Editoria: tutta l’industria USA dei quotidiani vale meno di Google

di Raffaella Natale |

Secondo le stime di Poynter, le entrate pubblicitarie totali dei giornali statunitensi ammontano a 34 mld, contro i 37,9 mld della web company.

Stati Uniti


Editoria web

La Newspaper Association of America (NAA), associazione che raggruppa gli editori della stampa quotidiana americana, ha pubblicato le ultime statistiche riguardanti la raccolta pubblicitaria per il 2011. I risultati sono sconcertanti, ma non sorprendono.

I guadagni dei quotidiani americani sono crollati del 7,3% rispetto al 2010. Quelli riguardanti, invece, la pubblicità sulla carta stampata hanno perso il 9,2%.

 

Le revenue totali dell’industria ammontano a 23,9 miliardi di dollari, in calo di 1,9 miliardi rispetto all’anno precedente.

Sebbene l’Associazione non abbia ancora a disposizione le cifre sulle add revenue correnti, né sulle altre attività correlate, Rick Edmonds di Poynter stima che ammontino a 10 miliardi di dollari.

Questo in altre parole significa che l’industria statunitense dei quotidiani rappresenta un mercato da 34 miliardi di dollari. Per contro, Google da sola nel 2011 ha generato un fatturato da 37,9 miliardi di dollari.

 

Nel commentare i dati raccolti, la NAA ha indicato due tendenze di fondo. Intanto il digitale è aumentato soltanto del 3,1% nel quarto trimestre, meno della metà del tasso di crescita di ciascuno dei trimestri precedenti. Mentre nel retail l’industria ha evidenziato ciò che le piace definire ‘sequential improvement’: in calo del 6% nel quarto trimestre rispetto allo stesso periodo del 2010, ma si perde meno rispetto alla prima parte dell’anno.

 

Cosa ostacola il decollo del digitale?

Randy Bennett, senior vice president for business development di NAA, ha detto che uno dei fattori potrebbe essere la forte crescita delle add digitali nel 2010 (quasi il 14%) che rende il confronto molto duro.

 

La NAA è consapevole che i dati della raccolta tradizionale devono essere rivisti per considerare anche le entrate provenienti dai sistemi di pagamento digitale o da altri canali che alcune aziende hanno sviluppato negli ultimi due anni.

Bennett ha concluso sostenendo che nei prossimi mesi verranno presi i provvedimenti necessari per misurare l’impatto di queste nuove fonti di revenue sulla salute finanziaria dell’industria.

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