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Si parla sempre dei vantaggi, in termini di tempi e costi, legati all’utilizzo dei servizi online della Pubblica amministrazione, ma finora nessuno aveva quantificato l’ammontare economico di questi vantaggi. Lo ha fatto l’Osservatorio eGovernment in una ricerca che ha preso in considerazione tre servizi comunali: i Pagamenti multicanale, i Certificati anagrafici e l’invio delle pratiche telematiche allo Sportello Unico delle attività produttive.
La completa digitalizzazione di questi tre servizi, sottolinea la ricerca, può generare risparmi annui per la PA di 2,3 miliardi di euro.
I risparmi più importanti – pari a circa 2 miliardi l’anno – deriverebbero dalla digitalizzazione dei pagamenti dovuti agli enti locali (ICI/IMU, tariffa rifiuti, multe e bollo auto). Se si utilizzasse la rete, infatti, si potrebbero evitare i costi legati a carta, attrezzature di stampa, toner, buste, etichette, spese postali, fotocopie, spazio e attrezzature di archiviazione e conservazione, risparmiando così all’incirca 950 milioni di euro l’anno. A questa cifra si deve aggiungere il potenziale recupero di efficienza con il risparmio di tempo per addetto nell’espletamento delle diverse attività, pari a 38.000 FTE (Full-time equivalent) l’anno, che corrisponde ad un valore economico di circa 1 miliardo di euro.
Per quanto riguarda i Certificati anagrafici – se ne rilasciano ogni anno circa 16,5 milioni a livello nazionale – la digitalizzazione del processo può produrre un risparmio stimabile intorno a 90 milioni di euro l’anno, di cui 65 milioni solo per il risparmio di costi vivi monetari connessi all’espletamento delle attività tradizionalmente svolte in modalità cartacea, più il risparmio di tempo per uomo pari a 800 FTE l’anno.
Per quanto riguarda lo Sportello Unico delle attività produttive, infine, la piena integrazione tra front office e back office potrebbe garantire un livello di risparmio annuo pari a circa 250 milioni di euro l’anno (8 milioni di euro l’anno di risparmi di costi vivi più un miglioramento di efficienza per 7.000 FTE l’anno)
accompagnato da una riduzione dei tempi medi di evasione delle pratiche di oltre il 50% rispetto alla modalità tradizionale.
Emerge tuttavia dallo studio che l’utilizzo di questi canali digitali non è ancora ottimale “spesso a causa della mancata comprensione delle esigenze dell’utenza e di un utilizzo inefficace delle leve di comunicazione per promuovere l’eGovernment”. (a.t.)