Unione Europea
Importante vittoria per gli eurodeputati schierati contro l’ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement). Con 21 voti a favore, 5 contrari e 2 astenuti, i deputati della Commissione commercio internazionale hanno deciso di non far slittare, in attesa della decisione della Corte di Giustizia, il calendario dei lavori del Parlamento Ue che prevede una pronuncia sul controverso Accordo nella sessione plenaria di giugno.
“E’ un primo e chiaro segnale che questo Parlamento è pronto a respingere l’ACTA”, ha commentato il socialdemocratico tedesco Bernd Lange, convinto che l’Accordo possa essere “affossato prima dell’estate”.
Il rinvio alla Corte era stato proposto dal relatore, il laburista britannico David Martin. “Qualcuno – ha spiegato – ha pensato che la mia proposta di rinviare l’ACTA alla Corte di Giustizia fosse un trucco politico per ritardare la decisione, ma al contrario, era un modo per aiutare gli eurodeputati a prendere una posizione in merito”.
Martin ha comunque detto di ritenere un errore l’aver infilato nello stesso Trattato le disposizioni riguardanti le merci contraffatte e quelle relative ai contenuti digitali.
Dopo il voto, Martin ha detto che rispetterà l’agenda già fissata sull’ACTA, senza attendere a questo punto l’intervento della Corte di Giustizia della Ue.
La prossima riunione della Commissione commercio internazionale si terrà il 25-26 aprile mentre il voto definitivo è previsto tra il 29 e il 30 maggio.
Soddisfazione per l’esito della votazione anche da parte dell’europarlamentare francese dei Verdi, Yannick Jadot.
La collega Sandrine Bélier ha sottolineato: “La Commissione europea cercava prima di tutto di ritardare il voto di uno o due anni, il tempo giusto per far calare la pressione popolare e politica contro l’ACTA”.
Stamani l’esecutivo europeo ha dichiarato che, nonostante il voto contrario della Commissione commerciale internazionale, si rivolgerà lo stesso alla Corte europea di giustizia, per verificare se l’Accordo viola o meno i diritti fondamentali dell’Unione in materia di libertà d’espressione e informazione, data protection e proprietà intellettuale. Come aveva già annunciato lo scorso 22 febbraio (Leggi Articolo Key4biz).
“Continuiamo a preparare il dossier e appena sarà pronto andrà alla Corte“, ha affermato il portavoce del commissario Ue al Commercio Karel De Gucht. Se l’Europarlamento però bocciasse a giugno l’Accordo, “significherebbe che ACTA è finito come dossier e che non entrerà in vigore” così come è, ha ammesso John Clancy, pur precisando che non bisogna fare “speculazioni” e che “spetta al Parlamento decidere” in base alle sue procedure istituzionali.
Secondo il Commissario De Gucht, la Commissione ha la responsabilità di fornire ai rappresentanti parlamentari e all’opinione pubblica informazioni accurate e dettagliate sull’ACTA .
“Il rinvio consentirà, quindi, alla Corte di Giustizia di chiarire in modo indipendente la legalità di questo Accordo”.
Condivido, ha detto ancora il Commissario, la preoccupazione generale che l’ACTA ha suscitato per quanto riguarda le libertà fondamentali, specie quella di internet, e le ripercussioni che avrà su alcune questioni chiave.
Per queste ragioni, ha detto ancora De Gucht, ritengo che il rinvio alla Corte sia un passo necessario: “Il dibattito deve basarsi sui fatti e non sulle cattive informazioni o sui rumors che hanno dominato i social media e i blog nelle ultime settimane”.
Diversi Paesi Ue, tra i quali Austria, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania o Slovenia, hanno già bloccato i lavori preparatori in vista della ratifica dell’Accordo.
Ricordiamo che l’ACTA è stato firmato da 22 dei 27 Paesi Ue. Negoziato tra Ue, Stati Uniti, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Corea del Sud, Marocco, Messico e Svizzera, il Trattato è dedicato alla protezione degli IPR su beni, servizi e prodotti immateriali, dalle medicine fino al downloading illegale dalla rete (Leggi Articolo Key4biz).
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