Banda larga: Tribunale Ue conferma multa da 151 mln di euro a Telefonica per abuso di posizione dominante

di Alessandra Talarico |

Soddisfatta la Commissione, secondo cui la decisione del Tribunale conferma il metodo utilizzato dalla Commissione per determinare l'esistenza di ‘margin squeeze’ e il potere di intervenire ex post contro gli abusi commessi sui mercati regolamentati.

Spagna


La sede di Telefonica

La Commissione europea ha accolto con favore le sentenze T-336/07 e T-398/07 con cui la Corte di giustizia europea ha confermato la multa da 151 milioni di euro comminata all’operatore spagnolo Telefonica nel 2007 per abuso di posizione dominante sul mercato dell’accesso a Internet a banda larga in Spagna.

 

Secondo Bruxelles, e come confermato anche dalla Corte di Giustizia, Telefonica ha attuato tra il settembre del 2001 e il dicembre del 2006, una pratica nota come ‘margin squeeze‘, che consiste nell’applicazione di elevate tariffe all’ingrosso, così vicine a quelle al dettaglio da annullare o quasi i margini di profitto delle compagnie concorrenti, in netta violazione delle leggi antitrust europee (articolo 82).

Così facendo, la compagnia ha indebolito i concorrenti, rendendogli impossibile concorrere ad armi pari e costringendoli a subire gravi perdite per poter praticare prezzi al dettaglio competitivi.

 

Le sentenze della Corte di Giustizia, afferma la Commissione in una nota sono particolarmente importanti perchè “confermano il metodo utilizzato dalla Commissione per determinare l’esistenza di una compressione dei margini e il potere della Commissione di intervenire ex post contro gli abusi commessi sui mercati regolamentati”.

 

Nel presentare ricorso contro la multa della Commissione, Telefonica sosteneva che la Commissione avrebbe dovuto valutare separatamente l’eventuale esistenza di una posizione dominante sui 3 mercati della disaggregazione della rete locale, del prodotto all’ingrosso regionale e nazionale. Utilizzando una combinazione ottimale di prodotti all’ingrosso a banda larga, ivi compresa la disaggregazione della rete locale, gli operatori alternativi, secondo Telefonica, avrebbero potuto ottenere una riduzione dei costi.

La decisione di Bruxelles poteva inoltre creare – a giudizio di Telefonica – “un’enorme incertezza riguardo il ruolo svolto dalle autorità nazionali finendo per ostacolare la capacità degli operatori d offrire nuovi prodotti e servizi, con un impatto diretto sull’intero settore delle tlc europee a tutto svantaggio dei consumatori”.

 

Ma la Corte ha smontato tutte queste argomentazioni e ritenute valide le motivazioni della Commissione, sottolineando che “il diritto dell’Unione vieta alle imprese di sfruttare abusivamente una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale del medesimo, laddove ciò possa pregiudicare il commercio tra gli Stati membri”.

 

Il Tribunale ha ritenuto che la Commissione non abbia commesso errori concludendo che il comportamento di Telefonica “avesse probabilmente rafforzato le barriere all’ingresso e all’espansione su tale mercato e che, in assenza di distorsioni risultanti dalla compressione dei margini, la concorrenza sarebbe stata probabilmente più vivace sul mercato al dettaglio, cosa di cui avrebbero beneficiato i consumatori in termini di prezzi, di scelta e di innovazione”.

 

Telefonica ha ora due mesi di tempo per un’impugnazione delle sentenze, limitata alle questioni di diritto, dinanzi alla Corte.

 

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