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Informazione sempre più online, ma le media company ne approfittano poco

Stati Uniti


L’informazione è sempre più consultabile online grazie al benefico effetto del boom dei dispositivi mobili e dei social network, ma i media americani ne approfittano veramente poco rispetto alle web company.

Rispetto a un anno fa, il settore dell’informazione non ha, infatti, fatto progressi nella ricerca di un nuovo modello di business ed ha ancora perso terreno rispetto ai suoi competitor del settore hi-tech, sottolinea un Report pubblicato dal Project for Excellence in Journalism (PEJ) dell’istituto di ricerca Pew, che analizza lo stato di salute del giornalismo americano.

Ma, si legge ancora nel Rapporto “The state of the News Media 2012“, ci sono sempre più fattori che indicano come l’informazione occupi un posto sempre più grande nella vita della gente e questo potrebbe finire per salvare il giornalismo del futuro.

 

Più di un americano su quattro (27%) consulta le notizie da dispositivi mobili. I social network come Facebook e Twitter giocano un ruolo ancora limitato, sebbene in forte crescita, nel consumo dell’informazione: il 9% del traffico sui siti di news arriva da Facebook, Twitter e altre reti sociali, segnando un aumento di oltre la metà dal 2009 a oggi. Google genera il 21% de traffico, contro il 23% del 2009.

 

“I media hanno un’eccellente opportunità nel campo del mobile e del sociale“, ha detto Amy Mitchell, Deputy Director del PEJ. “Ma dovranno far meglio per comprendere le esigenze del pubblico e sviluppare buoni modelli tecnologici e finanziari”.

 

Lo scorso anno, i giganti di internet come AOL, Facebook, Google, Microsoft e Yahoo!, hanno attratto il 68% delle entrate pubblicitarie online.

Secondo il Rapporto, sui siti di informazione, per contro, non c’è ancora posto per le pubblicità mirate, che sono quelle più proficue.

Dal Rapporto emerge anche che un centinaio di giornali americani si preparano a rendere i loro siti a pagamento, seguendo l’esempio del New York Times o del Wall Street Journal, mentre 150 quotidiani lo hanno già fatto.

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