Banda larga: indagine sulle ‘r@gioni del digital divide’ della SDA Bocconi-Politecnico di Milano

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Una recente ricerca SDA Bocconi-Politecnico di Milano mette in luce potenzialità e inerzie del sistema ICT, con l’obiettivo di riequilibrare le risorse e risalire come paese i ranking internazionali.

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Nei ranking internazionali sull’innovazione Ict, l’Italia si piazza sempre in modo non coerente con il fatto di essere l’ottavo paese più sviluppato al mondo: l’ultimo rapporto del World Economic Forum (Global Information Technology Report 2010-2011) la pone al 51° posto nel mondo (e al 40° nel gruppo dei paesi più sviluppati).

 

In questo contesto di digital divide a livello mondiale, una ricerca SDA Bocconi-Politecnico di Milano, in partnership con IBM Italia, ha indagato il gap tecnologico Ict nelle regioni del nostro paese al fine di osservarne potenzialità e inerzie e per stimolare una riflessione all’intervento selettivo, mirato sia a riequilibrare le risorse a livello di paese, sia a migliorare nel complesso i nostri indici Ict di posizionamento internazionale.

 

Il ranking che emerge dallo studio per i vari parametri mostra che le prime 3 posizioni sono sempre occupate da Emilia-Romagna, Lombardia e da una delle regioni del nord-est.

Riguardo in particolare al posizionamento delle regioni come indici di utilizzo Ict, di maturità dell’offerta e di readiness Ict (adeguatezza) si osservano livelli di sviluppo molto eterogenei e non armonici in molte regioni, che mostrano punti di debolezza e di forza territoriale. Il Veneto, per esempio, che primeggia nell’indice di utilizzo delle Ict e nel grado di maturità dell’offerta sul territorio, è al 10° posto come indice di readiness (cioè come infrastrutture, cultura e finanziamenti Ict); viceversa il Lazio, che è circa a metà classifica come utilizzo Ict e maturità dell’offerta, si trova al 4° posto come indici di readiness.

Esistono digital divide già conosciuti tra nord, centro e sud: le prime regioni dell’indice di modernità Ict sono quasi tutte del nord Italia, con un buon posizionamento anche della Toscana (con l’eccezione nella readiness Ict). Ma ve ne sono anche con caratteristiche che vanno ben oltre le spesso menzionate differenze riguardanti le Infrastrutture Ict (banda larga fissa e mobile, hot spot wifi, reti finanziarie di pos e atm, ecc.) e ne esistono anche all’interno delle 3 macro-aree dell’Italia: per esempio nel sud Italia, la Basilicata eccelle nell’indice di maturità dell’offerta Ict, o la Sardegna nel tasso di utilizzo delle Ict o la Campania nella readiness dell’infrastruttura Ict.

 

Un secondo livello di analisi evidenzia profonde diversità e peculiarità dei territori: i maggiori tassi di utilizzo Ict da parte delle imprese risultano nel nord Italia (le prime 8 regioni sono tutte del nord, includendo l’Emilia-Romagna), mentre gli indici di utilizzo Ict della Pubblica amministrazione locale (Pal) sono più un mix di regioni del nord e del centro (Toscana, Umbria e Marche sono al 2°, 4° e 7° posto), come pure gli indici di utilizzo Ict delle famiglie (Toscana, Lazio, Sardegna sono al 2°, 3° e 4° posto).

 

Il ranking sul grado di maturità dell’offerta Ict mostra che mediamente sono le regioni del nord a primeggiare nell’offerta Ict rivolta alle imprese e alla Pal, mentre sono le regioni del centro-sud a mostrare i valori più alti nell’offerta rivolta alle famiglie e al micro business, nonché le maggiori performance aziendali delle aziende dell’offerta Ict.

 

Infine, la readiness dei vari territori. Nelle infrastrutture Ict le prime 10 regioni sono tutte del nord, salvo il 3° e il 5° posto, che vanno a Lazio e Toscana. Riguardo ai finanziamenti Ict il ranking è decisamente più misto tra regioni del nord, del centro e del sud (con le Marche al 4° posto e la Basilicata al 6°). La cultura Ict, infine, a parte il Lazio al 1° posto, vede le altre posizioni fino all’ottava occupate da regioni del nord, seguite da Toscana e Marche al 9° e 10° posto.

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