Italia
Nessun intreccio tra Rai e frequenze. A dirlo è stamani il presidente senatore Pdl Maurizio Gasparri, che ha commentato: “Chi parla di scambi e intreccia i due temi fa un esercizio inutile e provocatorio. Sulle frequenze chi dovrà decidere deciderà, sulla Rai si applica la legge”.
A poche ore dal vertice tra Mario Monti e i leder dei partiti che sostengono il governo, Pierluigi Bersani, Angelino Alfano e Pierferdinando Casini, si carica di ulteriori elementi la discussione sugli argomenti al centro della riunione: Rai, giustizia, frequenze…
“E’ evidente – ha detto Gasparri – che i vertici della Rai saranno rinnovati applicando la legge vigente e sarà il Parlamento, liberamente, a fare le scelte di propria competenza, senza farsele dettare da nessuno. Ed è singolare che, mentre i temi dell’economia e del lavoro restano prioritari per l’Italia e ovviamente per il Pdl, Bersani e qualcuno a sinistra antepongano a tutti questi fattori reali aspirazioni da lottizzatori di testate o reti della televisione pubblica”.
Non la pensa così Casini che in una nota ha sottolineato: “Se è vero che questo è un governo di scopo prevalentemente economico, è altrettanto vero che anche giustizia, frequenza, Rai si legano all’economia”.
E proprio sul tema delle frequenze è intervenuta ieri la Ue. Antoine Colombani, portavoce del Commissario per la Concorrenza Joaquin Almunia, ha fatto sapere che, dopo la sospensione del beauty contest fino al 20 aprile, “le autorità italiane devono ora informare la Commissione europea dei progetti per l’assegnazione delle frequenze digitali terrestri“.
“Sappiamo che il governo italiano ha sospeso il beauty contest: la Commissione ha coerentemente valutato che l’assegnazione di tali frequenze deve rappresentare una opportunità per i nuovi entranti e piccoli entità radiotelevisive di entrare e/o espandersi nelle piattaforme digitali terrestri assicurando un uso efficiente dello spettro“.
Secondo indiscrezioni di stampa, starebbe poi per partire la sperimentazioni degli operatori tlc che si sono aggiudicati le frequenze della banda 800 MHz all’asta che ha fruttato quasi 4 miliardi alle casse dello Stato. Pare che il sito scelto sia quello di Torre San Giovanni vicino Roma, come risulterebbe da un documento presentato dai gestori telefonici al Mise dove è in corso in questi giorni un confronto anche con i broadcaster nazionali. Infatti alla questione rappresentata dalle Tv locali che devono abbandonare le frequenze come previsto, si aggiunge il nodo rappresentato dalle possibili interferenze che si potrebbero verificare sui canali 61- 69 UHF, quando i servizi di banda larga mobile saranno a regime (Leggi Articolo Key4biz).
E mentre un gruppo capeggiato dal senatore Pd Vincenzo Vita ha chiesto al Ministro Corrado Passera di chiarire immediatamente se dopo la ‘pausa’ verrà indetta un’asta (Leggi Articolo key4biz), il vicepresidente dei deputati di FLI, Carmelo Briguglio ha precisato che “L’asta delle frequenze tv non è esercizio di antiberlusconismo ma di patriottismo. Regalare a Mediaset o alla Rai o a chiunque un bene pubblico da cui si può ricavare qualche miliardo di euro significa sottrarre agli italiani un patrimonio che è loro”.
Ma nonostante Monti, con una nota, abbia fatto sapere che stasera si discuterà di giustizia e norme anticorruzione, Bersani insiste nel voler trattare anche di frequenze e Rai.
Da parte del Pdl, Alfano ha confermato sostegno ‘leale’ al governo Monti su “opere e omissioni. Sulle opere – ha spiegato – intendiamo sostenere il governo nelle cose che facciamo. Per omissioni – ha avvertito – intendo dire che evitiamo di partecipare a discussioni che possano mettere in difficoltà il governo Monti“. Rai e giustizia?
Casini invita ad abbassare i toni, riporre le armi, affidare a Monti la delega per decidere sui temi controversi.