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RIM, risultati deludenti. Jim Balsillie lascia anche il Cda, prossima la vendita?

Canada


Jim Balsillie lascia la presidenza del Cda di Research in Motion dopo aver lasciato, a gennaio con Mike Lazaridis, anche  il titolo di co-amministratore delegato del gruppo canadese che produce il BlackBerry.

Un nuovo rimaneggiamento della direzione, dunque, che si spera aiuterà l’azienda a ritrovare la fiducia degli investitori e dei clienti dopo un anno difficilissimo.

“Sono grato per questa rilevante esperienza e per l’opportunità di aver lavorato con eccellenti professionisti che hanno contribuito a trasformare una idea canadese in un successo globale”, ha affermato il co-fondatore di RIM nel comunicato con cui la società ha reso noto il suo ritiro.

 

Ieri, il gruppo ha presentato i risultati dell’anno fiscale conclusosi il 3 marzo 2012, che si è chiuso con un fatturato di 18,4 miliardi di dollari (in calo del 7% dai 19,9 miliardi dell’anno precedente)  e un utile netto di 1,3 miliardi di dollari (2,22 dollari per azione diluita) rispetto ai 3,4 miliardi di dollari dell’anno prima.  Il quarto trimestre si è chiuso con una perdita di 125 milioni di dollari (24 centesimi per azione) rispetto a un utile di 934 milioni (1,78 dollari per azione) dello stesso periodo 2011.

Il fatturato trimestrale ha registrato un calo del 25%, a 4,19 miliardi di dollari, rispetto ai 5,6 miliardi dell’esercizio 2011. Rispetto al trimestre precedente la flessione è stata del 19%.

Nel corso del trimestre, RIM ha venduto 11,1 milioni di BlackBerry – che conta 77 milioni di utenti nel mondo – e 500 mila tablet PlayBook.

Per tutto l’anno fiscale in corso, il gruppo ha confermato di attendere un’ulteriore pressione su fatturato e utili.

 

Nell’ambito di una ‘revisione globale’ della strategia aziendale, il nuovo Presidente e Chief Executive Officer Thorsten Heins ha annunciato anche altre due ‘partenze’ di peso: quella del responsabile dello sviluppo tecnologico David Yach e del responsabile delle operazioni internazionali Jim Rowan.

Heins ha sottolineato che il gruppo necessita di un “cambio di direzione sostanziale” e che nell’ambito di questa revisione, “verranno considerate tutte le opzioni strategiche, inclusa la possibilità di esternalizzare la produzione del BlackBerry o la vendita della società”.

 

“Durante le mie prime dieci settimane come CEO – ha affermato Heins – ho valutato diversi aspetti del contesto economico di RIM. La società ha grandi punti di forza che possono essere ulteriormente sviluppati per migliorare la performance finanziaria”.

 

Il titolo di RIM ha perso in un anno l’80% del suo valore – portando la capitalizzazione a 7 miliardi di dollari e facendo della società una preda appetibile sul mercato.

E così, quello che è stato tra i pionieri della telefonia mobile ‘intelligente’ si è ritrovato nella tempesta, piegato oltre che dal blackout del sistema e dalla conseguente furia dei consumatori, anche dal rinvio del lancio del Blackberry 10 – che utilizzerà il nuovo sistema operativo QNX – e dal flop del tablet PlayBook, arrivato in netto ritardo rispetto alle offerte dei concorrenti.

Heins ha confermato che i nuovi BlackBerry arriveranno al più tardi entro la fine di quest’anno.

 

Gli analisti hanno più volte sottolineato, oltre alla debolezza del team che ha gestito la società, anche la ‘miope’ focalizzazione sull’hardware in un momento in cui i rivali – Apple e Google primi fra tutti – disponevano di un esercito di sviluppatori e di centinaia di migliaia di applicazioni che arricchiscono i loro dispositivi.

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