‘L’Intreccio dei media: opportunità e aspetti critici’. Come prevenire o difendersi dai potenziali effetti negativi?

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I ‘sovrani digitali’ dovrebbero riconoscere che la loro possibilità, etica ma anche legale, di fare affari dipende dal sufficiente rispetto dei diritti degli abitanti della rete.

Italia


Emilia Visco

Pubblichiamo di seguito l’intervento introduttivo di Emilia Visco, socia del Soroptimist Club di Roma, al Convegno ‘L’intreccio dei media: opportunità e aspetti critici‘, che s’è tenuto il 29 febbraio 2012.

Il presente convegno è stato organizzato dal Soroptimist, Club di Roma. L’Unione Soroptimist International è una organizzazione mondiale di donne impegnate negli affari e nelle professioni ed  è una voce universale per le donne, che si esprime attraverso la presa di coscienza, il sostegno e l’azione. L’Unione ha come finalità l’avanzamento delle condizione femminile, l’osservanza dei principi di elevata moralità, di uguaglianza, sviluppo e pace, la promozione di diritti umani per tutti. Questo è il terzo convegno che il Soroptimist dedica all’argomento dei “media“.

 Il primo di tali incontri è stato incentrato sulla tutela dei minori nell’ambito radiotelevisivo dal titolo : ‘Il valore dis/educativo dei media’.

Il secondo “pubblicità e TV: un difficile connubio?”  ha offerto spunti di riflessione sulla pubblicità veicolata attraverso il mezzo radiotelevisivo.

Il convegno odierno focalizza ancor più l’attenzione sul processo inarrestabile di espansione delle nuove modalità comunicative e sulle problematiche ad esso connesse.

 

 Non si ha ovviamente la pretesa in un così breve arco di tempo di analizzare in modo compiuto una tematica così complessa, ma semplicemente si vuol porre alla vostra attenzione alcuni peculiari aspetti, che saranno oggetto di trattazione da parte dei relatori qui convenuti.

Perché è stato scelto questo titolo?

Nei precedenti incontri avevo sottolineato come il processo di convergenza fra i settori delle tlc, della radiotelevisione e della informatica, tradizionalmente distinti, avesse inciso in modo sempre più penetrante nella vita sociale,  modificando stili di vita e conseguenti rapporti  interpersonali.

 

Allo stato attuale,  con il termine “intreccio“, si vuole rendere significativamente ancora più evidente come l’offerta di una vasta gamma di servizi, alla cui base vi è il rapido progresso tecnologico, ormai viaggi indifferentemente sul nostro computer, sul telefono cellulare – terminali questi sempre più perfezionati –  o sul nostro apparecchio televisivo, a seconda delle necessità, incidendo ancora di più sulle modalità di organizzazione del lavoro, del tempo libero e della creazione e mantenimento dei rapporti alla base della vita sociale.

Non si può fare a meno di constatare che  oramai i mezzi di comunicazione sono qualcosa di insito nella nostra stessa persona. Al mattino, come si indossa un vestito per uscire di casa, prendiamo con noi il nostro terminale, più o meno sofisticato, che ci accompagnerà e assorbirà la nostra attenzione per buona parte della  giornata, con la innumerevole gamma di prestazioni offerte. 

  

Quali opportunità/difficoltà può comportare una così rapida evoluzione?

Quali interventi e quali strumenti si rendono necessari affinché questo sia un processo virtuoso?

Come prevenire o difendersi dai potenziali effetti negativi, insiti particolarmente nell’espansione dell’utilizzazione della rete internet?

 

Siamo ben consapevoli che questi sono  interrogativi che attraversano l’intero pianeta, in una dialettica sempre più accesa e con tesi spesso contrapposte, che hanno riflessi politici, sociali e di grande impatto sui costumi e le modalità espressive. Siamo tutti stati testimoni di ciò che di recente è avvenuto nel mondo  attraverso la rete internet!

Leggendo una recente intervista fatta a una ex giornalista della CNN, Rebecca Mac Kinnon, in  occasione della presentazione di un suo volume emerge come le aziende in rete troppo spesso non sono sufficientemente responsabili del potere che esercitano nei confronti dei cittadini digitali.

Come nel Leviatano del filosofo inglese Thomas Hobbes, gli utenti consegnano volontariamente parti sempre più consistenti delle proprie libertà, quali le transazioni online e i dati personali, a un sovrano (non proprio illuminato) per ottenere in cambio sicurezza e protezione. La nostra privacy viene scomposta e ricomposta a piacimento negli infiniti cambiamenti imposti dai social media.

Ciò configura uno stadio primitivo, monarchico della gestione di internet.

Occorrerebbe invece passare dalla sudditanza a quella che può definirsi il “consenso dei connessi” parallelamente alla teoria del “consenso dei governati”, cara ad un altro filosofo inglese, John Locke.

