Key4biz

Frequenze: Mediaset minaccia licenziamenti mentre salta l’interpartitica con Mario Monti. Il Pdl va al contrattacco?

Italia


Cosa succede in casa Pdl? Oggi è la giornata degli appuntamenti saltati. Silvio Berlusconi non si presenta in studio da Bruno Vespa per registrare la puntata di questa sera di ‘Porta a porta’; il segretario del Pdl Angelino Alfano annuncia, ai microfoni del Tg5, che non parteciperà al vertice convocato da ieri e in agenda per questa sera alle 19.30 con Mario Monti e gli altri due leader di partito, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini; il premier decide così di annullare l’incontro.

 

A spiegare i motivi della mancata partecipazione di Berlusconi alla trasmissione di Bruno Vespa è lo stesso conduttore, in una lunga nota: “Silvio Berlusconi è rimasto vittima della par condicio“. E aggiunge “l’ex presidente del Consiglio mi ha spiegato che, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul ruolo di Alfano, una sua presenza in trasmissione e negli spot che l’annunciavano in parallelo con il segretario del Pd avrebbe creato sgradevoli equivoci sulla leadership operativa del Pdl”.

 

Riguardo alla mancata partecipazione al vertice di Palazzo Chigi, Alfano ha spiegato al Tg5: “Non ci andrò perché mi pare di capire si voglia parlare di Rai e giustizia (…) Se lì mi devo incontrare per soddisfare sete di poltrone Rai o per far avvicinare Bersani con Vendola e Di Pietro sui temi della giustizia, sarebbe solo un teatrino della politica a cui mi sottraggo”.

 

Una serie di forfait improvvisi sui quali su Twitter si sono scatenati in molti.

Per Bersani l’atteggiamento di Alfano è ‘incredibile’. “Vespa si tolga dall’imbarazzo, inviti sia Berlusconi che Angelino Alfano. Il 21 dovrei essere ospite di Porta a Porta: cedo il mio posto“.

Vincenzo Vita commenta che “La par condicio non c’entra nulla. Tanto per cambiare è solo un comodo artificio retorico, utilizzato in questo caso da Bruno Vespa per tutelare le scelte di Silvio Berlusconi”.

 

Beppe Giulietti scrive su Twitter: “Berlusconi ha chiesto la sospensione dell’asta sulle frequenze, un presidente della autorità di sua fiducia e tutta la Rai, niente altro?”.

Mentre Paolo Gentiloni: “Rai e frequenze non si toccano: dal pdl la prima vera sfida al governo. Il conflitto d’interessi colpisce ancora. Ora tocca a #Monti”.

 

La disdetta a sorpresa di Alfano arriva al termine di un incontro, iniziato stamattina intorno alle 11 fra Monti e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri. Incontro durante il quale, secondo le indiscrezioni trapelate, i due avrebbero cercato di trovare un “accordo” sulla riforma della governance Rai, senza riuscirci. Ricordiamo che il 28 marzo scade il mandato dell’attuale Cda di Viale Mazzini. L’incontro tra Monti e Confalonieri è durato circa un’ora, ma da Palazzo Chigi nessuna nota sui contenuti del colloquio.

 

Ma davvero Alfano ha deciso di non partecipare al vertice per i motivi che ha spiegato ai microfoni del Tg5? E’ lecito avere qualche dubbio visto che stasera si sarebbe discusso di conflitto di interessi e riforma della giustizia, ma anche della sospensione del beauty contest, decisa a gennaio dal Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.

 

Dubbi alimentati anche dalle dichiarazioni rilasciate a stretto giro dagli esponenti del Pdl.

“Abbiamo dato la fiducia a Monti affinché intervenga su questioni economiche e non su Rai e giustizia. E la fiducia continuerà ad averla se si occuperà di questo“, ha detto il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, al termine del vertice del Pdl convocato da Angelino Alfano.

Un’affermazione che suona un po’ come un monito.

Secondo alcune fonti parlamentari, citate da Il Giornale, la decisione di far saltare il vertice sarebbe infatti un avvertimento che il Pdl ha voluto mandare non tanto – e non solo – al governo, ma in particolare ai segretari degli altri due partiti che sostengono l’esecutivo. Il partito di Alfano non avrebbe gradito, infatti, alcuni incontri che i due avrebbero avuto in materia di giustizia e tv pubblica: uno, ieri, tra Casini e Bersani con il Guardasigilli Paola Severino, l’altro con alcuni alti funzionari di Viale Mazzini.

 

Stamani Confalonieri avrebbe descritto al premier la difficile situazione in cui versa oggi Mediaset, che si riflette anche sul cattivo andamento dei titoli in Borsa.

“L’andamento della congiuntura rischia di togliere alcune sicurezze di cui un’azienda come la nostra ha bisogno”, ha poi spiegato il presidente di Mediaset nel corso di una audizione presso la commissione Bilancio della Camera.

“Nel 2011 il mercato pubblicitario è stato su livelli simili a quello del 2002 ed un mercato che non cresce impone scelte difficili, più di carattere recessivo che orientate allo sviluppo”. Confalonieri ha aggiunto che “se non ci sono prospettive, tagliare i nostri 1 miliardo di investimento e 2 miliardi di costi diventa indispensabile. Non è quello che vogliamo fare, ma bisogna che ognuno faccia la propria parte. Abbiamo bisogno che il sistema Paese si renda conto di questo”.

 

In merito poi all’asta sulle frequenze il numero uno di Mediaset ha lanciato un appello alla necessità di regole certe, perché “il nostro cammino per la rivoluzione digitale è iniziato nel 2001, sono passati 11 anni e ancora siamo con il beauty contest sospeso”.

 

La crisi potrebbe portare Mediaset a licenziare: finora, nonostante la congiuntura sfavorevole “abbiamo deciso di non intaccare i nostri livelli occupazionali“, ha precisato il presidente dell’azienda televisiva, ma ora “se non si pongono le basi di una ripresa della raccolta pubblicitaria e del settore sarà inevitabile farlo. Lo dovremo fare noi e le altre aziende del settore”. Per questo Confalonieri ha chiesto “il sostegno del sistema Paese” a partire da un’azione di Governo che guardi a un “aumento della produttività del lavoro e alla creazione di condizioni ambientali favorevoli per nuove iniziative imprenditoriali che portino occupazione”.

Exit mobile version