta a seguito di una offerta cash che ha riconosciuto a Endemol un valore complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, superiore a quello proposto dall’offerta di Time Warner di novembre (1 miliardo cash) (Leggi Articolo Key4biz).
Il gruppo attraverso Mediacinco, società controllata dall’azienda italiana e dalla divisione spagnola Telecinco, la banca Goldman Sachs e Cyrte Investments, i fondi di investimento del fondatore di Endemol, John de Mol, hanno rilevato Endemol nel 2007 da Telefonica per 3,46 miliardi di euro e detengono ciascuno una quota del 33%.
Ma ci sono adesso da considerare anche i creditori che hanno in mano la gran parte dell’esposizione debitoria di Endemol. Parliamo di banche come Barclays e Rbs, ma soprattutto hedge funds – oltre a Canterbridge e Apollo nomi come Providence e Avenue Capital – che hanno comprato titoli di debito a sconto sul mercato.
Lo scorso gennaio, Endemol ha annunciato d’essere pervenuta a un ‘accordo di principio’ con una maggioranza ‘significativa’ dei suoi creditori per la ristrutturazione del debito da oltre 2 miliardi di euro (Leggi Articolo Key4biz).
In questo contesto, Cyrte Investments e i fondi di investimento Apollo dovrebbero diventare gli azionisti più importanti di Endemol, rilevando la parte più grossa del debito, aveva indicato il 23 marzo un portavoce di Cyrte Investments.
Secondo Il Sole24Ore, la scommessa dei nuovi azionisti sarà quella di rivendere a prezzi vantaggiosi una società risanata: “Anche se le strategie industriali per il rilancio non sono al momento chiarissime, visto oltretutto che la presenza al vertice manageriale di una figura esperta di produzioni televisive, come l’italiano Marco Bassetti, potrebbe essere a rischio”.
Società di produzione olandese, con sede ad Amsterdam e fondata nel 1994, Endemol ha prodotto reality-show di successo come il ‘Grande Fratello’, ma anche ‘Star Accademy’, ‘La prova del cuoco’ e ‘Chi ha incastrato Peter Pan’. Con quasi 10 mila ore di programmazione l’anno, Endemol è la più grande società di produzione indipendente del mondo.
Stamani alla Borsa di Milano, Mediaset guadagnava l’1,47% a 2,07 euro in un mercato in rialzo dello 0,06%.
Per Mediobanca quella di Mediaset rappresenta la scelta migliore tra le poche opzioni sul tavolo, dato che con una quota del 6% il potere su Endemol sarebbe stato piuttosto limitato, mentre i 70 milioni di euro di cash-in aiuteranno la società in questo anno orribile per il mercato pubblicitario.
Detto questo “crediamo sia troppo presto per dire se questa mossa permetterà a Mediaset di ottenere prezzi migliori per i contenuti di Endemol piuttosto che un aumento dei costi vista la più bassa visibilità sui nuovi prodotti e la mancanza di interazioni con Endemol“, avvertono gli analisti della banca che proprio oggi hanno tolto il titolo Mediaset dal loro portafoglio ‘selected underperformers’ dopo mesi come ‘selected underperformer’.
“In linea con le nostre aspettative, a causa di una serie di risultati deboli e di un outlook modesto sulla pubblicità nel 2012, il titolo è sceso fino a 2 euro per azione dai 2,45 euro di metà febbraio”, si legge nella nota di Mediobanca. “Anche se la pubblicità resta debole e il primo trimestre di quest’anno sarà estremamente deludente, noi crediamo che il mercato abbia ormai scontato il flusso di notizie più negativo“, precisano gli analisti di Mediobanca. “La fine della saga delle frequenze sembra non essere così lontana: l’opzione più probabile potrebbe essere rappresentato da un basso costo d’asta con un limitato cash-out per le emittenti”.