Italia
Dopo l’approvazione, ieri, dal parte della Commissione affari costituzionali del Senato, della nuova versione dell’emendamento sull’accesso disaggregato alla rete Telecom Italia – che oggi dovrà essere approvato dal Senato per poi passare alla Camera – la misura dovrà passare all’esame di compatibilità della Commissione europea. Ancora, insomma, non è detta l’ultima parola sull’emendamento che potrebbe consentire gli operatori alternativi di decidere a chi rivolgersi per la manutenzione delle linee in unbudling.
Come previsto dalla Direttiva comunitaria che regola le comunicazioni elettroniche, infatti, ogni modifica alle disposizioni legislative relative al settore deve essere comunicata a Bruxelles. Dal momento che la Direttiva quadro prevede che “gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni di diritto interno che essi adottano nel settore disciplinato dalla presente direttiva e di ogni loro successiva modifica”, spetterà dunque alla Commissione europea verificare se l’emendamento è compatibile con il diritto comunitario oppure se esistono incompatibilità.
Sulla nuova formulazione dell’emendamento – che secondo i calcoli pubblicati stamani dal Corriere della Sera costerà a Telecom Italia circa 108 milioni di euro all’anno (9 milioni al mese) dalla mancata corresponsione dei costi di manutenzione pari a circa 1,8 euro a linea disaggregata – si è espresso anche il presidente Agcom Corrado Calabrò, spiegando che il nuovo testo “va certamente nella direzione che noi avevamo auspicato e soprattutto risponde alle preoccupazioni espresse dalla commissione europea, perché indubbiamente in materia c’é una competenza dell’Agcom che non può essere espropriata”.
Nell’ambito della audizione alla Camera sul diritto d’autore, Calabrò ha espresso apprezzamento per la norma e soddisfazione per l’azione del Parlamento, che – ha detto – “ha aggiunto delle indicazioni che saranno di stimolo al miglior svolgimento della nostra funzione”.