Appalti pubblici: la Ue chiede condizioni di parità per le imprese europee sui mercati internazionali

di Raffaella Natale |

Le società europee di tecnologie informatiche lamentano d’essere regolarmente escluse dagli appalti pubblici indetti in Cina. Ma a preoccupare la Ue è anche il ‘Buy American Act’ degli Stati Uniti.

Unione Europea


Michel Barnier

Migliori opportunità commerciali per le imprese dell’UE sui mercati degli appalti. E’ questa la proposta con cui la Commissione UE intende contribuire all’apertura dei mercati mondiali degli appalti pubblici e assicurare che le imprese europee vi abbiano accesso. L’obiettivo è anche quello di assicurare che tutte le imprese (sia europee che non europee) possano competere su un piano di parità per aggiudicarsi contratti sul lucrativo mercato UE degli appalti pubblici.

 

Gli appalti pubblici, si legge nella nota della UE, riguardano una parte sostanziale degli scambi commerciali a livello mondiale, equivalente a 1.000 miliardi di euro all’anno. Nell’UE gli appalti pubblici rappresentano fino al 19% del PIL e costituiscono un fattore essenziale per ridare slancio alla crescita, soprattutto in tempi di crisi economica. Il mercato UE degli appalti pubblici è sempre stato molto aperto, una situazione questa a cui, tuttavia, non sempre corrisponde un analogo grado di apertura da parte dei nostri partner commerciali. A livello mondiale, solo un quarto del mercato mondiale degli appalti è aperto alla concorrenza internazionale. Le restrizioni applicate dai nostri partner commerciali influenzano settori in cui l’UE è altamente competitiva, quali le costruzioni, i trasporti pubblici, i dispositivi medici, la produzione elettrica e i prodotti farmaceutici.

 

In particolare, le società europee di tecnologie informatiche lamentano d’essere regolarmente escluse dagli appalti pubblici indetti dal governo cinese. Ma a preoccupare la UE sono anche gli Stati Uniti, con il ‘Buy American Act‘. Per lottare contro quello che viene definita ‘una concorrenza sleale’, la Commissione ha avviato questa iniziativa che incentiverà i partner commerciali ad aprire i propri mercati a offerenti dell’UE, consentirà alle imprese di competere sul mercato interno con imprese straniere su un piano di parità, aumenterà le opportunità commerciali per le imprese anche a livello internazionale, offrirà alle PMI maggiori possibilità di operare in un’economia globalizzata, accrescerà l’occupazione e promuoverà l’innovazione.

 

Per Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, “L’UE non deve più essere ingenua, ma deve mirare alla reciprocità e all’equità nel commercio mondiale. Il nostro mercato è aperto alle imprese e siamo pronti a renderlo ancora più aperto, a condizione che le imprese possano competere su un piano di parità”.

 

Il Commissario per il Commercio, Karel De Gucht, ha precisato che “La presente proposta aumenterà il potere negoziale dell’Unione europea nei negoziati internazionali e nei confronti dei nostri partner, per spingerli ad aprire i loro mercati degli appalti alle imprese europee. Sono certo che queste avranno allora la possibilità di aggiudicarsi appalti pubblici all’estero e quindi di creare occupazione”.

 

Gli aspetti principali della proposta di regolamento sono i seguenti:

 

• Viene confermato l’alto grado di apertura del mercato degli appalti pubblici dell’UE;

• Per gli appalti di importo superiore a 5 milioni di euro la Commissione può autorizzare le autorità aggiudicatrici dell’UE a escludere le offerte comprendenti una quota significativa di beni e servizi esteri, qualora tali appalti non siano già contemplati da accordi internazionali vigenti;

• In caso di gravi e ripetute discriminazioni contro fornitori europei nei paesi terzi, la Commissione disporrà di un meccanismo che le consentirà di limitare l’accesso al mercato dell’UE se il paese terzo interessato non avvia negoziati volti a risolvere gli squilibri nell’accesso al mercato; le eventuali misure restrittive saranno mirate: potranno consistere, ad esempio, nell’esclusione delle offerte provenienti da paesi terzi o nell’imposizione di ammende sui prezzi;

• Infine, la proposta accresce la trasparenza per le offerte anormalmente basse, al fine di lottare contro la concorrenza sleale sul mercato europeo da parte di fornitori di paesi terzi.

 

La proposta ha però già sollevato alcune critiche in seno alla UE. Secondo la Germania, la Svezia e il Regno Unito questa iniziativa rischia di chiudere il mercato piuttosto che aprirlo.

“Questa non è la migliore operazione per il contribuente”, ha dichiarato un diplomatico europeo. “Se limitiamo il numero delle offerte, il prezzo potrebbe non essere ottimale. Ciò significa che il contribuente potrebbe pagare di più”.

 

In Francia, qualche settimana fa il presidente Nicolas Sarkozy, nell’ambito della campagna elettorale, ha chiesto alla Ue l’adozione di regole che riservino gli appalti pubblici alle aziende che operano in Europa, sul modello del ‘Buy American Act’. Avvertendo che Parigi andrà avanti da sola se non si procederà nei prossimi 12 mesi.

La posizione di Sarkozy è stata disapprovata in ambienti UE, dove lo si accusa di aver lanciato un ultimatum che brucia la diplomazia di Bruxelles sui progetti in corso.

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