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Un nuovo fronte sta contrapponendo in queste ore Apple ai principali produttori di smartphone: riguarda il processo di standardizzazione della nano-Sim, le Sim card di ultimissima generazione inventate dalla tedesca Giesecke & Devrient e che sono destinate a sostituire le attuali schede negli smartphone del futuro.
Apple si sta scontrando in questo frangente con Nokia – spalleggiata da Motorola e RIM – perchè vorrebbe imporre il suo progetto su quello dei concorrenti, i quali a loro volta temono lo strapotere della società californiana e adducono questioni ‘tecniche’ allo loro opposizione al suo progetto.
I due prospetti sono attualmente al vaglio dell’ETSI, che dovrebbe decidere la prossima settimana. In ogni caso, tutti i produttori di smartphone potranno utilizzare sotto licenza la tecnologia scelta dall’ente di standardizzazione, ma quella proposta da Apple – che avrebbe anche l’appoggio di diversi operatori europei – ha sollevato alcuni dubbi, principalmente per il fatto che richiederebbe un apposito ‘cassetto’ di protezione e quindi – spiega una fonte al Financial Times – “sarebbe necessario riprogettare i cellulari tenendo a mente questo fatto”.
Nokia sostiene invece che la sua proposta presenterebbe “significativi vantaggi tecnici”.
Le nano-Sim hanno dimensioni inferiori del 30% rispetto alle micro-Sim – misurano 12 mm x 9 mm – con un risparmio di spazio del 60% rispetto alla Sim tradizionali e uno spessore ridotto del 15%. Più spazio, dunque, all’interno degli smartphone per integrare batterie più capienti, più memoria o per ridurre lo spessore dei dispositivi.
Apple, che ha collaborato con Giesecke & Devrient allo sviluppo della nano-Sim ha anche fatto in modo di avere maggior potere di voto all’interno dell’ETSI, registrando in seno all’ente sei filiali europee (ognuna delle quali avrebbe diritto a 45 voti) nel corso di un recente meeting a Cannes per diventare così il principale gruppo votante. Circostanza, questa, contestata da Nokia, che attualmente è il gruppo di maggiore potere, con circa 92 voti.
In passato, Apple ha scatenato l’ira degli operatori telefonici presentando il progetto di un chip che avrebbe sostituito la Sim e che avrebbe permesso alla società di ‘sganciarsi’ dalla dipendenza dagli operatori, fin qui proprietari della carta in cui vengono memorizzate tutte le informazioni degli utenti.
Oggi, infatti, la carta Sim è attivata dall’operatore quando un cliente si abbona ai suoi servizi, e permette di identificare la persona che la utilizza, di autentificare la comunicazione e, quindi, di fatturarla. Da qui l’acronimo SIM – Subscriber Identity Module (Modulo di identificazione dell’abbonato).
Abbandonato quel progetto in favore di una tecnologia che avrebbe trovato il favore degli operatori, a maggio ha presentato il progetto di un formato di scheda ancora più compatto il cui design potrebbe essere quello che vedremo nella nano-Sim.