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Accesso disaggregato, Corrado Calabrò (Agcom) risponde a Nicola Rossi: ‘Nostri provvedimenti best practice in Europa’

Italia


“Sbalordiscono alcune frasi pronunciate stamani dal Sen. Nicola Rossi a Radio24 sull’efficacia dell’azione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. L’assetto concorrenziale raggiunto dal mercato nazionale e l’andamento dei prezzi testimoniano nei fatti quali e quanti siano stati i progressi della concorrenza ed i vantaggi per i consumatori nel settore delle tlc, con un risparmio complessivo di molti miliardi”. Così, il presidente Agcom Corrado Calabrò ha risposto alle dichiarazioni rese stamani dal senatore Nicola Rossi, presidente dell’Istituto Bruno Leoni, alla trasmissione “Nove in Punto, la versione di Oscar” su Radio 24 in merito al contestato emendamento al DL Semplificazioni sull’accesso disaggregato alla rete (che il Governo ha deciso, infine, di modificare).

Nel suo intervento alla trasmissione radiofonica, Rossi si è riferito all’emendamento come a un “intervento liberalizzatore”:  “Trovo del tutto comprensibile il ragionamento che ha portato all’emendamento tlc e fondate le ragioni che hanno spinto a questo atto liberalizzatore”, ha detto definendo “deboli” le ragioni dell’incumbent sull’incostituzionalità dell’emendamento e su altre ragioni di natura tecnica e “inefficace” l’azione del regolatore, che avrebbe dovuto intervenire da tempo per chiedere a Telecom Italia di “fare o far fare la manutenzione alle ditte convenzionate a prezzi di mercato e tempi di mercato”.

 

Calabrò si è quindi difeso sottolineando innanzitutto che nel settore delle  telecomunicazioni c’è stato un calo dei prezzi del 33%, a fronte di un aumento  del 31% dell’indice generale dei prezzi negli ultimi quindici anni. Quello delle tlc, ha quindi sottolineato, è “l’unico settore regolamentato in cui i prezzi siano in costante riduzione, rispetto ai forti aumenti di energia, acqua e trasporti”, senza contare il risparmi oda quasi 1,5 miliardi per gli utenti che arriverà dalla riduzione delle tariffe di terminazione mobile.

 

Calabrò ha quindi sottolineato che sul mercato italiano sono presenti diversi gruppi multinazionali che creano occupazione e contribuiscono al miglioramento e all’ampliamento dei servizi offerti, ricordando anche la riduzione della quota di mercato di Telecom Italia: “nel mobile – ha ribadito – nessun operatore possiede una quota superiore al 35%; nel fisso, nonostante la legacy del monopolio, la quota di Telecom è scesa in questi ultimi anni di quasi 20 punti percentuali, attestandosi, nella banda larga, intorno al 50%”.

 

Calabrò ha quindi ricordato che in Italia si contano 5 milioni di clienti in unbundling nella telefonia fissa. Come sottolinea uno studio di Cullen International, dopo Francia e Germania, siamo il terzo paese nella Ue per diffusione del servizio, con prezzi in discesa del 28% dal 2000, anno in cui l’accesso alla rete locale è stato reso obbligatorio dal Regolamento comunitario.

 

Il nostro paese, ha aggiunto, vanta un record in Europa in termini di cambio operatore: solo nell’ultimo anno 8 milioni di utenti hanno cambiato gestore.

 

“L’Autorità – ha quindi concluso Calabrò – fa fatti, non proclami a vuoto. Non c’iscriviamo al campionato delle Authorities, ancorché siamo giudicati ogni giorno. Del proprio ruolo di autorità di regolazione indipendente, Agcom risponde con provvedimenti che hanno avuto l’approvazione delle Istituzioni comunitarie, tanto da divenire best practice in Europa”.

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