I “sovrani digitali” dovrebbero riconoscere che la loro possibilità, etica ma anche legale, di fare affari dipende dal sufficiente rispetto dei diritti degli abitanti della rete

 

Le problematiche connesse al continuo espandersi e “l’intreccio”  di tali modalità comunicative non può che avere importanti riflessi in quelle che sono le finalità proprie del Soroptimist, in relazione in particolare alla condizione femminile e ai  principi di tutela dei minori.

In tale scenario, ove i media divengono sempre di più una nuova agenzia socio-educativa, si pongono nuove  sfide in quello che è il cammino che ogni persona  intraprende nell’arco della sua vita, da bambino, da adolescente, come genitori, insegnanti ed anche, direi, come nonni, considerato che nell’attuale assetto della società e nei mutamenti avvenuti nel concetto di famiglia, queste ultime figure familiari rivestono sempre di più una missione educativa nei confronti delle giovani generazioni.

Tuttavia spesso proprio nelle figure chiamate a  svolgere funzioni educatrici manca o comunque è scarsamente avanzata la conoscenza dei nuovi  mezzi di comunicazioni e delle potenzialità ad essi connesse. E’ il ben noto “digital divide“, che con tanta lentezza riesce purtroppo a colmarsi!

 

Da una indagine effettuata di recente in ambito europeo e presentata al Safer Internet Day (quest’anno il tema è la comunicazione fra genitori e figli, ma, più in generale, fra il mondo adulto e quello degli adolescenti e dei bambini rispetto all’uso di internet e alle opportunità e rischi che presenta) emergono abitudini e rischi cui i ragazzi vanno incontro durante la navigazione: dalla pornografia al bullismo, dal sexting agli incontri con persone conosciute online.

I ragazzi, d’altronde, appaiono più esperti dei loro genitori nell’utilizzazione dei nuovi media, pur in presenza di statistiche che dimostrano come  i nostri giovani hanno meno competenze rispetto ai coetanei europei: solo i giovani turchi sono meno alfabetizzati.

 

Peraltro il 70% dei genitori dimostra di avere fiducia nelle capacità di autodifesa  dei propri figli per quelli che sono i rischi della navigazione in internet: vi è una generalizzata preoccupazione per la pornografia in rete, ma vengono sottostimati o ignorati altre tipologie di rischi, quali ad es. il bullismo online, che viene giudicata  esperienza molto dolorosa dai due terzi dei ragazzi.

I controlli parentali, peraltro da molto tempo in funzione, sono poco conosciuti e poco utilizzati.

Non vi è dubbio, pertanto,  che l’attuale funzione educatrice comporti inevitabilmente la conoscenza dei nuovi mezzi di comunicazione in tutti i loro molteplici aspetti.

E’ quella che viene definita “alfabetizzazione mediatica” voluta nello specifico settore dalle stesse direttive comunitarie in materia di audiovisivo e dai testi normativi di recepimento, nonché dalla recente agenda digitale europea,  una delle iniziative della strategia Europa 2020, che fissa obiettivi per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso dell’UE.

 

Tra gli ostacoli al raggiungimento di tali obiettivi viene indicata anche la mancanza di un adeguato processo di alfabetizzazione digitale e di competenze informatiche; per tal motivo un programma di azione in tal senso si auspica  venga inserito, come percorso di sviluppo, nell’agenda digitale italiana.

 

Aldilà di tali iniziative che dovranno essere assunte in ambito governativo e  legislativo, occorre attivarsi per svolgere azioni  che consentano a tutti i livelli della società di usufruire di adeguati flussi informativi su quello che è il rapido evolversi dei nuovi mezzi che la tecnologia mette a disposizione.

Consapevole del valore di tale approccio conoscitivo, in linea con quanto indicato dalla Presidente nazionale del Soroptimist, che in uno dei nostri ultimi convegni ha posto l’accento sulla necessità, oltre che dell’utile approfondimento delle varie tematiche oggetto dei nostri incontri, anche della conseguente messa in opera di azioni propositive e di service, in coerenza con quella che è la missione della nostra Associazione, sarebbe opportuno che il Soroptimist potesse svolgere in questo campo anche un ruolo attivo, inserendosi nei Comitati all’uopo costituiti quale ad es.  nel Comitato consultivo istituito a cura di Save the children Italia (che riunisce 50 organizzazioni, tra cui istituzioni, società scientifiche, media e le più importanti industrie di settore)  ovvero  studiare un progetto che possa concretamente apportare utilità alla famiglia e contribuire così a rendere più facile un  percorso comune di conoscenza fra le diverse generazioni.

 

Le relazioni che ascolteremo ci aiuteranno a focalizzare al meglio alcuni aspetti dell’argomento che si è inteso venisse trattato con un atteggiamento scevro da pregiudizi, positivo e propositivo, consapevole dei rischi ma anche delle tante  possibilità offerte dai nuovi “media”. 

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