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Diritto d’autore, l’Agcom fa un passo indietro. Corrado Calabrò: ‘Attenderemo la norma del governo’

Italia


L’Agcom fa un passo indietro e oggi, nella tanto attesa audizione sul diritto d’autore nelle commissioni Cultura e Lavori pubblici del Senato, riconosce che spetta al Paramento affrontare “le principali questioni aperte che si collocano oltre l’orizzonte dell’azione amministrativa”.

Il Presidente Corrado Calabrò questa mattina ha ripercorso i contenuti dello schema di Regolamento dell’Autorità in materia di pirateria nell’era digitale, sulla scia di un forte scontro dei giorni scorsi, dopo la circolazione di un vecchio parere di Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzione, sui reali poteri dell’Autorità in tema di oscuramento dei siti sospettati di downloading illegale di opere protette da copyright (Leggi Articolo Key4biz).

“Ripensare sistematicamente alla disciplina del diritto d’autore nel mondo digitale è un compito che solo le Camere elettive possono intraprendere“, ha osservato il presidente dell’Autorità, aggiungendo che “dato che il diritto d’autore travalica le frontiere, la sede più appropriata per una tale normativa sarebbe quella europea se non addirittura l’Onu“.

 

L’Agcom attenderà, quindi, la norma predisposta dalla presidenza del Consiglio che definisce meglio i poteri dell’Autorità.

“Il nostro compito – ha spiegato Calabrò – è quello di applicare le leggi vigenti. Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell’Agcom e ne definisce meglio la competenza e i poteri nella materia del diritto d’autore. Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto. Nel segno della legge e con una sensibile e non banale apertura mentale, come sempre”.

 

Al termine dell’audizione Calabrò ha poi spiegato che al momento non è previsto nessun consiglio dell’Autorità incentrato sulla delibera sul diritto d’autore su Internet, “ma l’argomento incombe“.

 

Per i senatori del Pd, Vincenzo Vita e Luigi Vimercati, che avevano chiesto l’audizione, oggi si sono rilevate “diverse fragilità rispetto alla base giuridica su cui poggia il Regolamento, che richiedono, innanzitutto, l’approvazione di una legge di sistema per adeguare la vecchia normativa del 41.

“E lo stesso Calabrò – proseguono i due senatori – ha dato notizia di una proposta del Governo in proposito. Per queste ragioni, chiediamo di sospendere l’approvazione del Regolamento per coordinarlo con la discussione di una nuova normativa che possa diventare legge in tempi brevi, soprattutto a fronte della nuova iniziativa dell’esecutivo”.

 

Vita, commentando la relazione di Calabrò che ha definito ‘prevedibile e ripetitiva’, ha accolto favorevolmente l’ultimo passaggio nel quale si evidenzia “un parziale impegno ad attendere la proposta del governo”.

In audizione, ha aggiunto Vita, sono state rivolte diverse domande al presidente dell’Autorità, in particolare s’è chiesto se “l’Agcom possa approvare un Regolamento su un tema così delicato come quello del diritto d’autore senza che ci sia alla base una legge, senza che il governo e il parlamento varino una norma primaria. Sono, infatti, in gioco, temi di libertà che non possono essere affidati a regole amministrative”.  

 

Luigi Vimercati ha chiesto al presidente dell’Authority che ci sia un maggiore impegno nella difesa degli utenti e del diritto d’autore, in linea con quanto stabilito dall’articolo 21 della Costituzione sulla libertà d’espressione e informazione dei cittadini.

Necessario, quindi, che il Parlamento legiferi al più presto sulla materia, perché il lavoro dell’Agcom possa basarsi su un testo chiaro che affronti la questione di come cambia il diritto d’autore nell’era digitale.

 

Il senatore del PD, Marco Perduca, ha lamentato il fatto che il presidente Calabrò si sia presentato in audizione senza una bozza del nuovo Regolamento o comunque con un documento con le cifre su “questa fantomatica pirateria che sta distruggendo il diritto d’autore”, vista anche la presenza, ha aggiunto, di un commissario Agcom esperto di internet ed ex senatore come Antonio Martusciello.

 

Per Perduca è possibile che, per la prossima audizione, il centrodestra prepari ‘qualche sorpresa negativa’, ma bisogna anche ricordare, ha detto ancora il senatore del PD, che il Parlamento ha adottato l’articolo 39 del decreto liberalizzazioni che avvia una liberalizzazione della gestione dei diritti d’autore.

Perduca ha comunque sottolineato anche l’importanza che si apra un dibattito sulle prossime nomine dei commissari Agcom, il cui mandato scade a fine maggio.

“Le nomine avvengono per criteri partitocratici” e l’ultima nomina del Commissario Martusciello, ha commentato Perduca, evidenzia anche “una questione di conflitto di interesse, avendo il Commissario in questione lavorato per anni per uno dei più grossi soggetti privati che lavorano nell’informazione (Fininvest, ndr)”.

“Per quanto ci riguarda – ha concluso – al Senato con la senatrice Poretti abbiamo presentato una modifica regolamentare che imponga la conoscenza dei candidati ex ante e non ex post per poter votare persone competenti, esperte e note per le proprie idee e proposte prima di doverne criticare l’operato successivamente per scarsa attenzione o conflitti di interessi colla materia del contendere“.

 

Duro il commento di Enzo Mazza, presidente della Federazione dell’Industria Musicale Italiana (FIMI), all’audizione di oggi: “Sono passati più di 2 anni di audizioni, bozze di delibere e discussioni sul sesso degli angeli e ora si dice che manca la norma che attribuisce i poteri all’Agcom mentre senza tanti problemi l’Antitrust blocca i siti illegali? Siamo alla farsa!”.

“La pirateria – ha aggiunto Mazza – sta colpendo duramente l’offerta legale di musica in rete. Dieci piattaforme abusive off-shore gestite da organizzazioni criminali controllano il 95 % del mercato del falso online con milioni di download ogni ora. In Italia siamo ancora fermi allo sterile dibattito sui poteri. E’ veramente mortificante come situazione, umilia le imprese, gli autori e gli artisti.  Siamo di fronte ad un Paese che blocca migliaia di siti che offrono scommesse online e non riesce a far approvare un misero provvedimento amministrativo per sviluppare il mercato legale dei contenuti online“.

Sconcerto anche da parte di Confindustria Cultura Italia. Il presidente Marco Polillo ha osservato che ci troviamo di fronte a un presidente dell’Agcom che “demanda la soluzione al Parlamento, all’Unione Europea, persino all’ONU. Lo poteva dire sin da subito che non voleva occuparsene, evitando così di buttare via due anni di lavoro“.

“Il quadro normativo nazionale e internazionale è chiarissimo –  ha concluso Polillo – e ci stupisce che i senatori Vita e Vimercati, commentando l’audizione, possano parlare di “fragilità delle basi giuridiche su cui poggia il regolamento”, in aperto contrasto con il parere ben più autorevole dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida“.

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