Europa
La protezione della privacy è un fattore molto importante che investe molteplici aspetti delle nostre vite, senza cha a volte neanche ce ne rendiamo conto: a lavoro, quando entriamo in contatto con le amministrazioni pubbliche, quando acquistiamo beni o servizi, riceviamo cure sanitarie, viaggiamo o semplicemente navighiamo su internet.
Il tema della privacy è oggi al centro della Conferenza ‘Privacy and Protection of Personal Data’ che si svolge contemporaneamente a Washington (sede principale) e, in videoconferenza a Bruxelles per fare il punto sul programma Safe Harbor (un accordo specifico sulla riservatezza dei dati tra Unione Europea e Stati Uniti, che consente alle aziende europee di trasferire legalmente dati personali negli Usa) e discutere del suo futuro sviluppo.
Al centro del dibattito, il rispetto della privacy e la protezione dei dati personali quali elementi cruciali per lo sviluppo e la sostenibilità di ogni società democratica, necessari per l’esercizio di altri diritti e libertà fondamentali quali la libertà di espressione e di informazione e la protezione contro le discriminazioni.
La garanzia che il diritto alla privacy sia rispettato è anche una precondizione essenziale per lo sviluppo della internet economy e per fare in modo che i cittadini possano godere dei vantaggi che essa comporta.
La Ue, forse molto più che gli Usa, prende molto sul serio la tutela della privacy e, entro la fine dell’anno dovrebbe completare la revisione del quadro normativo comunitario sulla protezione dei dati, fermo al 1995 e quindi inefficace alla luce degli ultimi sviluppi tecnologici.
Le proposte, contenute in un regolamento e una direttiva, imporranno un insieme unico di standard che si applicherà per la prima volta a tutti i 27 paesi, sovrapponendosi a un patchwork di leggi nazionali spesso divergenti. Nella riforma, saranno introdotti 4 importanti cambiamenti: innanzitutto, le aziende extra-Ue che però trattano i dati di consumatori europei devono attenersi alle nuove regole comunitarie; in secondo luogo sarà introdotto il principio del ‘data protection by design’ e rafforzate le attuali regole sulla sicurezza nella fase di elaborazione dei dati e sulla responsabilità di chi deve controllare che tutto avvenga nel rispetto delle regole. Terzo: saranno razionalizzate e rafforzate le procedure per i trasferimenti internazionali di dati e, quarto, si sta pensando anche alla creazione di un meccanismo per fare in modo che anche altri paesi possano aderire volontariamente alle leggi Ue sulla protezione dei dati.
In occasione della conferenza Ue-Usa, l’Associazione degli operatori europei di telecomunicazioni (ETNO) ha sottolineato come la pervicacia del Commissario Viviane Reding sia stata “determinante nella stesura di una buona proposta legislativa atta a contribuire al rafforzamento del diritto alla privacy dei cittadini europei, limitando gli oneri amministrativi delle imprese”.
Secondo Luigi Gambardella, presidente del comitato esecutivo ETNO, “…la proposta di regolamento Ue per la protezione dei dati è un primo passo verso l’istituzione di un quadro normativo solido e prova di futuro, basata sull’alto livello di protezione dei dati vigente in Europa e, al contempo, adatta alla realtà dell’era digitale”.
Anche se, sia gli Stati Uniti che la Ue condividono lo stesso obiettivo – ossia la necessità di un solido quadro normativo in materia di privacy – ETNO riconosce le difficoltà insite nel tentativo di colmare i gap tra i diversi sistemi giuridici e tradizioni.
“E’ tuttavia necessario – sottolinea Gambardella – disporre di un certo livello di coesione, data la natura globale di Internet e l’importanza delle attività transfrontaliere: le norme sulla protezione dei dati non dovrebbero essere sviluppati in maniera indipendente. Questo non solo nell’interesse delle imprese, ma in ultima analisi nell’interesse dei cittadini”.
Secondo ETNO, bisogna ancora lavorare per assicurare un quadro normativo che da un lato protegga i cittadini e dall’altro consenta alle imprese di continuare a innovare.
Sono tuttavia incoraggianti, a giudizio dell’associazione, i progressi fatti finora nel processo di condivisione di visioni ed esperienze tra i player e gli investitori del settore europeo delle telecomunicazioni. Processo in cui ETNO ha speso tutto il suo impegno, nella convinzione che “Sia i consumatori che le imprese pan-europee e quindi il mercato unico digitale potranno beneficiare di un quadro unitario in tutta l’Europa e di una serie finita di regole per tutti gli attori della catena di valore ICT”.
Secondo l’associazione, infine, avere parità di condizioni sarà una certezza sia per gli utenti che per le aziende che stanno estendendo la loro portata in un mondo sempre più senza frontiere:“In definitiva – conclude ETNO – questo aumenterà la fiducia degli utenti nell’economia digitale e contribuirà a una maggiore adozione dei servizi a banda larga, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale”.